03 maggio 2017

Questo ponte non s’ha da fare

 

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Il Sindaco di Londra Sadiq Khan ha revocato il suo supporto per il ponte giardino progettato da Thomas Heatherwick rifiutando di firmare le fondamentali garanzie finanziarie che avrebbero permesso la continuazione dei lavori.
In una lettera indirizzata a Mervyn Devies, presidente della Garden Bridge Trust, organizzazione che sta dietro al grande progetto, Khan ha confermato la sua volontà di non garantire i fondi per la costruzione e il mantenimento del ponte coperto di vegetazione, progettato per collegare le due rive del Tamigi tra South Bank e Temple.
La decisione del sindaco segue i dati analizzati nella valutazione indipendente del progetto di Margaret Hodge, dalla quale risulta che per i contribuenti sarebbe più vantaggioso se la costruzione del ponte si arrestasse, in quanto il rischio finanziario che ne consegue è troppo alto.
La lettera del Sindaco alla Garden Bridge Trust evidenzia tre importanti rischi finanziari da non poter sottovalutare; il primo fra tutti l’incremento vertiginoso dei costi del progetto, come ben evidenziato dalle constatazioni della Hodge, che da 60 milioni di sterline è cresciuto fino a 200 milioni, mettendo in discussione  la fattibilità e l’utilità del progetto. Il secondo riguarda principalmente la probabilità che il ponte non venga neanche terminato a causa dello scadenziario della serie di autorizzazioni per la sua costruzione, ancora validi solo fino a dicembre di quest’anno. Infine, -last but not least- come direbbero i diretti interessati,  Khan sottolinea l’incertezza che aleggia  sulla raccolta delle donazioni per coprire i futuri costi di manutenzione.
Ad oggi, sono già stati spesi 37,4 milioni  per la costruzione dei primi 367 metri di ponte giardino, ma la Garden Bridge Trust ha recentemente perso due dei maggiori donatori lasciando un deficit finanziario di almeno 70 milioni di sterline.
“Sono sempre stato chiaro” afferma il sindaco di Londra “non un singolo penny dei contribuenti deve essere più stanziato per tale progetto.” (Gaia Tirone)
Fonte: dezeen

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