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L’arte non è nuova nella lotta all’incarcerazione di massa, numerosi sono gli artisti che con le loro opere criticano duramente questo fenomeno, soprattutto negli Stati Uniti, dove i problemi legati al sistema penitenziario sono particolarmente evidenti.
Lo scorso 25 ottobre è stato l’anniversario dell’apertura della prima prigione moderna americana, la Eastern State Penitentiary nata nel 1829. In occasione della ricorrenza l’artista Lech Szporer si è presentato davanti al Manhattan Detetion Complex di New York, conosciuto anche come “le Tombe”, per mettere in atto la sua ultima performance. Chiuso in una gabbia di metallo posizionata nel mezzo della strada, ammanettato, con indosso una tuta arancione è rimasto fermo in silenzio attirando la curiosità e l’attenzione dei passanti. Quando dopo poco alcuni poliziotti si sono avvicinati all’installazione, Szporer gli ha consegnato un biglietto con su scritto: “Questa è una performance artistica. Non è contro di voi, ma il sistema deve cambiare”. The cage project, questo il titolo dell’opera, è durata appena sessanta minuti, finché gli agenti non hanno deciso di intervenire e di prendere per alcune ore in custodia l’artista. (Giulia Testa)
Fonte: The New Yorker





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