11 gennaio 2022

Cultura in svendita: una petizione per salvare il Casino dell’Aurora

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Pochi giorni per l’asta del Casino dell'Aurora di Villa Ludovisi, bene culturale sede dell’unica pittura murale di Caravaggio: la petizione per evitare la vendita raggiunge 35mila firme

Il dipinto murale di Caravaggio "Giove, Nettuno e Plutone", nelle sale del Casino dell'Aurora

Tra poco più di una settimana, il Casino Ludovisi, sede di alcune delle opere più affascinanti e significative della storia dell’arte, come l’unica pittura murale di Caravaggio e l’affresco dell’Aurora del Guercino, sarà battuto all’asta. La vendita inizierà il 18 gennaio, durerà 24 ore e il valore stimato ammonta a circa 471 milioni di euro, a partire da una base di 353 milioni, con rilanci di un milione. Prevedibilmente, in tanti rimarranno con il fiato sospeso fino all’ultimo secondo, anche se lo svolgimento sarà in modalità telematica. Ma per scongiurare la vendita a un privato e sollecitare l’intervento dello Stato, è partita una petizione su Change.org dal titolo emblematico: “S​.​O​.​S cultura in svendita”. In effetti, di fronte a capolavori quali la misteriosa raffigurazione di “Giove, Nettuno e Plutone” realizzata da Caravaggio tra il 1597 e il 1600 per il cardinal Del Monte, nella quale si allude alla trasmutazione dei metalli, qualunque indicazione di prezzo non può raggiungerne il valore. Indirizzata al Ministro della Cultura Dario Franceschini e pubblicata su Change.org, la petizione ha raggiunto quasi le 35mila firme e chiama in causa i fondi europei, per sostenere l’acquisto da parte del Ministero, tramite l’esercizio del diritto di prelazione che, però, secondo il Codice dei Beni Culturali, potrà disporsi, nell’ambito di una regolare negoziazione tra le parti, solo dopo la conclusione della gara ed entro 60 giorni dall’accordo tra venditore e acquirente, offrendo comunque la stessa cifra pattuita dalla vendita.

Il Casino è l’unico edificio superstite dell’antica Villa Ludovisi, edificata nel ‘600 per volere del cardinale Ludovico Ludovisi, leggendaria anche per i suoi giardini che, secondo alcuni studi, sarebbero da attribuire all’architetto della Reggia di Versailles, André Le Nôtre. La sua vendita è stata disposta dal Tribunale di Roma, per risolvere una situazione di stallo tra gli eredi. Dopo la morte, nel 2018, dell’ultimo proprietario, il principe Nicolò Boncompagni Ludovisi, è scoppiata una contesa tra la vedova Rita Jenrette Boncompagni Ludovisi, attualmente residente nella proprietà, e i tre figli maschi nati dal primo matrimonio del principe. Se la proprietà dovesse essere venduta, diventerebbe la casa più costosa al mondo, superando il Pollock Path’s Estate di Hong Kong battuto da Christie’s per 360 milioni di dollari, nel 2017. Ma l’investimento, in questo caso, presenta delle “complicazioni”, dovute allo status di bene dichiarato di interesse culturale e sottoposto a vincoli di tutela.

Dunque, a prescindere dalla sua vendita a un privato – e in effetti, il Casino è sempre stato di proprietà privata – il bene non potrà essere smembrato o alterato in maniera significativa. Per esempio, la pittura murale di Caravaggio, unico caso dell’utilizzo di questa particolare tecnica da parte del Maestro lombardo, non potrà essere staccata ed esposta altrove. Allo stesso modo, gli altri affreschi. Inoltre, dovrà essere garantita la pubblica fruizione. Ma, ovviamente, le incognite sono dietro l’angolo.

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