27 agosto 2003

fino al 28.IX.2003 Ilario Fioravanti Matera, Palazzo Lanfranchi

 
Emerge il sentimento, concepito come preghiera, che s’innalza dalla ruvida materia. Nell’insieme le due metà, quella sensoriale e quella materica portano all’unicum delle “Terracotte policrome”. A metà strada tra realtà, immaginazione e magia...

di

Originali, ma soprattutto semplici, le terracotte realizzate da Ilario Fioravanti negli ultimi quindici anni; sculture caratterizzate da grandi masse e da colori vivaci, modellate secondo la tecnica dei vasi che permette all’autore di sovrapporre più parti raccordate della stessa scultura. Le opere di Fioravanti nascono dall’attenta visione della realtà che lo circonda e si tramuta in soggetti che rimandano alla gente comune: girovaghi, giocolieri, attori di strada, prostitute. Vittorio Sgarbi, curatore della mostra, ha sottolineato infatti che: “le opere più singolari e vive di Fioravanti non sono tanto quelle di soggetto religioso, ma quelle ispirate alla vita quotidiana, preseIlario Fioravanti - la ragazza con le colombe dal mondo delle prostitute, con il seno scoperto, con gli occhi bistrati, con lo sguardo ammaliante.” In opere come Severina la romagnola (1977) e La bella Eva (1997) emerge infatti la fattura estremamente realistica del Fioravanti, così come nella Coppia di Saltimbanchi (1989) dove i ricordi d’infanzia dello scultore, legati alla sosta dei giocolieri nella città natale, alle loro misere condizioni di vita e alla messa in opera dei loro spettacoli, vengono ripresi in maniera pedissequa creando una straordinaria corrispondenza tra magia e realtà, miseria e spettacolo rendendo notevole e particolarmente suggestiva l’opera d’arte.
Le terrecotte sono sempre caratterizzate da questa forte aderenza con la vita reale modulata da un sorridente distacco che diventa spesso caricaturale. Le terrecotteIlario Fioravanti - la fotografia poco rifinite, non troppo levigate generano, pertanto, in chi le osserva pure suggestioni visibili e palpabili veicolate in parte dalla visione e in parte dalla materia.
Una delle opere più interessanti resta il Compianto, dove l’artista sviluppa l’essenza della religiosità e dove i soggetti diventano “figure mondane, con inserimenti di conchiglie, di vetri, che rendono vibrante, luminosa, luccicante l’immagine. L’effetto potrebbe sembrare dissacrante rispetto al tema, ma non è così. E’ il sentimento popolare della religione, nel quale Fioravanti cerca l’essenza dell’espressione, il mezzo giusto per comunicare cose semplici ad anime semplici. Perché la semplicità, in accordo con il messaggio cristiano, è la più alta delle virtù, intensa e purissima, la sola capace di farci godere in terra, il cielo. ”
La visione dei singoli pezzi porta il visitatore in un mondo liminare, in cui incontra soglie e sospensioni della realtà che diventano complessi di rappresentazione e sviluppano una forza attrattiva.

katya madio
mostra vista il 4 luglio 2003


“Ilario Fioravanti, scultore”; dal 2 luglio 2003 fino al 28 settembre 2003. Spazio espositivo: Palazzo Lanfranchi, Chiesa del Carmine. Tel. 0835.333730. Info: www.operartearti.com info@cinefabrica.it  
Orari:11,00 – 13,00; 17,00 – 20,00 tranne il lunedì. Ingresso € 3,50; ridotto € 2,00.
Catalogo:”Ilario Fioravanti – terrecotte policrome”. Marsilio Editore


[exibart]

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