22 novembre 2018

Fino al 10.II.2018 RE.USE Scarti, oggetti, ecologia nell’arte contemporanea Sedi Varie, Treviso

 

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L’ecologia e il riciclo non sono di certo temi nuovi che si affacciano sul panorama artistico, tuttavia mai come oggi il problema di sensibilizzare le persone ad un utilizzo responsabile degli oggetti d’uso comune è attuale. 
L’intento della mostra “RE.USE” è proprio quello di dimostrare come il tema del riuso continui a essere di forte ispirazione per i giovani artisti che, guardando ai Grandi del secolo scorso, hanno capito come l’arte possa essere anche un mezzo per comunicare valori sociali necessari al cambiamento abitudinario dell’essere umano per contribuire al miglioramento della situazione ambientale già drammatica.
Il viaggio cronologico, ma anche spaziale, che la mostra curata da Valerio Dehò propone al pubblico inizia nella Sala Ipogea del Museo di Santa Caterina, con i grandi artisti del Novecento. Le sale espositive del museo dedicate alla mostra ospitano in particolar modo opere della seconda metà del secolo, periodo in cui il tema del rifiuto viene usato per criticare la società consumistica e il confine tra l’oggetto di uso comune e l’opera d’arte da esporre in un museo non è più ben distinto; a tal proposito si possono citare artisti come Daniel Spoerri, Man Ray, Mimmo Rotella fino ad arrivare agli ultimi decenni del secolo in cui l’ecologia è centrale nella ricerca artistica, come dimostrano le opere di Michelangelo Pistoletto, Damien Hirst e Enrica Borghi, per citarne alcuni. 
Il collegamento cronologico con gli artisti a noi contemporanei avviene tramite un coinvolgimento spaziale  nella città ospitante: fanno parte della mostra, infatti, altre due sedi espositive oltre alla partecipazione di molte realtà culturali del territorio con documentari, laboratori e talk.
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RE.USE Scarti, oggetti, ecologia nell’arte contemporanea, vista della mostra
Si passa quindi al Museo di Casa Robegan, un palazzo rinascimentale che si pone come ponte tra i due secoli presentando opere realizzate da autori a partire dagli anni ‘90.  In tal senso sono significative le tre opere in ferro e luce stroboscopica di Giovanni Albanese che dialogano nella stessa sala come se facessero parte di un unico progetto ma che in realtà hanno uno scarto tra la prima e l’ultima di venticinque anni, a dimostrazione dell’importanza ancora attuale del tema che dà il nome alla mostra.
L’ultimo palazzo che apre il proprio spazio allo spettatore è Ca’ Dei Ricchi, sede di TRA (Treviso Ricerca Arte), un’associazione che nasce da un gruppo di professionisti e che ha lo scopo di promuovere l’arte contemporanea a Treviso grazie a mostre collettive e personali. La stessa mostra RE.USE è stata ideata e progettata dall’associazione culturale in coorganizzazione con il Comune di Treviso e i Musei Civici. In questo caso le opere esposte sono di artisti emergenti con una tendenza più sperimentale e proiettata al futuro.
La mostra RE.USE riesce così ad immergere il visitatore nella città di Treviso, rendendolo partecipe alla sfida quotidiana della sostenibilità che ha coinvolto artisti di tutto il mondo, grazie a una panoramica storico-artistica di opere in cui temi ecologici si intersecano a riflessioni sull’inquinamento e a oggetti a cui viene data una seconda vita.
Ilaria Zampieri
Mostra visitata il 10 Novembre 
Dal 27 Ottobre 2018 al 10 febbraio 2019
RE.USE Scarti, oggetti, ecologia nell’arte contemporanea
Museo Santa Caterina, Piazzetta M.Botter 1
Museo Casa Robegan, Via A.Canova 38
Ca’ Dei Ricchi, Via Barberia 25
31100, Treviso
Orario: dal Martedì alla Domenica 10.00-12.30/14.30-18.00
(Cà Dei Ricchi 10.00-13.00/15.00-19.00)
Info: www.trevisoricercaarte.org/re-use, +39 (0)422 419990 – +39 339 6443542 

1 commento

  1. un commento che esula dalla mostra, ma dall’uso non corretto delle parole, perché spesso si confondono i significati e si usano le parole in maniera non esatta.
    ecologia è un termine specifico e indica “Scienza che ha per oggetto lo studio delle funzioni di relazione tra l’uomo, gli organismi vegetali e animali e l’ambiente in cui vivono”; mentre “riciclaggio”, che tutti nel linguaggio comune utilizziamo scorrettamente, è profondamente diverso da ri-uso: il primo intende “l’insieme di strategie e metodologie volte a recuperare materiali utili dai rifiuti al fine di riutilizzarli anziché smaltirli direttamente in discarica” e quindi un processo industriale, che trasforma le materie recuperate in qualcosa di nuovo o diverso, il secondo è chiaro.

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