25 febbraio 2003

cinema sperimentale IFFR: International Film Festival Rotterdam

 
Si è chiusa la 32ª edizione dell'International Film Festival Rotterdam. E anche quest'anno è la più grande kermesse europea dedicata al film indipendente. 331 Registi, sette esposizioni, conferenze, premi. E neppure una star. Perché 'cinema' è tutto ciò che si muove...

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What (is) cinema? Secondo gli organizzatori dell’IFFR, che a questa domanda dedicano una serie di dibattiti, il cinema è molte cose. Tante che si fa prima a elencare quello che il cinema non è, o non dovrebbe essere. Il cinema a Rotterdam non è quello degli effetti speciali e delle star. Le star del festival, secondo i direttori Simon Field e Sandra den Hamer, sono i registi. Anche alcuni settori della creatività audiovisiva più legati al mercato, come il visual design, la pubblicità, le serie televisive e internet non fanno (ancora) parte di questo paesaggio cinematografico. L’interessante sezione sul videoclip musicale, presentata l’anno scorso, non ha trovato seguito in settori altrettanto ‘popolari’.Gianikian - Ricci Lucchi
Per il resto, quasi tutto ciò che rientra nella categoria ‘immagine in movimento’, soprattutto se legata alla rappresentazione della realtà e a contenuti narrativi, è presente al festival .
La parte del leone la fanno naturalmente i feature film (lunghi, corti, documentari), suddivisi in 12 sezioni. La scelta delle tematiche segue ancora in gran parte la visione del fondatore del festival Hubert Bals: il suo sforzo per sostenere le produzioni dei paesi in via di sviluppo, infatti, continua dopo la sua morte con un fondo che ha co-prodotto nel 2002 25 film, presentati nella sezione Hurbert Bals Fund . Tra questi il bellissimo Extraño, dell’argentino Santiago Loza, vincitore della Tiger Awards Competition (e nella giuria c’era il ‘defenestrato’ direttore del film festival di Venezia Alberto Barbera).
Cinema è quindi linguaggio internazionale e ‘politico’. Dopo la rassegna sul film Inuit l’anno scorso, quest’anno è la volta degli aborigeni australiani (25 film in Tracking Tomorrow ). Anche nella sezione based upon] TRUE STORIES (comprendente film e videoinstallazioni più o meno ‘documentaristiche’) troviamo un’opera dedicata al genocidio degli aborigeni. Terra Nullius, deiestranocineasti italiani Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, è un film costruito manipolando e rimontando materiali d’archivio, con un processo che sa restituire la forza poetica di queste ‘storie perdute’.
Molti i film asiatici (36 dal Giappone, 10 dall’India, ma anche uno dal Kazakistan!) e sudamericani (tra cui 9 argentini e 18 brasiliani). Ma la lista più lunga la presentano gli Stati Uniti, con 105 film, seguiti dalla Francia con 95 e solo molto dopo dall’Italia con 25 produzioni.
Cinema è anche arte. Ai tre Filmaker in Focus (il francese Jean-Claude Brisseau, il canadese Guy Maddin e l’indiano Girish Kasaravalli) è stata affiancata in questa edizione una Artist in Focus , Dominique Gonzalez-Foerster. Nel ‘cinema senza personaggi’ dell’artista francese sono i paesaggi (a volte popolati da una folla lontana, come nelle foto di Massimo Vitali ) e le architetture che raccontano una storia.
Non sono molti i festival del cinema in Europa che in 12 giorni di programmazione non-stop offrono una tale ampiezza e varietà di generi. Varietà che può talvolta disorientare lo spettatore, ma dà al cinema indipendente un eccezionale supporto economico e visibilità mediatica. L’International Film Festival di Rotterdam è un festival importante al livello strutturale (si favoriscono la collaborazione tra diverse discipline, l’incontro tra registi e produttori nel ‘mercato di co-produzione’ CineMart , la distribuzione dei film nelle sale e in TV) e non solo per effimera mondanità.
Più di 600 film, un budget di 5.4 milioni di euro, 355.000 visitatori… e neanche una star!

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Dominique Gonzales-Foerster
IFFR

marina turco

[exibart]

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