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La pittura del Seicento torna a Venezia dopo sessant’anni e il protagonista non è affatto scontato
Mostre
di redazione
Si intitola Stupore, realtà, enigma. Pietro Bellotti e la pittura del Seicento a Venezia la nuova esposizione proposta dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, nell’ambito di un lungo percorso di studio e valorizzazione delle collezioni seicentesche.
La mostra, curata da Francesco Ceretti, Michele Nicolaci e Filippo Piazza, costituisce un’interessante occasione non solo per avvicinarsi al lavoro di un artista oggi poco noto come Bellotti, ma anche per approfondire la rivoluzione pittorica—di temi e tecniche— avvenuta in Laguna nel corso del diciassettesimo secolo.

Spiega infatti il Direttore delle Gallerie dell’Accademia, Giulio Manieri Elia: «Una mostra incentrata su un pittore poco noto al grande pubblico come Pietro Bellotti e su un periodo della produzione artistica, il Seicento, al quale non viene dedicata un’ampia esposizione a Venezia da troppo tempo, rappresenta sicuramente una sfida per il museo ma risponde, al tempo stesso, a un preciso progetto culturale condotto da questa direzione, di valorizzare la storia e il patrimonio della pittura lagunare, anche attraverso il significativo tassello della pittura del XVII secolo».
Nel dettaglio, la rassegna si compone di una cinquantina di opere in bilico tra “stupore” e “realtà”, ovvero tra temi e soggetti dell’immaginario barocco, mescolati ad un attento studio del dato reale.
Ciò si riscontra pienamente anche nell’opera del Bellotti, in particolare nei due dipinti acquisiti di recente dal Ministero della Cultura per le collezioni delle Gallerie e oggi presentati in mostra. Si tratta dell’Autoritratto come allegoria dello Stupore e Popolani all’aperto.

Il percorso espositivo, che permette di comprendere la qualità della pittura di Bellotti e la singolarità della sua evoluzione stilistica, si articola in otto sezioni, ognuna delle quali viene evidenziata dai ricchi colori dei supporti allestitivi: dal mito alla quotidianità, dalle allegorie delle Parche e dei filosofi antichi, alle Vanità e alle Scene del quotidiano. La fase finale – tra 1670 e 1690 – rivela la svolta verso il realismo: mendicanti, pellegrini, popolani. In mostra, per la prima volta insieme, anche il Vecchio pellegrino con la sporta giunto dal Museum of Art di Dallas e il Vecchio pellegrino con la brocca (National Gallery di Londra), accanto ai Popolani all’aperto, costruendo una sorta di trittico che restituisce la tensione morale e pittorica del Bellotti maturo.
La mostra Stupore, realtà, enigma. Pietro Bellotti e la pittura del Seicento a Venezia offre dunque un’occasione per conoscere da vicino un artista ancora poco noto e, al tempo stesso, per riscoprire un periodo della pittura lagunare spesso trascurato. Grazie a prestiti internazionali e a opere recentemente acquisite, il percorso espositivo delle Gallerie dell’Accademia restituisce al pubblico un tassello importante della storia artistica veneziana, ampliando e arricchendo la comprensione del Seicento in laguna.
















