24 novembre 2016

Scudi d’artista

 

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In un periodo storico in cui le proteste dal basso trovano nuovo slancio, soprattutto negli Stati Uniti, sempre più artisti decidono di abbandonare la sicurezza dei loro atelier e di schierarsi per le cause in cui credono, usando l’arte come strumento di difesa oltre che di dialogo. 
Cannupa Hanska Luger, spinto dal desiderio di partecipare attivamente alle proteste contro il Dakota Access Pipeline, ha realizzato dei veri e propri scudi da usare negli scontri tra polizia e nativi americani. Il progetto prevede la costruzione di un oleodotto lungo oltre mille miglia che attraversa quattro stati americani passando vicino a un’area in cui vive una comunità Sioux e sotto un lago. Alla protesta stanno partecipando appartenenti alla comunità nativa, ma anche molti altri statunitensi, indignati dal pericolo che l’oleodotto costituirebbe in caso di perdite o guasti, con il rischio di contaminare le fonti acquifere della zona. 
Gli scudi realizzati dall’artista sono rivestiti da una superficie specchiata, per far sì che gli agenti in tenuta antisommossa si vedano riflessi mentre sono schierati davanti ai manifestanti. Luger, che ha anche origini native americane, si è ispirato agli scudi usati durante le proteste di Maidan in Ucraina, avvalendosi per la loro realizzazione degli studenti dell’Institute of American Indian Arts (IAIA) di Santa Fe, in New Mexico, dove è artista residente. L’idea è quella di ricordare ai poliziotti che sono innanzitutto esseri umani, cercando di far scattare nelle forze dell’ordine un senso di identificazione con i manifestanti. (GT)

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