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6 stand da non perdere a The Others Art Fair a Torino
Fiere e manifestazioni
Con il titolo dichiarativo The future is here, right now!, la XIV edizione di The Others Art Fair si presenta come un laboratorio dedicato all’immaginazione del presente e delle sue possibili trasformazioni. Allestita negli spazi del Padiglione Americas 2 dell’ITCILO di Torino, la fiera ha l’intenzione di configurarsi come un ecosistema relazionale in cui gallerie emergenti, artist run space e realtà indipendenti dialogano in un contesto condiviso. Più che una tradizionale piattaforma commerciale, The Others ambisce a costruire un terreno di confronto tra linguaggi, generazioni e geografie diverse, dove il futuro dell’arte viene interrogato attraverso pratiche collettive e processi di rigenerazione.
Le 57 mostre curate dagli espositori delineano un percorso che attraversa temi centrali dell’attualità (dal corpo alla sostenibilità, dall’intelligenza artificiale alla memoria) in linea con la volontà dell’organizzazione di promuovere una riflessione ampia sul ruolo dell’arte come dispositivo di connessione e immaginazione sociale.
Tra gli stand in mostra si distingue una forte presenza pittorica, un trend che continua a imporsi anche in altri contesti fieristici e commerciali, affiancata da un ritorno consistente della fotografia come linguaggio di indagine sul reale. Non mancano tuttavia progetti che scelgono di giocare con lo spazio, costruendo ambienti site-specific o sperimentando ibridazioni tra media e linguaggi che sconfinano oltre la tradizionale dimensione dell’opera.
Di seguito, una selezione degli stand da non perdere fino a domenica e dei progetti più interessanti per la loro coerenza curatoriale e la capacità di aprire nuove direzioni di ricerca.
BUNKER Galleria (Firenze)
Fondata a Firenze da Niccolò Antonielli e Cosimo Bonciani, BUNKER nasce come studio di architettura e design, per poi evolversi in un luogo in cui arte, modernariato e progettazione si incontrano. La galleria si configura oggi come un laboratorio di contaminazioni visive e spaziali, dove opere d’arte e oggetti d’uso dialogano senza gerarchie di tempo o funzione. A The Others, Bunker porta questa stessa attitudine sperimentale con un progetto che intreccia pittura e design: l’artista Monograff, scenografo del Maggio Musicale Fiorentino, trasforma lo spazio con un intervento pittorico site-specific, in dialogo con le riflessioni materiche di Filippo Mannucci, Davide D’Alessandro e Jonathan Bocca. Piantane, librerie e un poggia-abito, concepiti con particolare attenzione alla scelta dei materiali–in alcuni casi di riuso–diventano elementi scultorei sospesi tra funzione e astrazione. Le opere interagiscono con l’architettura dello spazio restituendo l’immagine di una galleria che indaga gli sconfinamenti tra discipline e la dimensione organica e mutevole dell’oggetto artistico.

Galleria Davide Di Maggio (Milano)
La storica Galleria Davide Di Maggio costruisce la propria presenza a The Others attorno a un’icona dell’arte Fluxus, V40 (Vostel 40 Jahrealt) di Wolf Vostell (1973–76), omaggio diretto alla Boîte-en-valise di Duchamp. L’opera, racchiusa in una valigia, diventa la chiave concettuale per leggere l’intera collettiva, una riflessione sulla mobilità dei significati e sulla rigenerazione dello sguardo. Intorno a questo nucleo si sviluppa un dialogo tra generazioni: i giovani artisti provenienti dall’Accademia di Brera–tra cui Leonardo Fenu, Simone Brambilla e Claudio Gobbi–dialogano con la ricerca più matura di Nerina Toci, costruendo un percorso che attraversa le zone di confine tra ready-made, fotografia e installazione. La valigia di Vostell, simbolo di un’arte nomade e aperta, diventa così un contenitore metaforico di nuove possibilità interpretative.

Garage Fontana (Modica)
Sorto in un ex garage a Modica e diretto da Margherita Ratti, Garage Fontanarappresenta una delle più giovani e vivaci realtà del panorama siciliano. Nato nel 2024 e sostenuto dall’associazione In Contemporanea, lo spazio si dedica alla promozione di artisti emergenti, alternando mostre collettive e personali con un taglio curatoriale attento alla dimensione processuale. A The Others, Ratti mette in dialogo le opere pittoriche di Michelangelo Menu con quelle del duo franco-austriaco Célia Picard e Hannes Schreckensberger (vere protagoniste della proposta espositiva), che esplorano i rapporti tra corpo e spazio. I loro oggetti sportivi “low-tech” e le coperte-arazzo della serie Recovery Blanket si confrontano con gli autoritratti di Menu, costruendo un percorso sull’identità e la ritualità del gesto. L’allestimento si distingue per la sua capacità di creare un ambiente coerente, in cui il corpo si fa strumento di conoscenza e misura del mondo.

Gaze-Off & Franco Marinotti (Svizzera e Spagna)
Nato da un’idea di Guido Tognola e Franco Marinotti, Gaze-Off è un progetto transnazionale che riflette sui rapporti tra memoria individuale e collettiva. Presentato per la prima volta nel 2022 a Wopart (Lugano), approda ora a The Others con una collettiva che mette in dialogo i fotografi Jean-Marie Reynier, Juande Jarillo, Gaia Renis e Prisca Groh con gli artisti Angelo Mosca e Flavio Favelli. Le opere si dispongono come frammenti di un archivio emotivo diffuso, in cui la stratificazione delle immagini costruisce un racconto sul modo in cui ricordiamo–e riscriviamo–noi stessi. Tra fotografia e installazione, il progetto indaga la memoria come spazio di mediazione culturale, restituendo un paesaggio sensibile fatto di differenze e intersezioni, dove ogni immagine diventa un atto di ricomposizione identitaria.

Raw Messina (Roma)
Fondato a Roma da Gabriele Stabile e Pax Paloscia, Raw Messina nasce come progetto che oltrepassa la nozione tradizionale di galleria per configurarsi come una piattaforma fluida dedicata alla fotografia e alle arti visive. In dialogo con la tematica generale della fiera, lo stand esplora il rapporto con il digitale–tra sensibilità umana e intelligenza artificiale–attraverso una proposta «radicalmente analogica», che rivendica il ritorno all’emozione autentica come forma di resistenza al flusso di immagini e verità instabili. In mostra, le fotografie manipolate di Pax Paloscia si confrontano con i dipinti di Eleonora Rossi, la ricerca materica di Erendira Reyes e una selezione di polaroid intime di Kristina Babusci, esposte come un gesto silenzioso e privato. Il risultato è un racconto corale in cui l’immagine diventa strumento di empatia e cucitura tra la dimensione fisica e quella virtuale, riaffermando la forza dell’esperienza sensibile nell’era dell’artificio tecnologico.

Spazio Pirotecnico (Torino)
In un’ex tintoria industriale di Torino, Spazio Pirotecnico unisce architettura, arti visive, design e ricerca sociale, configurandosi come un organismo in continua trasformazione. Non una galleria, né un collettivo in senso stretto, ma un luogo di incontro dove la sperimentazione è pratica quotidiana. Il progetto presentato a The Others riflette proprio questa natura ibrida: le opere di Piero Brarda, Ditjan Muça (in coppia con Brarda nel duo Bodho), Francesca Lopetuso e Paula Daher costruiscono un dialogo di ascolto e contaminazione tra materiali, suoni e memorie. L’allestimento si espande nello spazio come un organismo vivo, dove il gesto creativo diventa forma di relazione. Con la sua energia fluida e inclusiva, Spazio Pirotecnico incarna pienamente lo spirito di The Others: la ricerca come esperienza condivisa.















