-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Mappa alla mano: Cremona Contemporanea | Art Week è una caccia al tesoro attraverso l’arte
Arte contemporanea
Con la direzione artistica di Rossella Farinotti – e con un team progettuale composto da Eleonora Santin, Chiara Mantegazza e Alessia Romano – la terza edizione di Cremona Contemporanea | Art Week vede 19 artisti per 19 luoghi diffusi in tutta la città, confermandosi un appuntamento nei calendari non solo del settore artistico, della stessa città con cui tesse rapporti sempre più fertili e radicati. La rassegna, infatti, offre un’occasione unica non solo di valorizzazione del patrimonio storico-culturale cremonese a livello nazionale e internazionale, ma anche della riappropriazione da parte dei suoi stessi cittadini. Quest’anno insieme ai luoghi che si riconfermano parte dell’Art Week, alla mappa se ne aggiungono di nuovi e che aprono al pubblico per la prima volta, mettendo in luce l’efficace dialogo tra arte contemporanea e patrimonio culturale che fa di Cremona un luogo di sperimentazione e di scoperta, oltre che a un esempio di ricerca artistico-curatoriale.

A dare il benvenuto alla città e all’ormai attesissima rassegna cremonese, sono due grandi Billboard lungo la storica via Mantova all’altezza del civico 69. Si tratta di due fotogrammi della serie Supervision di Irene Fenara, con una riappropriazione visiva estrapolata da diversi circuiti di videosorveglianza, facendo emergere da uno strumento di controllo sociale delle visioni frammentarie, distopiche tanto quanto autentiche dal forte potenziale immaginativo.
Si riconferma la raffinatezza cinquecentesca di Palazzo Vidoni che ospita al suo interno le forme minime dai sussurri percettivi di Giovanni Oberti, in un percorso articolato su tre stanze; insieme al desiderio di portare amore dove non è previsto di Angharad Williams e all’ironica installazione video di Trisha Baga, in cui la visione di un diamante viene offuscata da un pendolo a fetta di salame che oscilla avanti e indietro.

Nell’itinerario non può mancare il Palazzo del Comune dove le composizioni pittoriche pulsanti di Máximo Gonzalez catturano lo sguardo, i cui elementi naturali dai torni saturi si relazionano all’installazione di Edoardo Manzoni: un ramo in alluminio su cui crescono fiori e foglie blu, in una combinazione tra naturale e artificiale, minaccia e delicatezza. Segue la mano di Ludovica Anversa con delle composizioni pittoriche e scultoree evocative, delle pelli tenui ma spettrali, nebulose che si adagiano delicate allo spazio e alla sua storia. In una delle stanze del Palazzo simbolo del potere cittadino, Giulia Maiorano ne ribalta i ruoli sostituendo il lampadario preesistente con uno da lei disegnato, rievocativo del passato, dal rimando domestico.
Con la terza edizione, nella mappa di Cremona Contemporanea si aggiunge un luogo profondo e perturbante: la Cripta del Camposanto dei Canonici, con un eccezionale apparato mosaicale in bianco e nero risalente al Decimo secolo. In questo luogo inedito, Eva & Franco Mattes mettono in scena la figura di un gatto la cui ombra antropomorfa e grottesca accoglie – o respinge – lo spettatore nell’oscurità della Cripta, accompagnata da una traccia audio cupa e dal forte riverbero.
Dopo l’esordio della prima edizione con il coccodrillo di Maurizio Cattelan, ritorna sulla mappa lo straordinario Battistero del Duomo, esempio di romanico lombardo. Alla fonte battesimale si posiziona un display in acciaio che incornicia due piccoli dipinti del maestro Michaël Borremans che, simmetrico, restituisce e amplifica allo spazio la sua dimensione sacrale, quasi liturgica.

All’interno del cortile di Palazzo Affaitati, si innalza l’opera protagonista di questa Art Week, il sogno nel cassetto di Marta Pierobon: un’enorme gonfiabile di plastica, abitabile, riproduzione monumentale di una sua ceramica – allestita nello spazio di FasaArchitetti. Una forma architettonica dall’immaginario infantile, ludico, colorata e imperfetta, in bilico tra reale e fantastico. Proseguendo verso l’interno del Palazzo, sulla scalinata prende spazio un pezzo unico di design: un letto disegnato da Gio’ Ponti per Vincenzo Agnetti su cui Daniele Costa adagia uno schermo. Con una visione dall’alto e una pratica basata sull’osservazione, Costa mette in scena un’indagine sul corpo che viaggiando tra design, memoria e intimità fa emerge la delicatezza e la stratificazione della sua ricerca.
Nella mappa, torna il suggestivo cortile della Chiesa del Foppone dove si dissemina nello spazio lo scenario simbolico e potente di Luca Monterastelli: delle bombole di gas – accese in un momento performativo – si relazionano con la materia plastica al di sopra di esse, restituendo un’immagine compressa ed espansa del presente.

Immancabile è il Museo Archeologico San Lorenzo con Arianna Carossa che interviene sui vuoti dello spazio che, riempendoli di elementi frammentari, ricomponendone una dimensione mentale e fisica viscerale; insieme alla scultura Preghiera di Edoardo Manzoni. Una struttura lignea rimandante all’occhio di Horo su cui si attorciglia una lunga collana di perle blu: un invito gentile alla sospensione, all’ascolto interiore, amplificazione del senso del tempo e del rito.
Infine, una tappa obbligatoria è quella di Parco Bastioni di Porta Mosa, testimonianza delle antiche fortificazioni medievali cremonesi e luogo inedito di queste terza edizione. Qui, a vent’anni distanza, torna uno dei lavori più iconici del duo dei Vedovamazzei: un enorme TIR ricolmo di un paesaggio artificiale, di un lago con ninfee e una barca a remi piena di piante acquatiche che vi naviga all’interno. Un’estetica da cartolina, un’immersione in un immaginario sospeso tra finzione e realtà, al limite del possibile.

In onore del successo ricevuto nella scorsa edizione, tornano ad arricchire il programma di Cremona Contemporanea | Art Week i progetti Faville: numerosi eventi e progetti off, organizzati anche in collaborazione con realtà cittadine, rafforzando quella che è divenuta ormai una vera e propria comunità culturale. Tra gli highlight di questa edizione, è l’opera partecipativa di Maximo Gonzalez e Iván Buenader dal titolo Herenzia – Heritage – che prende forma nelle braccia di un altro luogo inedito che apre al pubblico dopo decenni di chiusura: la Chiesa di San Francesco – Ex Ospedale Maggiore. Come una grande tavola imbandita di piatti, simboli di comunità e condivisione tra persone, si estende sul pavimento dello spazio. Gli artisti invitano chiunque voglia a donare un proprio piatto, che abbia una storia e un valore affettivo, secondo un esercizio di distacco consapevole, un dono per una partecipazione attiva nella comunità.
Altro progetto di Faville è quello di Brigantia di Annika Pettini, dalla connotazione editoriale e curatoriale. In una sala del Palazzo del Comune, la curatrice è in dialogo con l’artista Simona Pavoni in un intreccio di fili di luce e silenzio che, attraverso le visioni dell’artista, indagano un punto di incontro tra i tratti violenti e delicati della materia e la sospensione abissale delle parole. È prevista anche una presentazione del corpo editoriale e dell’intero progetto Brigantia.
Torna anche in questa edizione Bar Cremona, ormai una tappa obbligatoria, questa volta ospitato dalla storica Pasticceria Lanfranchi. Un progetto di Giorgio Galotti con l’intervento artistico di Francesco Arena e Giuseppe Gabellone ad attivarne gli spazi. Ultimo ma non per importanza, è il progetto espositivo La Giostra del duo curatoriale VENERDISABATO: un carosello contemporaneo di artisti emergenti (o quasi) inserito tra le suggestive mura di Palazzo Fodri. Un parco divertimenti su cui salire e interrogarsi di come, ruotando, lo spazio cambi offrendo nuovi scenari dalle molteplici prospettive.

Giunta alla sua terza edizione, Cremona Contemporanea | Art Week ogni anno si disegna di una ricca programmazione, di un palinsesto di artisti nazionali e transnazionali più o meno emergenti, tenendo alta l’asticella di qualità e armonia in relazione al contesto urbano e cittadino in cui posiziona, mantenendo alti i riflettori su di sé anche questa volta. Con la mappa alla mano è impossibile perdersi nella caccia al tesoro cremonese. A un massimo di dieci minuti di distanza tra un’installazione e l’altra, è obbligatorio fare un salto sul maestoso e abitabile gonfiabile di ceramica di Marta Pierobon; guardare sotto al tappeto di Palazzo Vidoni dove Giovanni Oberti nasconde una moneta d’oro; fare un giro tra le attrazioni di La Giostra prima di lasciarsi spaventare dalla AI hallucinations del gatto di Eva & Franco Mattes nel profondo più oscuro della città. Ma attenzione a non sporgersi troppo: pericolo caduta libera nelle acque del TIR-lago dei Vedovamazzei.














