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Fotografare fa rima con spiare? In terra sovietica sembrerebbe di sì, anche se l’obiettivo della macchinetta è puntato su una semplice fermata dell’autobus. Ok, forse così semplice non è – architettonicamente parlando – ma questo di certo non giustifica un’accusa di spionaggio!
Il fotografo canadese Christopher Herwig durante un lungo viaggio in bicicletta da Londra a San Pietroburgo, ha notato la particolare e variegata estetica delle fermate dei bus di epoca sovietica e ha passato ben 12 anni a fotografarle. Queste fermate erano durante il regime terra fertile per la sperimentazione artistica, non dovendo sottostare a restrizioni di design o di budget.
Ma realizzare questo progetto non è stato sempre facile, in molte occasioni Herwig ha dovuto lottare con il sospetto, accusato di essere una spia e salvato per un pelo da situazioni a dir poco spiacevoli. In Abcasia lo hanno addirittura scambiato per un agente georgiano intento a raccogliere materiale fotografico sensibile.
Disavventure a parte, gli scatti di Herwig mostrano molti esempi di architettura sovietica e un’incredibile varietà di stili sparsi su 14 paesi. Le fotografie sono raccolte nel volume “Soviet Bus Stop”, eletto miglior photo book del 2014 da Martin Parr e recentemente rieditato. (Giulia Testa)





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