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Alberto Savinio – Dipinti dal segreto delle collezioni private della città
L’esposizione si compone di sei opere, dalle quali emergono due assolute novità
Comunicato stampa
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La mostra Alberto Savinio. Dipinti dal segreto delle collezioni private della città, a cura di M. Cristina Rodeschini Galati, ideale completamento del progetto interdisciplinare Variazioni “…di arte in arte…”, è aperta al pubblico dal 28 ottobre al 10 dicembre 2006 nello Spazio Caleidoscopio della GAMeC. L’esposizione si compone di sei opere, dalle quali emergono due assolute novità, che, oltre a mettere in luce il duraturo interesse rivolto dal collezionismo d’arte della città di Bergamo alla colta pittura di Savinio, suggeriscono un tracciato sintetico delle predilezioni tematiche e iconografiche dell’artista in un incalzante susseguirsi di invenzioni.
La prima novità consiste nel ritrovamento dell’Edipo del 1930, tela del periodo parigino di cui si era persa notizia da oltre quarant’anni. Il mito costituisce per Savinio la memoria storica dell’umanità, memoria che risiede nella civiltà del Mediterraneo. L’infanzia della cultura occidentale coincide con la mitologia classica che Savinio non idealizza, ma rappresenta attraverso eroi senza volto, avviando una riflessione sulla crisi di identità dell’uomo contemporaneo.
L’itinerario saviniano prosegue con uno dei risultati più affascinanti dell’artista, l’Annunciazione dei primi anni Trenta, in cui l’effetto di incantata stupefazione deriva dal contrasto tra la realtà domestica e l’irrealtà della apparizione, invito a riflettere sul senso del sacro per la vita umana.
Alla Passeggiatrice in riva al mare del 1947 – donata all’Accademia Carrara per la GAMeC dal collezionista Gianfranco Spajani - è affidato il compito di introdurre alla componente ironica dell’opera di Savinio, che manipola la realtà per superarne le contraddizioni.
Gli orrori del secondo conflitto mondiale insinuarono una profonda sfiducia nei valori razionali su cui si fonda la cultura occidentale, innescando un disagio di cui tutto parla. Così la sospesa e malinconica immagine della Notte sul borgo del 1950 rievoca il tema della morte alla quale allude il fantasmatico volto che domina un piccolo borgo, avvolto da una misteriosa attesa.
Chiude la serie il genere del ritratto, assiduamente praticato da Savinio, con due opere: il volto della scrittrice Emilia Durini del 1950 che rappresenta la seconda novità della mostra, essendo dipinto inedito che arricchisce il capitolo della ritrattistica saviniana tra gli anni Quaranta e Cinquanta, e l’intensa immagine della pianista Gioietta Paoli Padua del 1951 che conferma la felicità dei risultati di Savinio nei ritratti di questo periodo, con particolare riferimento a quelli femminili.
La prima novità consiste nel ritrovamento dell’Edipo del 1930, tela del periodo parigino di cui si era persa notizia da oltre quarant’anni. Il mito costituisce per Savinio la memoria storica dell’umanità, memoria che risiede nella civiltà del Mediterraneo. L’infanzia della cultura occidentale coincide con la mitologia classica che Savinio non idealizza, ma rappresenta attraverso eroi senza volto, avviando una riflessione sulla crisi di identità dell’uomo contemporaneo.
L’itinerario saviniano prosegue con uno dei risultati più affascinanti dell’artista, l’Annunciazione dei primi anni Trenta, in cui l’effetto di incantata stupefazione deriva dal contrasto tra la realtà domestica e l’irrealtà della apparizione, invito a riflettere sul senso del sacro per la vita umana.
Alla Passeggiatrice in riva al mare del 1947 – donata all’Accademia Carrara per la GAMeC dal collezionista Gianfranco Spajani - è affidato il compito di introdurre alla componente ironica dell’opera di Savinio, che manipola la realtà per superarne le contraddizioni.
Gli orrori del secondo conflitto mondiale insinuarono una profonda sfiducia nei valori razionali su cui si fonda la cultura occidentale, innescando un disagio di cui tutto parla. Così la sospesa e malinconica immagine della Notte sul borgo del 1950 rievoca il tema della morte alla quale allude il fantasmatico volto che domina un piccolo borgo, avvolto da una misteriosa attesa.
Chiude la serie il genere del ritratto, assiduamente praticato da Savinio, con due opere: il volto della scrittrice Emilia Durini del 1950 che rappresenta la seconda novità della mostra, essendo dipinto inedito che arricchisce il capitolo della ritrattistica saviniana tra gli anni Quaranta e Cinquanta, e l’intensa immagine della pianista Gioietta Paoli Padua del 1951 che conferma la felicità dei risultati di Savinio nei ritratti di questo periodo, con particolare riferimento a quelli femminili.
28
ottobre 2006
Alberto Savinio – Dipinti dal segreto delle collezioni private della città
Dal 28 ottobre al 10 dicembre 2006
arte contemporanea
Location
GAMEC – GALLERIA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Bergamo, Via San Tomaso, 53, (Bergamo)
Bergamo, Via San Tomaso, 53, (Bergamo)
Orario di apertura
martedì – domenica: 9.30 – 13 / 14.30 – 17.45 / lunedì chiuso
Editore
LUBRINA
Autore
Curatore