15 marzo 2015

Fino al 29.III.2015 Fuoco Nero: materia e struttura attorno e dopo Burri Palazzo della Pilotta, Parma

 

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“Fuoco Nero: materia e struttura attorno e dopo Burri”, la mostra che lo storico e critico dell’arte Carlo Arturo Quintavalle ha inaugurato nel Salone delle Scuderie al Palazzo della Pilotta a Parma, presenta un’unica opportunità per valutare e capire – usando le parole del curatore – ‹‹cosa è rimasto vivo e cosa è morto di Alberto Burri nell’arte di oggi››. Punto di partenza dell’esposizione è il grande Cellotex nero realizzato da Alberto Burri nel 1975. Attorno a questo quadro Quintavalle ha pensato di chiedere a pittori, scultori e fotografi di creare un’opera facendo riferimento alla ricerca e al linguaggio di Burri. Numerosi sono gli artisti di fama internazionale come Mimmo Paladino, Luca Pignatelli, Emilio Isgrò, Concetto Pozzati, Gianluigi Colin, William Xerra che, ispirandosi al Cellotex, hanno realizzato lavori di diverso genere ora esposti al Salone delle Scuderie.
Curioso ma incisivo è il titolo “Fuoco Nero”, scelto con il proposito di mettere a confronto la sequenza di immagini di Aurelio Amendola che riprendono Burri mentre crea una Plastica col fuoco, con il grande Cellotex, appunto nero, donato dall’artista stesso allo Csac, Centro Studi e Archivio della Comunicazione, negli anni Settanta. 
Fuoco Nero: materia e struttura attorno e dopo Burri, vista della mostra
Un’imponente e ricca esposizione che racconta da un lato il dialogo tra l’arte di Burri e le più svariate grammatiche espressive di artisti odierni, dall’altro lato racconta il rapporto di molti artisti degli anni Cinquanta con il pittore di Città di Castello. Prendendo spunto dalla componente strutturale che sempre articola, fin dagli anni Quaranta, l’opera di Burri, Quintavalle ha individuato due percorsi, quello della ricerca sulla materia e quello delle articolazioni delle strutture. L’esposizione mette così in evidenza questi due percorsi grazie ad opere di esponenti del gruppo Origine e del Gruppo 1. Non bisogna dimenticare, infatti, che, nel 1951, Burri espone a Roma con Ballocco, Capogrossi e Colla. La volontà del gruppo era di tornare agli albori liberandosi sia dai condizionamenti del presente e del passato che dalle sovrastrutture intellettualistiche e ideologiche attraverso la riduzione del colore alla sua funzione espressiva e l’evocazione di immagini pure ed elementari. Per Burri – come ritiene Maurizio Calvesi – ‹‹ridurre il colore alla sua funzione espressiva più semplice ma perentoria ed incisiva  non significava, come per altri, tendere ad una sorta di schematismo, ma arricchire il colore in profondità….›› 
Inoltre l’esposizione restituisce le esperienze dei due centri principali della ricerca di quegli anni, da una parte Roma con Gastone Novelli e Toti Scialoja che dialogano con Cy Twombly e con l’Espressionismo Astratto americano, e Milano con lo spazialista Lucio Fontana
È pur vero che quando si parla di Burri si pensa all’Informale ma in realtà, grazie a lui, alcuni artisti hanno scoperto la geometria. E il grande Cellotex in mostra è esemplificativo in quanto è un’opera geometrica. Così, per Burri, la materia prende il posto dell’informale e la struttura prende il posto dell’astrazione. Nero su nero, ma anche materia. Lo scopo dell’esposizione è quindi evidenziare come le distinzioni delle avanguardie storiche vanno sfumate. 
Silvia Bonomini
mostra visitata il 16 gennaio 2015
Dal 20 dicembre al 29 marzo 2015
Fuoco Nero: materia e struttura attorno e dopo Burri
Salone delle Scuderie, Palazzo della Pilotta
Piazzale Bodoni , Parma
Orari: dal martedì alla domenica dalla 10 alle 18

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