14 luglio 2025

“Tutto Comincia Tardi”: il racconto della nuova mostra a Universo Factory

di

Universo Factory a Vittorio Veneto ospita le opere delle artiste Laura Vendramin ed Emma Galanti in un’esposizione che intreccia pittura e memoria dell’infanzia, tra delicatezza visiva e consapevolezza critica

Tutto comincia tardi, exhibition view, Universo Factory, Vittorio Veneto, 2025. Opera di Emma Galanti

Fino al 20 luglio, lo spazio indipendente Universo Factory di Vittorio Veneto accoglie Tutto comincia tardi, a cura di Simone Ceschin, una mostra che si lascia guidare dal pensiero lento del ricordo e dal corpo sottile delle emozioni che riaffiorano senza preavviso, come polvere che si solleva in una vecchia stanza dei giochi. Un’esperienza visiva e sensibile che esplora la memoria non come nostalgia, ma come forza fertile e originaria, un terreno vivo su cui costruire il presente.

Le artiste Laura Vendramin ed Emma Galanti, legate da un’amicizia che affonda le radici nell’infanzia condivisa, instaurano un dialogo pittorico fatto di stratificazioni e assenze, dove il tempo si fa materia viva, fragile, in divenire. Le loro opere non restituiscono un passato cristallizzato, ma attivano un processo di ascolto e riscrittura, trasformando la memoria in spazio critico e generativo.

L’allestimento nello storico ex setificio ottocentesco — luogo già intriso di storie — è organico e calibrato. Le opere si alternano senza gerarchie lungo le pareti, tracciando un percorso aperto che non impone una narrazione, ma invita a riflettere sul tempo come dimensione complessa, fatta di ritorni, omissioni e rivelazioni. L’infanzia concepita solo come una fase della vita si trasforma in una postura conoscitiva, un modo di percepire, guardare e abitare il mondo che si conquista forse proprio crescendo.

Tutto comincia tardi, exhibition view, Universo Factory, Vittorio Veneto, 2025. Opera di Laura Vendramin.

Al centro della mostra, due grandi tele ritraggono le artiste da bambine, mascherate con costumi fantasiosi. Tratte da scatti del passato, queste immagini condensano l’intera poetica del progetto espositivo: gioco e finzione diventano strumenti per indagare la costruzione dell’identità, mentre il travestimento si fa gesto affettuoso e dissacrante, capace di creare un archivio condiviso.

Nella pittura di Emma Galanti, la memoria si dispiega come un tessuto pulsante e ricettivo. Le immagini — rielaborate a partire da fotografie e reperti affettivi condivisi — si muovono tra realtà e sogno, in una dimensione onirica e stratificata dove il privato si dissolve depositandosi nell’esperienza collettiva dello sguardo. Supporti come cartone e tela accolgono tecniche miste, dall’acrilico all’olio, su superfici che non cercano compiutezza ma si offrono come varchi, soglie, possibilità. La sua è una pratica emotiva e critica che interroga l’archivio non per conservarlo, ma per riscriverlo ogni volta, lasciando che la visione si emancipi dal suo passato per evolversi insieme a chi la guarda.

Tutto comincia tardi, exhibition view, Universo Factory, Vittorio Veneto, 2025. Opera di Emma Galanti

Nelle opere di Laura Vendramin, invece, la figura emerge e si sottrae in un atto ambivalente. I suoi volti, spesso autoritratti, si impongono con tratti nitidi e realistici, come affermazioni necessarie di sé, mentre il resto del quadro rimane abbozzato, incerto, attraversato da vuoti che parlano di impermanenza. Sono immagini che trattengono qualcosa e insieme lo lasciano andare, che pongono al centro una presenza ma si aprono al margine come spazio di mancanza. La sua pittura è un esercizio intimo e instabile, dove gesto realistico – che abbraccia tecniche e supporti diversi – e gesto infantile – i pastelli a cera, i disegni disseminati – convivono, restituendo il ritratto cangiante di un’identità in ascolto. I lavori di Vendramin celano, suggeriscono, lasciano tracce: evocazioni silenziose che si rivolgono allo spettatore senza bussare, con la speranza di essere riconosciute.

Anche lo spazio partecipa a questa narrazione delicata. Tra le opere si insinuano piccoli oggetti — giocattoli, fotografie, disegni e appunti infantili — frammenti concreti delle storie personali delle artiste che invitano a un’osservazione lenta, capace di cogliere i dettagli con attenzione, stupore e dedizione, proprio come sanno fare i bambini.

Tutto comincia tardi, exhibition view, Universo Factory, Vittorio Veneto, 2025. Opera di Laura Vendramin.

Tutto comincia tardi si configura così come una micro-pratica di ecologia della cura, un’esplorazione intima e politica, dove il tempo della pittura e la relazione tra artiste e spazio espositivo diventano strumenti di resistenza alla frenesia e all’omologazione. Universo Factory si conferma un organismo relazionale capace di pensare l’arte oltre i confini tradizionali dell’esposizione, attivando processi critici profondi senza retorica. Qui il processo creativo si estende all’allestimento, all’interazione, al ricordo condiviso.

Questa mostra celebra la memoria come pratica attiva e la pittura come forma di ascolto premurosa e consapevole. Parla sottovoce ma lascia tracce durature, proprio come le due bambine travestite che ci accolgono all’ingresso e rimangonoa guardarci anche quando ce ne andiamo. Non chiedono spiegazioni, semplicemente restano, come certi ricordi che arrivano tardi ma non se ne vanno più.

Tutto comincia tardi, exhibition view, Universo Factory, Vittorio Veneto, 2025. Opera di Laura Vendramin.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui