Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Purtroppo esistono numerosi casi, soprattutto nel sito archeologico a cielo aperto di Pompei, di turisti vandali che si sentono autorizzati a sottrarre illecitamente al nostro patrimonio storico e artistico un cadeaux. Sarà il bisogno di possedere qualcosa di unico, fare proprio il sito più conosciuto al mondo, ma le vere motivazioni che spingono un visitatore di un bene culturale a staccare un pezzetto di muro andrebbero ricercate nei meandri della psiche.
È un dato di fatto però che una gran parte di quegli stessi turisti, a distanza di tempo, si sentono colpevoli e decidono di restituire gli oggetti illecitamente sottratti. Ciò potrebbe essere legato alla leggenda che vede perseguitati dalla cattiva sorte tutti coloro che “rubano” al famoso sito, o ptrebbe essere legato a un senso di rimorso.
A questo proposito Massimo Osanna, il Soprintendente di Pompei, ha infatti manifestato l’intenzione, in un futuro, di organizzare una mostra con le varie “restituzioni”. Ciò però è un progetto in via di valutazione in quanto la stragrande maggioranza degli oggetti “trafugati” sono frammenti ceramici ed elementi architettonici di secondaria importanza. (Federica Pignata)