09 settembre 2013

Fino al 29.IX.2013 Perino & Vele. Secondo atto Martina Franca, Palazzo Ducale

 
Nell’imperdibile scenario di Martina Franca, un gruppo ristretto di opere presentano il percorso artistico e gli interessi del duo campano Perino & Vele -

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Martina Franca si conferma una città viva, densa di proposte culturali di ampio respiro. Durante l’estate il Palazzo Ducale – ubicato in un centro storico sempre incredibile, nonostante l’invasione rumorosa dei turisti, che andrebbe visitato con una copia di Pellegrino di Puglia di Cesare Brandi a portata di mano – è tuttora in scena una mostra di Perino & Vele promossa all’interno di una programmazione pluriennale della Soprintendenza a Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Puglia, in concomitanza con il prestigioso Festival della Valle d’Itria, che negli scorsi anni ha ospitato diversi appuntamenti di grande respiro a cura della critica d’arte Lia De Venere e dell’ex soprintendete Fabrizio Vona, oggi a capo della Soprintendenza di Napoli. La mostra del duo di artisti campani, curata da Marta Ragozzino, dinamica soprintendente della Basilicata (a cura sua una memorabile mostra di Mario Cresci ordinata a Matera un paio d’anni fa nel Palazzo Lanfranchi) e, ad interim, della Puglia, avanza un percorso conciso ma di grande qualità per la scelta delle opere (appartenenti a diversi momenti della loro indagine) e per un allestimento deliberatamente sobrio, che permette alle sculture di dialogare con gli ambienti affrescati da Domenico Carella nelle sale del primo piano. 
Perino & Vele, Senza titolo (discarica), 2000. Cartapesta (Italia Oggi) e ferro. Courtesy Galleria Alfonso Artiaco e gli artisti. Ph. Foto di Beppe Gernone
Armato di una pratica mappa, il visitatore è invitato ad attraversare tacitamente i grandi ambienti affacciati su uno spettacolare paesaggio urbano e rurale. Provare per credere, visto che dal Palazzo Ducale le finestre sono scorci arditi sui vicoli e sulla valle. Ma il percorso, al dire il vero, si apre nella piazza antistante, con The end of second act, un grande frammento di pelle d’elefante concepito con cartapesta, ferro e vetroresina. Sono questi i materiali prediletti da Perino & Vele, che li utilizzano per sagomare forme famigliari e al contempo a noi oscure. La cartapesta la recuperano macinando e lavorando migliaia di fogli di carta dei quotidiani di casa nostra: dalla Gazzetta del Mezzogiorno al Corriere della Sera. Sono mezzi di informazione d’attualità che vengono impiegati per una duplice causa: il loro caratteristico colore (rosato o grigiastro, nel caso dei due quotidiani citati) e per la portata concettuale del loro ruolo statutario. Spiazzano per le loro inconsuete forme (che poi tanto inusuali non sono, visto che richiamano oggetti che in qualche modo ci appartengono), ma colpiscono effettivamente per il caustico significato velato dietro ogni porzione di materia. Anzi, per dirla con le parole della curatrice della mostra, che l’anno scorso propose il duo anche nel Periplo della scultura contemporanea curato con lo storico dell’arte Peppino Appella nei Sassi materani, «Perino & Vele lavorano con la forma, che ha un formidabile potere espressivo perchè si trova al punto di congiunzione tra immobilità e movimento, tra tempo bloccato e tempo che scorre, scriveva Rosalind Krauss. Una forma immersa nello spazio e proiettata nel tempo, essa stessa metafora del presente, che non è durata è adesso. Qui e ora, nel Secondoatto». Che poi è il titolo della mostra, scelto per omaggiare l’universo teatrale.
Un grande elemento, che simula visivamente le forme di un materasso d’antan, rompe l’equilibrio di  tre poltrone vintage, anch’esse costruite con la carta del quotidiano Italia Oggi. Altrove una serie di transenne – quelle che si usano per modificare il traffico stradale, per intenderci –, rivestite parzialmente da pannelli aniconici, si contrappongono alla rappresentazioni allegoriche di una sala, per cambiare la rotta degli spettatori e segnalare nuovi simboli da meditare. In un’altra sala sono adagiate una serie di cassette di frutta, sempre fac-simile prodotti con ferro zincato e cartapesta, e un grande cactus dal titolo ironico, ma forse neanche tanto: Attenzione! Pericolo di contaminazione. Tutto è ancorato al terreno, al piano di calpestio fisico e mentale dello spazio espositivo. Sono oggetti che appartengono a una realtà evidentemente senza confini. Come la scultura che ritrae un grande borsone posato sul pavimento: un monito, un invito al viaggio. Ma anche al confronto, allo scambio reciproco. Che vale sempre.  
Lorenzo Madaro
Mostra visitata il 10 agosto 2013
dal 20 luglio al 29 settembre 2013
Perino & Vele. Secondo Atto.
Martina Franca, Palazzo Ducale. 
Orari: (lunedì-venerdì 10-13/18-20; sabato e domenica 10-13/18-22.30 Ingresso libero
Info: 080.52.85.231

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