28 settembre 2020

Il Codacons sul piede di guerra: parte l’esposto contro Chiara Ferragni per blasfemia

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Francesco Vezzoli ritrae Chiara Ferragni come la Madonna del Sassoferrato ma il Codacons non ci sta e parte l'esposto per blasfemia e offesa al sentimento religioso

Il Codacons ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica e al Ministro dei beni culturali, Dario Franceschini: al centro del mirino dell’associazione che si occupa di tutela diritti degli utenti e dei consumatori, una fotografia in cui Chiara Ferragni compare nelle vesti della Madonna. Nello specifico, quella con bambino, dipinta da Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato e poi modificata da Francesco Vezzoli con le fattezze della influencer, per integrare una intervista rilasciata all’ultimo numero di Vanity Fair, dedicato alle donne italiane e al loro “power”.

La fotografia della Madonna Ferragni non è piaciuta proprio a tutti, d’altra parte la manipolazione provocatoria delle immagini popolari è una delle chiavi della ricerca di Vezzoli. Le invettive sembravano limitarsi ai commenti di alcuni fedeli rilasciati sui social, la piattaforma più consona a Chiara Ferragni, fino a quando non ci si è messo di mezzo il Codacons, che è passato alle vie di fatto, invocando termini da apocalisse, tipo “blasfemia” e “offesa al sentimento religioso”, arrivando ai piani alti, fino a Papa Francesco, invocando «una grave mancanza di rispetto per i cristiani, per l’intero mondo religioso e per l’arte in genere». Mille e non più mille, invasioni di cavallette e nubifragi (che in effetti stanno spazzando la Penisola ma dubitiamo per ritorsione contro Ferragni e Vezzoli).

Insomma, antico testamento a parte, secondo il Codacons, Chiara Ferragni avrebbe usato l’immagine della Madonna e la religione a scopo commerciale, «essendo noto come la Ferragni sia una vera e propria macchina da soldi finalizzata a vendere prodotti, sponsorizzare marchi commerciali e indurre i suoi follower all’acquisto di questo o quel bene». Che in questo caso dovrebbe essere un rosario? Scherzi a parte, non si vede come la reinterpretazione di una icona – anche se sacra – possa mancare di rispetto alla storia dell’arte. In fondo sono passati molti anni dai baffi di Marcel Duchamp all’opera per eccellenza e quello dell’appropriazione dovrebbe essere un concetto ormai assimilato. Per quanto riguarda la fede, negli ultimi anni ci sono state molte altre opere decisamente più “aggressive”, dall’ormai leggendario Piss Christ di Andres Serrano, nel 1987, alla Holy Virgin Mary fatta di sterco, di Chris Ofili, del 1996, per non parlare della performance di Deborah de Robertis, che nel 2016 si denudò a Lourdes.

Insomma, questa del Codacons contro Chiara Ferragni sembra più una presa di posizione dovuta a situazione pregresse. Mesi fa, nei giorni più duri della pandemia, sempre il Codacons si era scagliato ancora contro i Ferragnez, a causa della gestione non troppo chiara della raccolta fondi per la costruzione di un reparto aggiuntivo di terapia intensiva all’ospedale San Raffaele di Milano. In quel caso, l’esposto era motivato dai costi occulti, connessi alle transazioni con carte di credito e debito. Una vicenda decisamente più interessante di questa, nonostante le alte cariche chiamate in causa.

2 Commenti

  1. Esseri veramente spregevoli sono sia la Ferragni che l’artista (?) Vezzoli. Sono coraggiosi come i f.lli Bianchi. Fanno i “bravi” con i simboli religiosi dei Cattolici perché sanno che da questi, oltre all’indignazione non ci può essere nent’altro (come il ragazzo a terra impossibilitato a reagire e ucciso a
    pedate ); perché non lo fanno con qualche simbolo Mussulmano? Non venitemi a dire che sono degli esseri spreggevoli e “Vigliacchi”!

  2. avanti con l’Islam “de noantri”, avanti con la blasphemia. Continuiamo a retrocedere nel ridicolo, come i gamberi, per vedere se presto ne saremo sommersi. Pena per il blasfemo artista… ce l’ho: trenta anni di carcere duro, previa flagellazione pubblica. Poi ci mettiamo la bandierina della francia su feisbuc sulla faccia in semitrasparenza, con la scrittina “Je suis Charlie”. Perchè noi italiani siamo così: SCEMI.

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