-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
ArtVerona apre i battenti: al via la XX edizione
Fiere e manifestazioni
È vero, la tradizionale suddivisione tra le gallerie del contemporaneo e le gallerie che propongono artisti del secolo scorso non c’è più, eppure non si può fare a meno, varcata la soglia della fiera, di guardare a destra e a sinistra per catturare la prima impressione dagli storici padiglioni 11 e 12. A sinistra, dal 12 è un doppio lavoro di Lawrence Carroll a far – davvero – battere il cuore, proposto da Osart Gallery insieme a una selezione di suoi artisti storici, dall’11 invece è Salvatore Arancio, in buonissima compagnia di grandi nomi della galleria, come Marinella Senatore, David Reimondo, Andrea Francolino, Rebecca Moccia e Georges Mathieu, per citarne alcuni.



«Passeggiare tra gli stand significa incontrare idee, linguaggi, visioni» era l’idea della nuova direttrice, Laura Lamonea, e di questo bisogna darle atto: la nuova edizione raccoglie sei sezioni in un ambiente accogliente, spazioso e sicuramente arioso quanto basta per potersi muoversi liberamente alla ricerca di conferme o scoperte nella vasta proposta espositiva. Nel padiglione 12, con la conferma di presenze come Prometeogallery Ida Pisani, Michela Rizzo, con Andrea Mastrovito e Matthew Attard, Simone Frittelli – e con lui Tomaso Binga, Linda Marcucci, Mimmo Rotella e tanti pilastri della poesia visiva, tra cui Eugenio Miccini, con un’irresistibile Amici? Amici! del 1964 – Frittelli Rizzo e Atipografia, troviamo da Alessandro Albanese la proposta di Matteo Valerio, con due tele realizzate con tessuti cuciti con modalità sartoriali – con lui il 15 ottobre inaugurerà a Milano un nuovo spazio espositivo della galleria, BOXBOX – insieme, tra gli altri, a Reverie, Genea Lardini, un Kounellis su carta degli anni ’80 e, last but non least, Domenico Ruccia, che utilizza la pittura come strumento per indagare il concetto di tempo e – piccola parentesi – è anche uno dei 222 artisti segnalati sul nuovo focus curato e stampato da exibart (ve ne abbiamo parlato qui). Come lui anche Nicolò Tomaini, a cui la Galleria Melesi dedica un solo booth.


Gioca in casa la Galleria Gaburro, che proprio qualche giorno fa ha festeggiato i suoi 30 anni di attività con una grande mostra a Milano. In occasione della fiera, tra i nomi di sempre, come Emilio Isgrò, Liu Bolin, Jan Fabre, Fabio Giampietro e Marco Cingolani, anche la new entry Ruben Montini con due lavori che ben testimoniano la poetica – e politica – autobiografica, collettiva e sempre attuale dell’artista. Proseguendo la passeggiata nei corridoi del padiglione, un altro spazio “di casa” è Grand Tour of Alex, con una doppia proposta pittorica che porta i nomi di Alexandra Barth e Hana Garová, mentre viene da Vilnius – e fa ritorno alla fiera – la Contour Art Gallery, che presenta i lavori di Raimondas Gailiūnas, Gabija Pritkovaitė, Eglė Bučienė e Amílcar Rivera Munive: suoi sono i dipinti e i disegni che si ispirano all’immaginazione del figlio che ha creato una città utopica in continua evoluzione diventata un rifugio di speranza in tempi turbolenti abitata da personaggi silenziosi.


Protagonista di entrambi i padiglioni in più stand, Mario Schifano risalta nello stand della Galleria Giovanni Bonelli sullo sfondo di tre sculture di Paolo Migliazza, che esplora il rapporto tra il corpo umano e lo spazio circostante. «La figura umana per me è come una tela bianca», ci raconta per accompagnarci alla scoperta di una ricerca che di espressività e di movimento. Restiamo in tema di corpo e di figura nel passaggio al padiglione 11 dove Marcorossi Artecontemporanea punta all’esterno su Mirco Marchelli e all’interno, vicino a Franco Guerzoni posiziona Valerio Berruti con una ricca, oltre che decisamente interessante, selezione di opere ispirate al mondo sospeso dell’infanzia, il momento della vita in cui siamo tutti uguali e tutto deve ancora avvenire.



Come nel 12, anche qui molti nomi si confermano: Tornabuoni, per esempio; Galleria Giraldi, con Schifano appunto, Gilardi e tanti altri, A+B Gallery con Tiziano Martini, Spazia con – anche Luigi Ontani e Aldo Mondino – e Dep Art Gallery, con Valerio Adami, Natale Addamiano, Albero Biasi, Carlos Cruz-Diez, Pino Deodato, Piero Gilardi, Gerold Miller, Mario Nigro, Pino Pinelli, Jaime Poblete, Salvo, Emilio Scanavino, Regine Schumann, Turi Simeti, Wolfram Ullrich e Giuseppe Uncini. Tra conferme, spazio anche a qualche bella – e nuova, in qualche caso – scoperta nella sezione di Pittura Ora come nel caso di Paolo Cardarella proposto da Ceravento; Carmen Schabracq da Red Lab Gallery; Beatrice Meoni, da Traffic Gallery; e Monika Romstein e Annika Ström da Palmieri Contemporary.
In un clima in cui si respira la possibilità di sostenere nuovi percorsi – «immagino la fiera come uno spazio di relazioni», afferma Lamonea – il padiglione 11 regala ancora, un’altra chicca: Non siamo più artisti non siamo più niente di Giuseppe Chiari, del 1973. Proposta da MLB – Maria Livia Brunelli Gallery, nella sezione Effetto Sauna – insieme a Maria Lai e a a una inconfondibile selezione di ceramiche di Bertozzi & Casoni (una più bella delle altre, va detto) – il titolo dell’opera di Chiari riflette l’ironia tagliente dell’artista che è stato capace di mettere in discussione il suo ruolo e quello dell’arte opponendosi alla sua mercificazione. In un contesto fieristico la presenza dell’opera scardina qualunque mito e, aprendo uno spazio di riflessione sull’identità, rivendica un’arte accessibile, di un’arte che non è oggetto da contemplare ma esperienza da vivere. Anche in una fiera.















