21 dicembre 2013

Fino al 26.I.2014 Compagni di strada Fondazione Pino Pascali, Polignano a Mare

 
Una mostra corale riunisce alcuni dei protagonisti di una stagione straordinaria, quella degli anni Sessanta in Italia in cui operò Pino Pascali -

di

“Per me Pop è la Sistina e Michelangelo”: sosteneva pressappoco così Tano Festa, uno dei protagonisti della scena artistica romana negli anni Sessanta, con il suo immaginario estremamente legato alla storia artistica della città eterna rivisitata con linguaggi e approcci all’epoca contemporanei. Festa è uno dei protagonisti di Compagni di strada, la grande mostra promossa dalla Fondazione Pascali di Polignano a Mare per questo inverno 2013. 
Un progetto ambizioso quello della ideatrice e curatrice del progetto espositivo, Lia De Venere, che cerca di ricostruire il contesto artistico contemporaneo all’artista nativo di Polignano scomparso tragicamente nel 1968. Come molti hanno sostenuto, quello è stato un anno decisivo, denso di stravolgimenti sociali che hanno stimolato l’operato degli artisti. 
Veduta della mostra Compagni di strada. Courtesy Fondazione Pino Pascali, Polignano a mare
Il percorso, distribuito in diverse sale del museo, è composto da una serie di opere degli artisti amici e protagonisti di quella temperie culturale sessantottina, presenti con due opere: una storica e una recente; tranne che per Angeli, presente con tre opere, tra cui un’Acquila di piccolo formato ma decisamente intensa con i suoi neri bituminosi che si intravedono dietro la leggera garza che avvolge delicatamente il supporto pittorico. Era il 1964. E sulla scena romana e italiana si affacciava quella che poi impropriamente è stata ribattezzata Scuola di piazza del Popolo. Non c’erano linee programmatiche, interessi formali comuni. Non esistevano teorie. C’era piuttosto la volontà di frequentare gli stessi luoghi – pensiamo al Caffè Rosati, ormai da decenni un ricettacolo di turisti alla ricerca di entusiasmi che non ci sono più –, come le gallerie che poi hanno fatto la storia dell’arte contemporanea negli anni seguenti, come L’Attico di Fabio Sargentini o La Tartaruga. 
L’idea di proporre un paio di opere per artista, consente di conoscere gli approcci dei loro esordi rispetto alle tendenze approfondite in età matura. Pensiamo a Kounellis, di cui in mostra si può vedere un Senza titolo dei primi anni Sessanta, un alfabeto molto essenziale da cui traspaiono gli interessi linguistici rigorosi dei primi anni della sua operatività, di fronte a un irruente tecnica mista di tre anni fa, dove è evidente la pluralità dei materiali, anche feriali e “poveri”, adottati. 
Si prosegue poi con Schifano, con due opere che evidenziano il suo interesse per l’ambiente natura, territorio da esplorare con sguardi dilatati: da un lato un particolare di paesaggio dei Sessanta, rigoroso e sintetico, nei segni e nelle cromìe, e un grande lavoro tardo, con dei gigli d’acqua da cui si respira l’edonismo della pittura che ha caratterizzato gli anni Ottanta e Novanta del maestro romano scomparso nel 1998. 
La sala centrale del museo, quella affacciata sull’isolotto dell’eremita, è forse quella più strutturata sotto il profilo dell’allestimento: complici le sculture lignee sagomate di Mario Ceroli, che vivono lo spazio espositivo, lo rendono dinamico e vivace. All’interno dello stesso spazio le due grandi opere di Sergio Lombardo: il Nikita Krusciov del 1962, della serie dei Gesti tipici, accanto a una Pittura stocastica del 2009. Questi nomi, con Giosetta Fioroni (presente con un ritratto fondo argento dei Sessanta e un teatrino della recente produzione ceramica), Renato Mambor e Cesare Tacchi offrono uno spaccato abbastanza intenso di questi anni di arte italiana – romana prima di tutto, naturalmente –, quella in cui Pascali ha mosso i suoi passi con un fare poliedrico e curioso ed estremamente innovativo, nella sua breve ma estremamente esuberante stagione creativa. 
Nel catalogo è proprio la curatrice a ricostruire nel suo contributo la storia di ogni singolo artista presente in mostra, con ampi riferimenti alle occasioni di confronto che in quegli anni hanno caratterizzato la vivace scena romana negli spazi espositivi che li hanno ospitati. Un contributo di Bruno di Marino analizza invece le attenzioni verso il cinema dei compagni di strada di Pascali, che testimoniano anche la pluralità dei loro interessi. D’altronde, come ha ricordato la stessa De Venere nel suo testo: “Straordinaria e irripetibile, quella stagione!”.  
Lorenzo Madaro
Mostra visitata il 9 dicembre 2013
Dal 30 novembre 2013 al 26 gennaio 2014.
Compagni di strada
Fondazione Pino Pascali, 70044, Polignano a mare, via Parco del Lauro 119
Orario: dal martedì alla domenica ore 11-13, 17-21; lunedì chiuso.
La Fondazione Pino Pascali resterà chiusa i giorni 24, 25 e 31 dicembre 2013 e 1 gennaio 2014. 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui