06 luglio 2006

fino al 15.X.2006 Fausto Melotti – Consonanze La Spezia, CAMeC

 
Scultura, poesia, disegno, musica: linguaggi differenti per un’autonomia espressiva concreta e ispirata. Un processo creativo coinvolgente e visionario costruito sulla ricerca dell’ordine e dell’armonia...

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Principio fondante della poetica di Fausto Melotti (Rovereto 1901 – Milano 1986) è l’assoluta riluttanza a rappresentare il mondo attraverso i canoni tradizionali dell’arte. Questo disinteresse per le convenzioni lo ha spinto ad indagare sulle forze capaci di modificare la spazio e la materia, generando un processo artistico che piega il concetto di forma alle regole ferree dell’armonia e del contrappunto. Il diploma in pianoforte, unito alla laurea in ingegneria elettrotecnica e al diploma all’Accademia di Brera di Milano come allievo di Adolfo Wildt (Milano 1868-1931), diventarono quindi strumenti perfetti di un’indagine volta a analizzare le potenzialità dello spazio in rapporto all’opera plastica.
La mostra allestita al Centro di Arte Moderna e Contemporanea di La Spezia, curata da Bruno Corà – che conobbe Melotti nel 1986 in occasione di una collettiva a Roma– intende in primo luogo rendere omaggio ad un artista che ha saputo portare avanti un discorso totalmente originale, svincolato dai rigidi confini della materia alla quale si accostava con una certa indifferenza. Il suo metodo espressivo, caratterizzato da un’attenta e scrupolosa fase progettuale, utilizzava tecniche e materiali differenti –ferro, terracotta, legno, carta, tessuto, gesso– come strumenti di un “lavoro” concepito in primo luogo come evocazione di uno spazio mentale preciso. La poesia viene utilizzata da Melotti come un’arma di ricerca di assoluto valore. Con i due volumi, arricchiti da incisioni e pubblicati in numero limitato nel 1974 e nel 1978 per l’Adelphi dal titolo Linee, l’artista trentino intendeva esplicitare in modo chiaro la sua vocazione per la parola come frammento di una realtà interiore tutta da scoprire.
Fausto Melotti, La Bestia Politica, 1972
Come dimostra la cartella Per il teatro del sordo, presente in mostra, la parola diventa elemento indispensabile per un corretta rappresentazione del mondo. Melotti gioca con essa, ne stravolge il piano semantico, trasformando le singole lettere dell’alfabeto in frammenti poetici dotati di autonomia. L’arte pura, che il maestro definiva “zitella”, ritrova nell’armonia della musica e della parola le due categorie che definiscono le leggi dell’universo: lo spazio e il tempo.
La retrospettiva spezzina, inoltre, si distingue per una sezione nella quale Enrico Castellani (Castelmassa, Rovigo 1930, vive a Celleno, Viterbo), Luciano Fabro (Torino, 1936, vive a Milano) e Giulio Paolini (Genova, 1940, vive a Torino e Parigi) espongono alcune loro opere con l’intento di creare una connessione, un dialogo con quelle di Melotti.
Le “consonanze” con quest’ultimo si sviluppano in una serie di riflessioni che utilizzano i rapporti armonici, la propensione alla simmetria e la passione per la geometria come materiali di un terreno artistico comune.
Enrico Castellani, Il muro del tempo, 1968
In particolare le due opere di Castellani –Il muro del tempo, del 1968 e L’asse di equilibrio, del 1973– appaiono assai vicine alle sculture contrappuntistiche di Melotti e al suo rigoroso differenziarsi di ritmi, sintesi perfetta della capacità dell’artista trentino di utilizzare le sue conoscenze in campo musicale per interpretare il mutevole evolversi della materia che si fa forma per diventare spazio.

nicola bassano
mostra visitata il 1 luglio 2006


Dal 2 luglio al 15 ottobre 2006
Fausto Melotti – Consonanze. A cura di Bruno Corà
CAMeC – Centro Arte Moderna e Contemporanea, Piazza Cesare Battisti, 1, La Spezia
Orari: 10-13 / 15-19, domenica 11-19, chiuso il lunedì
Ingresso: 6,00 euro (intero), 4,00 euro (ridotto), 3,00 euro (speciale scuole)
T. 0187 734593 – F. 0187 256773
e-mail: camec@comune.sp.it
Sito: www.comune.sp.it/città/camec/camec.html
Catalogo: “Gli Ori”, Prato. – Prezzo: 35,00 euro


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