07 giugno 2013

Fino al 24.VIII.2013 Nari Ward San Gimignano, Galleria Continua

 
Una costellazione di opere site specific che dialogano perfettamente con i singoli lavori. Nari Ward sbarca a San Gimignano, con una mostra di rara bellezza, in grado di mettere a fuoco un racconto particolarmente felice -

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Una mostra dove sono presenti i contenuti e le modalità del fare arte contemporaneo: appartenere ad un luogo, in questo caso un ex cinema teatro, assecondandone il genius loci senza per questo modificare la propria poetica formale. L’uso di materiali reperiti e reperibili nei dintorni della galleria dove si è ospitati, cercando con tutte le forze di sfuggire a quelle possibili critiche negative che spesso si accompagnano a questa metodologia assemblatoria, e l’autoreferenzialità biografica, del genere aneddotico che, diffusissima nell’arte visuale, che rende spesso il lavoro incomprensibile senza le dovute spiegazioni, e anche quando queste avvengono gli spettatori rimangono perplessi se l’episodio a cui l’artista di turno si riferisce non abbia valenze condivisibili tali da trarne una lezione che contenga almeno un pizzico di universalità, sono modalità estranee al lavoro dell’artista. 
Nari Ward, BEYOND 2013
 mongolfiera, metallo, bottiglie vetro, corde, carta
| balloon, metal, glass bottles, ropes, paper
 dimensione ambiente | ambient size Courtesy GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Le Moulin Photo Ela Bialkowska, OKNO STUDIO
Nari Ward riesce con incredibile padronanza a zigzagare fra queste formule, che pure gli appartengono, riuscendo a legare i singoli lavori e le installazioni site-specific che rappresentano la mostra in un unico felice racconto: mi riferisco al modo di raccontare, non ad un ipotetico “lieto fine” che spesso i racconti e le storie adottano. In questo caso la logica del “vissero felici e contenti per sempre” viene continuamente mescolata ad una forte presenza di malinconia ed a un non so ché di indefinibile che fa continuamente riconsiderare la spiegazione che ci si era dati. Restituisce l’antica destinazione dello spazio ad una rappresentazione, usando la platea come una cavea di teatro greco, inserendo la scenografica scultura Beyond, consistente in una rabberciata ma convincente mongolfiera pronta ad un volo impossibile, riuscendo a creare quella sensazione di “oltre” contenuta nel titolo. Oltre, al di là, sono parole che contengono una pluralità di contenuti e significano un superamento, un attraversare un qualcosa di proibito, sia morale che fisico o l’insieme delle due cose come prova Alice nel romanzo Dietro lo specchio. Ward, in comune con Lewis Carroll , oltre alle imprese impossibili ha il piacere di imprimere alle parole la potenzialità che si nasconde dietro l’etimo convenzionale. Beyond ci invita in ogni modo a partire, ce lo suggerisce con il sartiame lento o lasco che lega la navicella al suolo ma anche al soffitto, ancora con le innumerevoli bottiglie sospese nel vuoto contenenti un cartiglio su cui è scritto “beyond” in tutte le lingue esistenti, quindi il melting pot dei linguaggi usuali a chi viaggia per avventura (non certo per chi va una settimana a Londra) e sopratutto la speranza di salvezza dopo un naufragio che non deve farci interrompere il viaggio o la memoria di questo, come ci narra E.A. Poe nel romanzo Manoscritto trovato in una bottiglia. Il pubblico della mostra può anche non esserci (altro elemento della contemporaneità, questo però vagheggiato dai galleristi raffinati che vorrebbero essere gli unici spettatori di quanto allestiscono), perché Nari Ward gli ha sostituito, nei piccoli palchi del teatro i suoi stessi lavori, rappresentanti una serie di se stesso che guardano lo spettatore senza lasciargli la sicurezza di averlo visto. In questo lavoro composto da una serie fotografica dal titolo Sun Splashed, l’autore si rappresenta nelle funzioni di quell’inverosimile mobile in voga negli anni ’70, chiamato “servitore muto” che era costituito da un negretto intagliato nel legno, con un piattino in mano con funzione di “vuotatasche” posizionato negli ingressi o vestiboli delle abitazioni. Si chiamavano cosi anche gli attaccapanni. Dunque l’autore guarda giù in platea il suo lavoro, rinchiuso nel suo iconico personaggio che offre piante da appartamento dopo aver subito con queste una innaffiatura, utile ai vegetali, ma surreale per lui. Per finire anche una serie di irresistibili scatolette di latta ad imitazione delle confezioni alimentari, senza scadenza, contenenti non l’aria o il fiato dell’artista ma il suo sorriso, anzi, i suoi sorrisi, uno giamaicano e l’altro nero, ad indicare, attraversando la storia dell’arte contemporanea, di aver ben compreso i suoi meccanismi. 
Claudio Cosma
mostra visitata il 2 giugno 2013
Fino al 24 agosto 2013
Nari Ward
Galleria Continua, 
Via del Castello 11
53037 San Gimignano (SI)
Orari: martedì-sabato ore 14-19 o su appuntamento.  
Info: +39.0577.943134, info@galleriacontinua.com

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