30 novembre 2011

fino al 16.I.2012 Beyond the East: Oltre l’Oriente Roma, Museo MACRO Testaccio

 
L’intenzione di far esplodere la continuità di una storia lontana coniugando tutte le distanze attraverso una dialettica fra presente e passato, fra il visibile e l’invisibile, fra il noto e l’ignoto: questo il diario incandescente che racconta l’universo artistico eccitato e disinibito dell’Indonesia di oggi...

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“Dare ad ogni emozione una personalità, ad ogni stato d’animo un’anima” si legge nel Libro dell’Inquietudine di Fernando Pessoa,  questa è la possibile chiave di lettura della mostra “Beyond the East: Oltre l’Oriente”, ospitata dal museo di arte contemporanea MACRO Testaccio di Roma dal 16 novembre al 15 gennaio 2012. Facente parte del  più ampio progetto che promuove la Biennale Internazionale di Cultura “Vie della Seta”, la mostra curata dalla storica d’arte Dominique Lora, accoglie le opere di quindici artisti indonesiani, testimoni e promotori di una vera e propria Ri-voluzione, già perseguita a partire dagli anni ’90 del secolo scorso, che solleva il problema della relazione con “l’Altro”, ma anche quello dell’arte “degli Altri”. Di fronte al progressivo smantellamento della logica occidentalicentrica nel campo artistico, la reazione degli artisti si esprime in una polifonia di linguaggi in cui si invita a riflettere sia sull’emarginazione, spirituale e materiale, sia sulla volontà di riempire quello spazio vuoto attraverso un  duro lavoro di ricognizione dell’identità, partendo dalle origini. La dialettica che tesse le trame della mostra pone al centro dell’azione meditativa la volontà di recuperare quei simboli della tradizione indonesiana, dal Batik al Wayang, elaborando una sorta di abecedario segnico che sia in grado di guidare lo spettatore senza costringerlo ad una fruizione passiva. 

La ricerca visiva nutrita da un’irresistibile epifania concettuale, esplora i sentimenti umani  più profondi, opere come Monumen Bong Belung di Fx Harsono o Seeds of Violence di S. Teddy Darmawan, scavano nel sottosuolo mnemonico della storia presente e passata, offrendo una lucida testimonianza del processo di sviluppo politico-economico indonesiano, segnato dal doloroso passaggio del progresso. La fusione tra tradizione e modernità risponde all’esigenza di abbandonare l’avamposto riservato alle comparse del sistema artistico internazionale, proponendosi come nuovi protagonisti. Grazie alla creazione di  vivaci teatrini in cui l’artista diviene il dalang (marionettista), incaricato di occuparsi del “movimento scenico” attraverso l’interazione tra colore, suono e immagine, si suggerisce un nuovo tipo di linguaggio che prende forza  dagli usi e costumi della tradizione indonesiana rivisitati in chiave moderna, dove il fine ultimo della comunicabilità universale si compone di tasselli linguistici particolari, mescolando differenze e unicità.
Ripartendo dalla riflessione pessoiana sulla possibilità di dare ad ogni emozione una personalità e ad ogni stato d’animo un’anima, appare chiaro dalle opere esposte l’intento degli artisti di suggerire una lettura intimista delle loro creazioni, realizzate attraverso tecniche pittoriche, materiali e  supporti tecnici che giocano sull’alternanza tra artigianato e tecnologie moderne.

Le tele abitate da labirinti onirici coloratissimi e bestie dal ricordo chagalliano, i nuovi mezzi di trasporto ecosostenibili studiati per essere al contempo strumenti di diffusione artistica e opere d’arte e i  piccoli sipari che ospitano marionette a grandezza naturale che introducono un’umanità in continuo mutamento, sono solo alcuni frammenti che compongono un puzzle narrativo carico di energia eterotopica che racconta l’Altro e l’Altrove. Presentate per la prima volta in un museo pubblico, queste opere agevolano il superamento del contatto epidermico tra due culture diverse, costruendo grazie all’arte un prezioso trait d’union tra Italia e Indonesia, attraverso il quale la sensibilità dello spettatore occidentale accoglie quella dell’artista orientale, in un dialogo simbolico che affronta problematiche urgenti inserite nell’anelito della cittadinanza globale.
 
silvia pellegrino
mostra visitata il 16 novembre 2011
Dal 16 novembre 2011 al 15 gennaio 2012
Beyond the East. Oltre l’Oriente: uno sguardo all’Arte Contemporanea Indonesiana
A cura di Dominique Lora
artisti partecipanti: Agus Suwage, F.X. Harsono, Yuli Praytno, Melati Suryodarmo,Mella Jaarsma, Heri Dono, Made Wianta, Eko Nugroho, Entang Wiharso, Ugo Untoro, Titarubi, Astari Rasyid, Arya Pandjalu, S. Teddy Darmawan e Budi Kustarto
Museo Macro Testaccio
Piazza Orazio Giustiniani 4, 00153 Roma
Orario: Martedì-domenica ore 16.00-22.00 (la biglietteria chiude 30 minuti prima). Aperto solo in caso di mostre. Apertura straordinaria del museo il sabato sera nel periodo 22 ottobre 2011 – 7 gennaio 2012 (ad esclusione di sabato 24 e sabato 31 dicembre), dalle ore 20.00 alle 24.00 (ultimo ingresso ore 23.30).
Ingresso: MACRO + MACRO Testaccio (valido 7 gg. per 1 solo ingresso a sito) intero €11; ridotto € 9; per i cittadini residenti nel Comune di Roma (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza) intero €10; ridotto € 8.
Catalogo Damiani Editore, a cura di Dominique Lora, progetto grafico di Angelo Marinelli
Organizzazione e produzione: GLOCALPROJECT consulting
Info: tel. +39 06 6710 70400; fax +39 06 855 4090;
macro@comune.roma.it
 

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