26 luglio 2011

fino al 28.VIII.2011 Frontera – Teresa Margolles Museion, Bolzano

 
Cruda ed essenziale, disarmante nella sua dolorosa oggettività, quest'esposizione lascerà di stucco i suoi visitatori che non potranno far a meno di riflettere...

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Gli spazi puliti del Museion ben accolgono le opere di Teresa Margolles (1963, Culiacán, Messico) artista che nasconde  sotto un aspetto minimalista sconcertanti verità. Proveniente da studi medici forensi che si riflettono  nella  cruda realtà delle sue opere, Teresa Margolles, costringe il pubblico a soffermarsi e riflettere sulla condizione umana. Punto di partenza è Juarez , città di confine fra Messico e stati Uniti che diviene luogo simbolo della condizione di degrado e miseria che questa città di frontiera incarna, con i suoi 3000 omicidi all’anno  dovuti principalmente al narcotraffico e alla violenza che esso genera.

Con opere dalla presenza fisica preponderante, Margolles proietta al Museion, come altrove nelle sue esposizioni, parte del paesaggio messicano e delle sue problematiche che così diventano presenze concrete dalla catartica essenza. Si hanno quindi due muri di mattoni dove sono state fucilati rispettivamente degli studenti e dei poliziotti che recano ancora il segno delle pallottole come un macabro monito per i visitatori, i quali solo dopo aver letto le spiegazioni ne apprendono  la sacralità.

Come ad esempio nel caso di Herida, un taglio orizzontale sulla parete bianca la cui  precisione chirurgica  rimanda alle autopsie e il cui solco è stato riempito di grasso umano, debitamente lavorato previo consenso dei parenti delle vittime del narcotraffico. Una ferita che rimarrà al Museion come  messaggio imperituro a sottolineare il desiderio dell’artista di lasciare il segno. Tutte le sue creazioni artistiche infatti sono accomunate dalla volontà di far riflettere non solo momentaneamente il visitatore che superato il primo impatto visivo si accorge del significato profondo e scioccante delle opere.

Come infatti non rimanere impressionati da Plancha, superficie di lamiere incandescenti sopra la quale cadono gocce d’acqua che si nebulizzano all’istante, acqua che proviene dagli obitori e che quindi diviene chiara metafora della morte che inesorabilmente colpisce gli abitanti di questa cittadina rendendoli eterei come il vapore che quest’opera produce.


A conclusione di un percorso così intenso si trovano quelli che  la stessa artista ha definito “parassiti nello shop” e cioè  elementi che richiamano la mostra presentati al bookshop come fossero parte di questo. Si tratta di  libri che raccolgono i tristi titoli dei giornali locali di Juarez,  o le t-shirt utilizzate per una performance che ha coinvolto oltre alla città messicana anche Kassel e Bolzano.

Intrusioni  che ci fanno pensare come l’artista voglia portare al di là dello spazio deputato dal museo per l’esibizione le proprie riflessioni, in un ambiente che solitamente non vede la presenza di opere, ma la loro commercializzazione. Così facendo Teresa  Margolles ci permette di portare a casa qualcosa in più di un oggetto ma l’essenza di un luogo: sta poi a noi decidere cosa farne.

 

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elisa decet

mostra visitata il 20 luglio 2011

Museion Bolzano ,

Via Dante 6 (39100)

+39 0471312448 , +39 0471312460

A cura di Rein Wolfs e Letizia Ragaglia. Assistenza curatoriale: Frida Carazzato. In collaborazione con Kunsthalle Fridericianum, Kassel.

Catalogo (in tedesco, italiano, inglese) Walter König, Köln.

Orari di apertura:

Ma – Do:10.00 – 18.00; Giovedì 10.00 – 22.00 (ingresso libero dalle 17.00), visite guidate gratuite tutti i giovedì alle 19.00

http://www.museion.it

 
[exibart]

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