05 dicembre 2015

Fino al 10.XII.2015 Paolo Grassino, Per sedurre gli insetti Maurizio Caldirola Arte Contemporanea, Monza

 

di

Bozzoli neri colano dal soffitto attratti da una luce fioca, giù verso lo schianto, l’estrema metamorfosi, interrotta per farci sentire tutto il peso di un desiderio insanabile materializzarsi nella realizzazione sempre mancata di Per sedurre gli insetti, l’installazione site specific con cui Paolo Grassino (1967, Torino) ci consegna un resoconto brutale e sincero dell’esistere.
Ma è facendo a pezzi l’intero meccanismo del divenire innescato da una seduzione continua, che l’artista costruisce con un allestimento essenziale di rara efficacia un’analisi lucida e dura del nostro progressivo morire nel guadagnarci quel morso quotidiano di esistenza che ci calamita, irresistibile, in una trasformazione senza ritorno. 
Siamo Intrico (2015), un ammasso contorto di impulsi avviluppati in un grumo denso e viscido, lì inchiodato al punto di cedere a un nuovo desiderio di mutazione irreversibile. E poi siamo la metamorfosi in atto di Per sedurre gli insetti, dove la densità unitaria di Intrico comincia a sfibrarsi nei filamenti molteplici di un’immagine ormai sfatta fino all’irriconoscibile da un desiderio a cui non può resistere. Ma siamo anche le evoluzioni bidimensionali e cromatiche degli eleganti disegni di Senza Titolo (2015), che fermano su carta i possibili destini postumi del macabro disfacimento di un nero in tre dimensioni. E poi? Si ricomincia da capo.
Paolo Grassino, Per sedurre gli insetti, 2015, installation view, Courtesy Maurizio Caldirola Arte Contemporanea
A conti fatti, esistere non è che questo cedere cronico alla tentazione di divenire quell’altro che sempre ci seduce e mai ci appaga, fino alla fine attaccati al guinzaglio di un desiderio pago solo nella perdita, nella negazione di un sé che a poco a poco svanisce in uno degli altri in cui essere, si, ma per un attimo.
Così la realizzazione del sé si compie paradossalmente solo negandosi in quel costante morirsi un po’ a cui vivere si riduce. E il paradosso, come suggerisce Maurizio Caldirola, pare il filo a cui si aggrappa l’intera mostra: la nera gravità scultorea delle due installazioni è elusa solo sconfessandola nelle sottili cromie dell’acrilico su carta (primo confronto dell’artista con il mezzo pittorico), mentre l’unità asfittica della forma (di Intrico) si supera solo collassando in viluppi amorfi (gli stessi di Per sedurre gli insetti) sospesi in fase mutante e soggiogati da una luce-desiderio fatale che si sazia solo nel sacrificio in nome dell’altro che ancora non sono. 
Insomma, l’istinto di vita, di essere che ci tiene in scacco è avvinto a uno spietato destino di morte, di divenire sempre un qualcos’altro che ci sopravvive, lasciandoci nell’inquieta sensazione del Gregor Samsa kafkiano di non riconoscerci già più, però con l’ultima e anche più amara seduzione di essere in fondo ancora noi ciò che resta in quei disumani grovigli spezzati da un desiderio crudele.
Martina Piumatti
mostra visitata il 18 novembre
Dal 30 ottobre al 10 dicembre 2015
Paolo Grassino, Per sedurre gli insetti                                                                                                       Via Volta, 26-20900 Monza
Maurizio Caldirola Arte Contemporanea                                                                                                     Orari: da lunedì a venerdì 10.30 -12.30 e 14.30 -19.00, sabato su appuntamento                                       Info: info@mauriziocaldirola.com; www.mauriziocaldirola.com

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