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L’infinito in scala: l’installazione di Lucia Schettino per Somma Vesuviana
Progetti e iniziative
di redazione
C’è una nuova installazione permanente nel Borgo Casamale. È stata inaugurata nei giorni scorsi EPIPHANEIA – Manifestazioni in scala, opera di restituzione pubblica di Lucia Schettino a cura di Stefania Trotta in occasione della residenza d’artista Art Summit II – Vesuvio Contemporary Experience and Residency promossa dall’associazione Tramandars. L’installazione site specific, realizzata con l’aiuto tecnico dell’associazione Amici del Casamale, ha avuto il sostegno dell’Archivio Russo Somma e della Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, ed è visibile in Via Botteghe n 34 a Somma Vesuviana, in provincia di Napoli.
L’ispirazione è nata a seguito dell’ascesa sul Monte Somma, parte integrante del Vesuvio. La Festa della Montagna è una tradizione molto sentita nel territorio vesuviano, un rito che si ripete nel mese di maggio da quasi quattro secoli. La salita verso la cima è scandita da canti e fiaccolate, dalla benedizione delle “paranze”, ovvero dalle compagnie di devoti accompagnate da gruppi di suonatori, dalle consegne delle “perteche” alla donna amata e poi antichi canti popolari, tammurriate, giochi di fuoco e di luci.

Coinvolgere in questo evento ricorrente gli artisti, invitati in residenza, è una pratica che l’associazione Tramandars ripete da ormai tre edizioni, facendo conciliare la cultura popolare con l’arte contemporanea. Lucia Schettino ha compiuto questa salita nel maggio del 2024, invitata per Art Summit II, vivendola come un’ascesi spirituale: la sua ricerca, infatti, è da sempre riferita al mondo naturale, all’argilla e ai suoi poteri terapeutici e curativi.
Con queste premesse è nata l’opera di restituzione Epiphaneia che dal contesto religioso ha recuperato il significato di apparizione, di manifestazione. Mentre nella religione greca antica, infatti, il termine “epipháneia”, era usato per descrivere il momento in cui le divinità manifestavano la loro presenza agli uomini, durante le feste a loro dedicate, quella di Schettino è una Epiphaneia che si manifesta interiormente, quando è accesa dal calore della consapevolezza.

L’artista, originaria di Castellammare, durante la residenza iniziata a settembre, ha deciso di utilizzare il laboratorio come strumento per realizzare un momento di unione tra lei e le persone. L’argilla è un materiale familiare perché tutti abbiamo giocato con la terra, fatto castelli di sabbia o provato a fare impasti. L’argilla è stata anche una sfida, perché le persone, bendate, non hanno potuto vedere ciò che stavano realizzando, invece sono state guidate dall’artista e dal loro inconscio. Schettino ha utilizzato una tecnica quasi psicoterapeutica, di discesa nell’io, in relazione con le persone del borgo coinvolte che, in questo modo, hanno potuto riscoprire memorie sepolte. Solo dopo aver visto il prodotto del loro lavoro, i 13 abitanti del borgo si sono accorti del transfert emotivo che le loro mani avevano compiuto sulla materia argillosa, la loro Epiphaneia.

Dopo ogni laboratorio, Lucia ha continuato i lavori in solitudine e ha ultimato le piccole opere, seguendo le emozioni percepite e interiorizzate durante i laboratori. Queste 13 sculture saranno esposte fino al 10 dicembre nello spazio Puteca, al Borgo Casamale, insieme al video emozionale che racconta l’esperienza del laboratorio e alle capsule collection.

Durante il periodo di residenza, esplorando il borgo, l’artista si è spesso imbattuta nelle numerose scale che costellano il borgo, che portavano sempre più in alto ma sempre in un posto, una casa, una chiesa. Così ha deciso di realizzare la sua installazione site specific proprio su una scala. La scelta è ricaduta su una scala in via Botteghe 34, riparata da archi a vista e composta da 13 gradini, lo stesso numero di persone che avevano preso parte al laboratorio. «Se il laboratorio INVITRO – dice la curatrice – riprendeva una visione anche un po’ sperimentale, con l’opera di restituzione, che ha come sottotitolo Manifestazioni in scala, abbiamo voluto trasmettere, attraverso la rappresentazione fotografica della scala, immortalata quasi in proporzione reale 1:1, l’idea di infinito».

Lungo la parete sinistra della scala, poi, l’installazione scultorea, formata da 13 vasetti sospesi disposti a forma di orologio, rappresenta l’Epiphaneia di Schettino per il borgo, partendo dalla forma più semplice, fino a realizzare 13 versioni in trasformazione del contenitore per eccellenza, che restituiscono la moltitudine di possibilità della materia argillosa e che in fondo sono il riflesso della natura umana.

L’ultima versione, la tredicesima, è quella che dal centro segue, come un osservatore, queste continue trasformazioni e che invita a lasciare un fiore, come gesto di partecipazione e rinascita comunitaria attiva. Se una volta saliti in cima alla scala, ci si ritrova davanti a un’altra scala, sta a noi decidere se solcarla con la mente e, magari, scegliere, questa volta, di volerla scendere interiormente.














