01 novembre 2025

Alexander Wertheim, la geometria del tempo: la mostra alla Galleria Richter di Roma

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Alla Galleria Richter Fine Art di Roma, in mostra le opere del giovane artista tedesco Alexander Wertheim: un approccio metodico alla pittura, per ricercare l’essenza della rappresentazione

14 – Alexander Wertheim, Untitled, acrilico su tela, 80x65cm, 2025, Courtesy Richter Fine Art, Roma, Ph. Credit Eleonora Cerri Pecorella

La Galleria Richter Fine Art di Roma ha aperto la stagione espositiva 2025 con la prima personale in Italia dell’artista Alexander Wertheim, intitolata Brandenburg Paintings, accompagnata da un testo critico di Maria Vittoria Pinotti. Il progetto sarà visitabile fino al 7 novembre 2025. Le opere esposte, realizzate nella città di Brandeburgo nei mesi precedenti, sono esemplificative dell’attuale stato della ricerca dell’artista in continua evoluzione.

Alexander Wertheim è un giovane artista tedesco nato nel 1995 nella città di Wertheim, che oggi vive e lavora a Berlino. Emergendo sulla scena internazionale solo recentemente, con la sua prima apparizione pubblica nel 2022, Wertheim rappresenta una delle voci più interessanti e rigorose della nuova generazione di pittori astratti contemporanei. La sua pratica artistica si distingue per un approccio metodico e concettualmente rigoroso alla pittura, che combina precisione geometrica, disciplina temporale e una ricerca continua sull’essenza della rappresentazione visiva.

Alexander Wertheim, Brandenburg Paintings, veduta della mostra, Galleria Richter Fine Art, Courtesy Richter Fine Art, Roma, Ph. Credit Eleonora Cerri Pecorella

Formazione e sviluppo artistico

Wertheim ha studiato alla Berlin University of the Arts con Manfred Pernice e ha anche approfondito i suoi studi di pittura presso l’Hunter College di New York. Questa formazione transatlantica gli ha permesso di assorbire diverse tradizioni pittoriche e approcci alla creazione artistica, elementi che hanno contribuito alla maturazione del suo stile distintivo.

Nel corso di dieci anni, Wertheim ha sperimentato con vari concetti pittorici, tra cui la produzione di stelle filanti di carta, dipinti di tovaglie e la pratica di uno stile iperrealista. Questo lungo periodo di ricerca testimonia la sua dedizione all’esplorazione delle possibilità del medium pittorico e la sua volontà di non accontentarsi di soluzioni superficiali. Questo percorso è poi evoluto nel suo lavoro più caratteristico: linee spruzzate con spray su tele preparate.

L’evoluzione della tecnica: dallo spray al pennello

Sebbene i primi lavori maturi di Wertheim fossero caratterizzati dall’uso dello spray paint, la sua pratica ha continuato a evolversi. Le opere più recenti mostrano un importante cambiamento metodologico: l’artista ha abbandonato lo spray per abbracciare una tecnica ancora più essenziale, realizzando i suoi dipinti con colori acrilici su tela e pennello. Questa transizione segna un ulteriore passo verso la riduzione e l’essenzialità, privilegiando il contatto diretto tra mano, strumento e superficie.

Tutte le opere sono caratterizzate da una radicale ed efficace semplificazione formale del linguaggio pittorico. La pratica rudimentale ed estremamente stilizzata ricorda la semplificazione formale delle pitture rupestri, evocando un ritorno alle origini stesse del gesto pittorico. Le linee o barre incrociate sono tracciate in modo libero e gestuale, cosicché ogni opera risulta diversa dalle precedenti e dalle successive.

Alexander Wertheim, Brandenburg Paintings, veduta della mostra, Galleria Richter Fine Art, Courtesy Richter Fine Art, Roma, Ph. Credit Eleonora Cerri Pecorella

Il linguaggio visivo: la griglia come archetipo

I dipinti di Wertheim sono costruiti con linee verticali e orizzontali che formano griglie liberamente connesse. Quello di Wertheim è un atto pittorico estremamente riduttivista sia per la scelta di trattare in maniera seriale l’immagine della griglia – elemento per eccellenza che nella storia della cultura universale ha inteso ordinare e organizzare – che per uno sviluppo attraverso una pratica essenziale e concentrata.

L’aspetto centrale dei dipinti di Wertheim è l’intersezione di entità verticali e orizzontali—un principio che egli considera fondamentale per tutto. Questa affermazione rivela la profondità filosofica del suo approccio: le linee verticali e orizzontali non sono semplici elementi compositivi, ma rappresentano coordinate fondamentali dell’esperienza umana dello spazio. La croce formata da verticale e orizzontale è archetipica, presente in innumerevoli contesti culturali e simbolici.

Nata da una apparente combinazione di forme gestuali, la griglia è per Wertheim motivo e stimolo di una ricerca sviluppata in serie. Sebbene si concentri su questo unico soggetto, l’imprevedibilità della tecnica pittorica gli permette di acquisire una incessante diversità. Come osserva la critica Maria Vittoria Pinotti: “Le pitture di Alexander Wertheim sono frutto di un’esecuzione tanto riflessiva quanto intuitiva, in cui l’artista lavora forma e toni come fossero i tasti di una tastiera infinita che suona senza attenersi ad alcuna regola, tracciando un’ossatura piuttosto che una griglia”.

Alexander Wertheim, Untitled, 50x40cm, Untitled, 110x90cm, acrilico su tela, 2025, Brandenburg Paintings, Installation view, Courtesy Richter Fine Art, Roma, Ph. Credit Eleonora Cerri Pecorella

Il colore e la superficie

La scelta dei colori è totalmente spontanea: l’artista trae ispirazione da tonalità che rimangono in memoria e che vengono accostate senza una logica associativa ma attraverso innumerevoli tentativi. La saturazione di ogni tono dipende dall’intensità specifica della materia, a volte più o meno densa, e dalla vicinanza con cui viene applicata sulla tela. Ne risulta una variazione cromatica che crea un’affascinante tensione sulla superficie.

Nonostante la pittura contemporanea sia fortemente caratterizzata, spesso ossessionata dalla necessaria presenza di elementi figurativi, Alexander Wertheim mira a riflettere sul valore fisico e visivo della tela bianca. Il supporto è appena tracciato da segni verticali e orizzontali in modo apparentemente incerto, formando una griglia e trasmettendo una pacata e oscillante frenesia. Le opere si possono considerare come lo studio di una dimensione che occupa e insinua lo spazio, senza chiuderne del tutto i vuoti ma orientandoli con delicatezza, fino a costituire un sistema di corrispondenze imperfette: tracce che si sovrappongono, ripetizioni mai identiche, sviluppate secondo la traiettoria apparentemente incerta e vacillante del pennello.

Il metodo temporale e geografico

Un aspetto fondamentale e unico della pratica di Wertheim è la sua relazione con il tempo e lo spazio. Wertheim dipinge sempre in serie, che inizia all’inizio di un mese particolare e poi completa prima della fine di quel mese. Questo vincolo auto-imposto trasforma ogni serie in un documento temporale, una registrazione dell’evoluzione della sua visione nel corso di un periodo specifico.

Più recentemente, l’artista ha introdotto anche una dimensione geografica nella sua pratica: l’unico elemento utile per distinguere e orientare la propria ricerca è il luogo di creazione dei dipinti. I titoli delle sue opere riflettono questa metodologia spazio-temporale: November Paintings (Brunnenstraße 22, Berlino, 2022), Sunsets (König Galerie, Berlino, 2023), e January 2024 (ACME art fair con SAENGER Galería, Mexico City, 2024), e più recentemente Brandenburg Paintings, realizzate nella città di Brandeburgo nei mesi precedenti l’esposizione romana.

Questa estrema riduzione si riflette anche nei titoli delle mostre: né significati nascosti, né riferimenti simbolici, solo la pura indicazione del luogo e del tempo in cui le opere sono state create. Questa scelta sottolinea l’assenza di pretese narrative o interpretative predeterminate, lasciando lo spettatore libero e autonomo di formulare le proprie risposte.

Le questioni fondamentali

Nonostante l’intera ricerca dell’artista si concentri attorno all’assenza e la sola presenza di un elemento semi-geometrico, sono diverse le domande che Wertheim intende sollevare: Che cos’è un quadro? Quali sono i limiti del linguaggio pittorico? Quanto è risolutiva l’incertezza, per la riuscita di un’opera? Che valore ha la superficie neutra e bianca della tela o della carta?

Queste sono tutte questioni che Wertheim esplora, ma lascia lo spettatore libero di formulare le proprie risposte, allontanandosi da qualsiasi interpretazione imposta. Come afferma Maria Vittoria Pinotti: “C’è stato un momento in cui i pittori si tormentavano nella ricerca spasmodica di un tema, inteso come verifica della realtà. Oggi c’è chi, con coerenza, lucidità e senza alcuna pretesa, concentra un’intera ricerca sulla semplificazione di un unico soggetto”.

Alexander Wertheim, Untitled, acrilico su tela, 65x50cm, 2025, Courtesy Richter Fine Art, Roma, Ph. Credit Eleonora Cerri Pecorella

Dimensioni e orientamento

Mentre le dimensioni individuali di ogni serie possono variare leggermente, sono generalmente orientate verticalmente, richiamando gli atti pittorici che le hanno portate in essere. Questa scelta dell’orientamento verticale è significativa: suggerisce la figura umana, la postura eretta, e crea una relazione corporea con lo spettatore. Le tele diventano quasi presenze, superfici che dialogano con il corpo di chi le osserva.

Il percorso espositivo internazionale

Nonostante la sua giovane carriera, Wertheim ha già costruito una presenza significativa nel circuito internazionale dell’arte contemporanea. Dal 2022 ha presentato cinque mostre personali, un ritmo produttivo notevole che testimonia sia la sua dedizione che l’interesse del mercato e delle istituzioni per il suo lavoro.

La sua rappresentazione da parte della prestigiosa König Galerie di Berlino e della SAENGER Galería in Messico indica il riconoscimento della qualità del suo lavoro. La sua partecipazione a fiere d’arte internazionali, come ACME a Mexico City e Material Art Fair, dimostra l’interesse del collezionismo contemporaneo per il suo lavoro e la sua capacità di dialogare con diverse scene artistiche geografiche.

Alexander Wertheim, Untitled, acrilico su tela, 150x120cm, 2025, Courtesy Richter Fine Art, Roma, Ph. Credit Eleonora Cerri Pecorella

Il contesto artistico contemporaneo

Wertheim si inserisce in un momento particolare per la pittura astratta contemporanea, caratterizzato da un rinnovato interesse per le pratiche pittoriche rigorose e concettuali. In un’epoca dominata dalle tecnologie digitali e dall’immediatezza delle immagini, la sua scelta di dedicarsi a un processo pittorico manuale, disciplinato e temporalmente definito rappresenta una forma di resistenza e di riflessione sulla lentezza e sulla materialità.

Il suo lavoro dialoga con questioni centrali nell’arte contemporanea: la relazione tra processo e risultato, il ruolo del vincolo e della regola nella creazione artistica, la possibilità di una pittura astratta che sia al contempo concettuale e sensuale. Le sue griglie colorate non sono fredde costruzioni geometriche, ma superfici vibranti che registrano la presenza fisica dell’artista e il passaggio del tempo.

Le opere di Wertheim evocano diverse tradizioni artistiche: il Neoplasticismo di Piet Mondrian, l’Espressionismo Astratto nella sua attenzione al colore e al gesto, e la Color Field Painting. Tuttavia, il suo lavoro si distingue per un’estrema riduzione formale che lo avvicina più a una sorta di primitivismo contemporaneo, dove il gesto essenziale e la ripetizione diventano strumenti di indagine filosofica sulla natura stessa della pittura.

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