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The Gallery Apart chiude dopo 22 anni: fine di uno spazio che ha creduto nella ricerca
Arte contemporanea
di redazione
Dopo 22 anni di lavoro, la galleria The Gallery Apart di Roma annuncia la chiusura delle proprie attività. «Non c’è bisogno di indicare le cause della nostra decisione, tanto evidenti sono i segni di una crisi che sta scuotendo le fondamenta di un settore la cui progressiva emarginazione, soprattutto nelle sue espressioni di vero sostegno agli artisti, finirà per indebolire ulteriormente il tessuto culturale del Paese», hanno dichiarato i galleristi in un post diffuso sui social media. «Il nostro pensiero va quindi ai nostri colleghi, in particolare ai più giovani, il cui coraggio merita di essere premiato dall’avvento di tempi migliori. È l’augurio che rivolgiamo a tutti». Per i galleristi e collezionisti Fabrizio Del Signore e Armando Porcari è la fine di un’avventura personale che, però, è manifesto di una fragilità di sistema che, tra costi di gestione crescenti, difficoltà logistiche e contrazioni imprevedibili e difficilmente controllabili del collezionismo, vede sempre più a rischio la possibilità di sostenere la ricerca e gli artisti, nonostante la recente approvazione del provvedimento, tanto atteso dalle gallerie d’arte, che ha ridotto l’IVA sulle vendite dal 22% al 5%.

Fondata nel 2003 come progetto itinerante e pop up, The Gallery Apart ha cambiato pelle diverse volte, costruendo una reputazione internazionale come galleria dedicata al sostegno delle pratiche più sperimentali: dallo spazio in via della Barchettane aperto nel febbraio 2008 a quello di via di Monserrato, fino a via Francesco Negri, dal 2013, contribuendo a rendere il quartiere Ostiense un nodo vivo della scena contemporanea romana.
L’obiettivo della galleria è sempre stato sostenere la ricerca dei giovani artisti, assistendoli nellaa realizzazione dei loro progetti e «Garantendo loro libero sfogo creativo, da cui possa emergere l’intera gamma del loro talento», così da «Dialogare su un piano di parità con il resto della comunità artistica internazionale».

Tante ed eterogenee le mostre ospitate, come quelle dedicate ai linguaggi pittorici di Alessandro Scarabello, alle metamorfosi visive di Marco Strappato, alle esplorazioni architettoniche del collettivo laboratoriale Stalker, alla ricerca interdisciplinare del collettivo russo Chto Delat. Significativo anche il supporto ad autrici come Bertille Bak, Corinna Gosmaro, Federica Di Pietrantonio, Gea Casolaro, Luana Perilli, protagoniste di diverse generazioni che hanno saputo portare avanti nuove forme di narrazione e relazione tra arte e pubblico. Peculiare poi l’attenzione all’area mitteleuropea, con progetti espositive dedicati ad artisti come Oliver Ressler, Florian Neufeldt e Dominik Lang. L’ultima mostra, chiusa a fine maggio, è stata Materia paterna, la seconda mostra personale di Cesare Pietroiusti, incentrata sulla diverse sfumature, della relazione genitoriale.
The Gallery Apart ha partecipato costantemente a fiere di primo piano, come Artissima di Torino, miart di Milano, ArtVerona, Art Basel e ARCO Madrid, portando i suoi artisti all’attenzione di collezionisti e istituzioni internazionali e riuscendo a mantenere un’attenzione particolare alla qualità dei progetti.

«È stata una entusiasmante cavalcata resa possibile anzitutto dal valore dei “nostri” artisti e dall’impegno dei nostri collaboratori, ma anche dall’affetto, dalla considerazione e dalla vicinanza di collezionisti, curatori, professionisti del modo delle fiere, giornalisti e appassionati che hanno seguito e supportato il nostro lavoro», si legge nel messaggio di commiato dei galleristi: «A tutti va il nostro ringraziamento».














