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La scorsa settimana il Louvre ha deciso di non esporre l’installazione del collettivo olandese Atelier Van Lieshou, ritenendola sessualmente esplicita. Domestikator, l’imponente scultura di 13 metri per 30 tonnellate di acciaio, che in effetti mostra apertamente un atto sessuale, sembrerebbe tra un essere umano e un animale non meglio identificato, doveva essere inclusa ieri nella mostra Hors les Murs (Oltre le mura), organizzata in collaborazione con Fiac nel giardino delle Tuileries, ma il museo ha poi rifiutato l’opera. La commissione organizzatrice ha subito precisato che sarebbe stata esposta troppo vicina a un parco giochi per bambini, e il direttore del Louvre Jean-Luc Martinez, ha aggiunto anche che l’opera «ha un aspetto brutale, e rischia di essere frainteso dai visitatori». Le risposte non si sono fatte attendere e infatti Joep van Lieshout, uno dei fondatori del collettivo ha subito risposto alle accuse, dichiarando in un’intervista al New York Times che «certe cose non dovrebbero accadere. Un museo dovrebbe essere un luogo aperto per la comunicazione […] L’opera in sé non è nemmeno molto esplicita. È una forma molto astratta. Non si vedono genitali, è innocente». Ma tutto è bene quel che finisce bene potremmo dire, perché dopo giorni di accesa polemica, Bernard Blistene, direttore del Centre Pompidou, è intervenuto per dare una svolta alla questione, decidendo di ospitare l’installazione, che da martedì è visibile nello spazio antistante al museo, accompagnata da una valanga di critiche e commenti dei visitatori. E migliaia di scatti. (NG)
Fonte: Newyorktimes.com