14 luglio 2025

La grande fotografia a Palazzo Magnani: gli appuntamenti dei prossimi mesi

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Il programma espositivo autunnale della Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia aprirà con una mostra dedicata alla grande fotografa Margaret Bourke-White e proseguirà con tre artisti contemporanei legati al territorio

Margaret Bourke-White, Soldato americano chiacchiera con una ragazza tedesca che prende il so-le nella Berlino del dopoguerra. Germania, 1945. Margaret Bourke-White/The LIFE Picture Collection/Shutterstock

Il programma espositivo della Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia per l’autunno-inverno 2025 prenderà spunto da un ampio raggio di tematiche: la fotografia, con la mostra dedicata alla fotografa americana Margaret Bourke-White, la memoria del luogo, con una esplorazione degli archivi degli architetti del Novecento attivi a Reggio Emilia, e il contemporaneo, con esposizioni di tre artisti visivi legati al territorio: Nazzarena Poli Maramotti, Federico Branchetti e Fabio Iemmi.

Cortile di Palazzo Magnani, Reggio Emilia

Margaret Bourke-White, L’opera 1930-1960

Ai Chiostri di San Pietro, dal prossimo 25 ottobre fino all’8 febbraio 2026, un omaggio a Margaret Bourke-White, con L’opera 1930-1960, una mostra curata da Monica Poggi in collaborazione con CAMERA di Torino.

Margaret Bourke-White è stata una delle personalità emblematiche della fotografia del Novecento: già negli anni Trenta era considerata una delle donne più importanti anche grazie alla sua collaborazione con la rivista Life. Ha Iniziato a fotografare a 20 anni fissando nei suoi primi scatti l’avanzare del processo industriale, dalle acciaierie di Cleveland alla trasformazione del paesaggio urbano, con uno sguardo teso a indagare la visione di quel periodo: il potere della tecnologia che avanza.

La fotografa di LIFE Margaret Bourke-White, vestita con una tuta di volo in pile e con la macchina fotografica aerea in mano, in piedi davanti al bombardiere Flying Fortress dal quale ha realizzato fotografie di guerra durante l’attacco statunitense su Tunisi. Algeria, 1943. Margaret Bourke-White/The LIFE Picture Collection/Shutterstock

Già dal 1936 ottiene la copertina di Life, che segna un punto per il fotogiornalismo femminile. Da quel momento collabora assiduamente per la rivista con numerosi reportage. Prima fotografa di guerra a essere ammessa in Russia durante l’assedio di Mosca, racconta il conflitto in Corea e le rivolte in Sudafrica. Nei suoi scatti, Bourke-White riesce a cogliere la lotta per i diritti di parità e la dignità delle persone.

In esposizione saranno presentate oltre 150 fotografie, che daranno vita a un racconto della fotografa come testimone del suo tempo, approfondendone sia suoi valori che la sua personalità. Parallelamente alla mostra sono previsti sei appuntamenti in un programma pubblico dal titolo Il secolo americano, con interventi di specialisti del settore.

Margaret Bourke-White, Una famiglia condivide una risata mentre taglia fette di anguria su un tavolo da cucina coperto di giornali. La foto è stata scattata per un servizio di fotogiornalismo, intitolato “Separate and Unequal”, sulla disuguaglianza razziale e le strutture segregate a Greenville. Greenville, Carolina del Sud, 1956. Margaret Bourke-White/The LIFE Picture Colletion/Shutterstock

La storia urbanistica di Reggio Emilia

Dal 22 novembre 2025 all’8 febbraio 2026, a Palazzo da Mosto è prevista una mostra dedicata agli architetti che durante il Novecento hanno contribuito a delineare la storia urbanistica della città di Reggio Emilia. La mostra titolata La costruzione della città moderna: gli archivi degli architetti del ‘900 a Reggio Emilia, si compone di disegni, progetti, fotografie e oggetti. Curata da Giordano Gasparini e Andrea Zamboni, è frutto di una collaborazione tra Fondazione Palazzo Magnani, Comune di RE e la Biblioteca Panizzi (in cui sono conservati gli archivi).

Antonio Pastorini, stabilimento Max Mara

Arte contemporanea a Palazzo da Mosto

Il focus sul territorio si amplia in un parallelo con l’arte contemporanea, attraverso le mostre di tre artisti, sempre a Palazzo da Mosto.

Si comincia a dicembre con Jardin Planétaire, mostra di Nazzarena Poli Maramotti, a cura di Silvia Bottani. Si tratta di una panoramica (dal 6 dicembre al 6 gennaio) della sua ricerca focalizzata sulla pittura di paesaggio declinata su diversi materiali: tele, ceramica, carte e oggetti trovati in cui l’azione del tempo ha un potere trasformativo che l’artista indaga ponendosi in ascolto.

Dal 17 gennaio al 15 febbraio 2026, l’esplorazione della materia nell’arte visiva si sposterà su altre direttrici, con la mostra Opus in fieri di Federico Brachetti e Fabio Iemmi, a cura di Greta Martina. Federico Branchetti si focalizza sull’analisi della grammatica della scultura su aspetti quali la gravità, il peso, le masse scultoree che si trasformano in energia. Fabio Iemmi, grande sperimentatore e inventore di materiali, affronta la materia nel suo valore estetico e concettuale assimilando la materia stessa dei suoi lavori a una pelle architettonica attraverso pittura, scultura e tessili.

Ad arricchire il programma espositivo una serie di ulteriori appuntamenti punteggeranno il calendario di Palazzo Magnani. Dall’11 al 13 settembre si terrà il XXXIV Convegno Nazionale dei Dottorati di ricerca in Filosofia a cura di Carlo Altini, trasformando i Chiostri di San Pietro in un luogo di pensiero su svariati argomenti del contemporaneo che prevedono la presenza di oltre 50 ricercatori e docenti provenienti da tutt’Italia.

Nel frattempo, procedono gli importanti lavori di ristrutturazione della storica sede di Palazzo Magnani che sarà pronta a ospitare la prossima edizione di Fotografia Europea, nell’aprile 2026.

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