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La Provenza nelle tele vibranti di Auguste Chabaud
Mostre
Seguire le fasi dell’evoluzione dell’arte di Auguste Chabaud significa di fatto ripercorrere le tappe principali dell’arte contemporanea francese, osservando come ogni passaggio effettuato via via dall’artista sia di fatto un’armonica trasformazione da uno stile all’altro fino allo sviluppo di un linguaggio unico, originalissimo che lascia un’impronta significativa nell’arte contemporanea e in particolare in quella del Midi della Francia.
Siamo a Graveson, in Provenza, presso il Musée Chabaud, spazio espositivo interamente dedicato all’artista che ricevette pieno riconoscimento delle sue capacità pochi anni prima della sua scomparsa con la grande mostra organizzata al Musée Granet a Aix en Provence nel 1950 e quella allestita al circolo Volney a Parigi nel 1952 dove sarà pubblicata anche la prima monografia a lui dedicata e redatta da Maximilien Gauthier.

A quell’epoca, Chabaud ha poco più di settant’anni e la sua vicenda umana si avvia alla conclusione: una vita interamente dedicata all’arte, ma anche all’amore, al viaggio, alla famiglia e all’attaccamento per la propria terra di origine, la Provenza, fonte di ispirazione che connota i primi disegni e dipinti realizzati su carta oleata ancora da giovanissimo e i dipinti degli ultimi trent’anni, quando ormai maturo e provato dall’esperienza traumatica della Grande Guerra tornerà a vivere al proprio paese e si sposerà con Valentina Susini dalla quale avrà otto figli.
Una vita interamente dedicata all’arte, come si è detto, che oggi la critica rilegge come suddivisibile in vari periodi distinti e perfettamente illustrati dall’allestimento museale: il primo periodo, tra il 1898 e il 1902, in cui frequenta l’istituto di Belle Arti di Avignone sotto la guida del docente e mentore “Le Père Grivolas” che lo inizia alla pittura en plein air e lo induce all’osservazione attenta e precisa della luce, un inizio che lo porterà inevitabilmente a seguire istanze post-impressioniste, avvicinandosi all’esempio del pointillisme di Pissarro o Seurat. Sempre in questo periodo integra i suoi studi a Parigi presso l’atelier di Fernand Cormon e, frequentando l’Académie Carrière, incontra Matisse. Chabaud rimane colpito da Parigi al punto da realizzare numerosi disegni che tuttavia sono pressoché introvabili, visto che egli stesso li distruggerà bruciandoli nel 1944, non giudicandoli soddisfacenti. Nel 1901, partirà come membro dell’equipaggio di un’imbarcazione per sfuggire a un ambiente familiare sentito come opprimente e avrà così l’occasione per sei mesi di visitare terre lontane, come Dakar, le Canarie, il Dahomey.

Tornerà nella casa di famiglia, sei mesi dopo, a seguito della morte del padre e sarà questo il primo momento in cui ritrarrà la vita quotidiana in Provenza su carta oleata con disegni suggestivi, cogliendo con singolare sensibilità e immediatezza l’essenzialità della vita dei paesani, dei pastori, i rituali semplici e significativi che la connotano. Il secondo periodo visibile nella sua opera è quello orientalista, che caratterizza gli anni del servizio militare in artiglieria coloniale a Bizerte e Tunisi, ossia dal 1903 al 1906: le opere di quest’epoca, per lo più grafiche, mostrano la stessa attenzione per le usanze e le abitudini degli autoctoni, tanto da essere definite come rappresentazioni di una “Provenza araba” per la loro vicinanza con i disegni su carta oleata di pochi anni prima.
Il rientro in Francia coincide con un nuovo periodo parigino, vissuto tra il 1907 e il 1912, tra il quartiere di Montmartre dove abita, il quartiere Pigalle, le cirque Médrano e la Parigi notturna, di cui Chabaud frequenta locali e bordelli. I dipinti di questo lasso di tempo sono fortemente connotati dal fauvismo che per l’artista è di fatto un approccio libero e istintivo alla pittura in cui il colore seduce e rapisce con il suo potere espressivo e grafico. Di questi anni sono anche gli splendidi dipinti e disegni che ritraggono Yvette, la giovane prostituta di cui Chabaud s’innamora e accanto alla quale sarà fino alla morte di lei, sopraggiunta per tubercolosi. Queste opere furono celate alla famiglia a lungo, fino al 1950, a causa dell’educazione protestante ricevuta secondo la quale l’artista stesso le avvertì da un certo momento in poi come sconvenienti essendo ispirate al mondo della prostituzione e quindi preferendo nasconderle nel proprio atelier nel Mas de Martin dove risiedeva.
Dal 1911 al 1907, l’arte di Chabaud si caratterizza per influenze cubiste che tornano sia nei volumi semplificati rappresentati nelle opere pittoriche, sia nei blocchi geometrici lisci e nudi delle sculture. Il periodo di svolta nella vita di Chabaud arriva con la drammatica esperienza della Prima guerra mondiale (1914-1919), in cui subirà la perdita del fratello a Verdun nel 1916. L’esperienza che vivrà verrà raccontata in una raccolta La leçon des cagnas, completata nel 1922 dove vengono narrati i momenti vissuti con i compagni e la vicinanza reciproca che quell’orribile periodo ha reso indispensabile.

Infine il ritorno in Provenza dalla madre anziana nel 1919 e la successiva decisione, nel 1922 di costituire la propria famiglia con Valentine Susini, permetteranno a Auguste Chabaud di trovare la giusta armonia per dedicarsi alla sua arte raggiungendo probabilmente i risultati più elevati della propria opera, che arricchita delle esperienze e degli studi passati, acquisirà una propria maniera, una originalità di linguaggi e una maturità di visioni di alto profilo.
Se in quello che viene chiamato “periodo blu” per l’utilizzo frequente del blu di Prussia – dal 1920 al 1935- c’è a tutti gli effetti un ritorno all’esaltazione del colore e alla ricerca di contrasti di luce scanditi da ombre nere profonde, dal 1940 i colori si attenuano e Chabaud aggiunge alla propria tavolozza composta da bianco argento, nero avorio, blu di Prussia, i suoi rari gialli cromo chiari e scuri, le sue tinte terre di Siena e le ocre gialle e rosse. Temi prediletti saranno i paesaggi provenzali e più tardi anche scene domestiche, mentre una fonte d’ispirazione ineludibile sarà la Montaignette, un’altura nelle vicinanze che diventerà per lui quello che la Sainte Victoire era stata per Cézanne.
Il Musée Chabaud propone una collezione permanente eccezionale di oltre ottanta opere appartenenti sia al Comune, con donazioni principalmente familiari, sia alla Regione, con un importante arricchimento dal 2019 grazie al Fondo regionale per l’acquisizione di opere provenzali (FRAOP), senza dimenticare i prestiti della famiglia del pittore e di privati. Serena Una o due volte all’anno, il Museo ospita mostre temporanee e rappresenta quindi un’opportunità per scoprire altri aspetti dell’opera di Auguste Chabaud e degli artisti provenzali della sua generazione. Tra i suoi partner il Département Bouches du Rhône e Provence Tourisme che insieme alla Chambre de Commerce Italienne pour la France à Marseille hanno reso possibile per chi scrive la visita al museo.















