02 giugno 2014

Lo strano caso del Padiglione del Belgio. Tra mancata trasparenza e problemi di “curriculum” Vincent Meessen non rappresenterà più il Paese alla Biennale 2015

 

di

Vincent Meessen, My new life, 2011
È stato sospeso perché “non dispone di un curriculum vitae adeguato per rappresentare il Paese”. Accade all’artista e curatore Vincent Meessen, che lo scorso mese di aprile era stato annunciato come il rappresentante del Belgio alla Biennale d’arte 2015 dal Ministro della Cultura Fadila Laanan.
Ma cosa è successo? Che Charles Szymkowicz, pittore respinto dalla giuria della Biennale, ha presentato un appello al Consiglio di Stato perché Meessen non è degno di rappresentare il Paese in una kermesse mondiale come la Biennale. 
Mancano infatti da istituzioni francesi o fiamminghe (nelle varie edizioni si “turnano” i propri artisti, proponendo una selezione), l’artista multimediale aveva dalla sua quattro dei sette membri della giuria, collegati per rapporti personali o professionali per l’artista. Era accaduto però anche nel 2011 con la nomina di Angel Vergara, curato da Luc Tuymans: anche in questo caso il Ministro Laanan venne criticata per la mancanza di “trasparenza”: nessun invito agli artisti per le open call. Laanan ora probabilmente dovrà iniziare nuovamente il processo di nomina dell’artista, a partire dalla ricostruzione di una  giuria che dovrà delineare più chiaramente i criteri per la selezione.

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