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Seconda presentazione stasera, per il ciclo “Academy Awards”, della sezione dedicata alla cattedra di scultura di Gianni Caravaggio all’Accademia di Brera, con i suoi studenti, che hanno operato una riflessione intorno ad un particolare tema, identificato dal titolo “L’intimità dell’immagine come luogo in comune”. Una manifestazione che Exibart ha anche ospitato nel ciclo di interviste ad Artisti-docenti, a cura di Silvia Bottani. Scrive l’artista: «Da qualche tempo nella riflessione sul mio lavoro, e poi in dialogo con i miei studenti a Brera, si presenta la necessità di sollevare la questione dell’immagine. Una questione che nella considerazione postmoderna è stata stilizzata come oggetto bidimensionale destinato al consumo populistico. Secondo l’avvento di una nuova sensibilità, e quindi di una nuova coscienza, occorre rimettere l’immagine in una luce in cui essa potrà apparire come causa germogliante. Quale potrebbe essere una ridefinizione dell’immagine, dopo la sua riduzione a semplice illustrazione spettacolare?»
Un’immagine che non è da equivocare con la sfera privata ma che ha a che fare con la generazione in sé delle immagini, come qualcosa che si immerge concretamente nella materia dell’arte.
Da stasera, e fino al 9 giugno prossimo, Brera sarà la protagonista negli spazi di viafarini DOCVA di questa ricerca, nella volontà dell’iniziativa di costruire una relazione tra i futuri artisti e gli spazi no profit della città nonché del sistema dell’arte, in un’esposizione che arriva dopo un anno di ricerche in aula che hanno costituito, come ricorda lo stesso Caravaggio, «una narrazione evocata e aperta, con osservazioni e riflessioni sollevate da una questione essenziale: il mistero che costituisce l’opera d’arte».