19 marzo 2011

Fino al 29.V.2011 Caravaggio: La Bottega del Genio

 
Una mostra su Caravaggio senza quadri? Si, a Palazzo Venezia. Muniti di specchi, lenti…e una torcia, per far luce sui segreti che nasconde l’oscura bottega del maestro...

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Le sale quattrocentesche di Palazzo Venezia diventano possibili ricostruzioni della bottega romana del Genio, indagando le procedure esecutive delle sue opere, attraverso affascinanti sistemi ottici e possibili metodi di illuminazione, per fare il punto sulle più importanti teorie formulate fino ad oggi sulle scelte operative di Caravaggio (Milano,1571; Porto Ercole,1610). In mostra non è esposto nessun quadro con annessa cornice, nessun prodotto finito; il ragionamento è tutto in fieri. Si entra da spettatori ma, una volta varcato il sipario d’ingresso, nulla fa presagire di trovarsi alla solita mostra ovattata per turisti dai sandali aperti coi calzini bianchi. Passo dopo passo, si investiga come scienziati, ma si ragiona da pittori; e se ci si mette nei panni di Caravaggio, non può che avvenire al buio.

modello testa di Medusa Plastikart Studio2010Ciascuna stanza, volutamente poco illuminata, è una possibile alternativa di rappresentazione tridimensionale dello studio romano del maestro, il cui allestimento in mostra si basa su affascinanti teorie compiute su fonti storiche (dal Magiae Naturalis di Giovan Battista Della Porta a Giovan Pietro Bellori, da Leonardo da Vinci a Joachim von Sandrart) e su ultimissime ricerche di indagine diagnostica, esplicate con chiarezza nei pannelli di accompagnamento al percorso. In ciascuna delle ipotesi di ricostruzione, troviamo ciò che occorre per iniziare una composizione su tela, in primis i modelli: quattro riproduzioni a dimensione naturale in gomma siliconica e vetroresina dei soggetti protagonisti del Bacchino Malato, Canestro di frutta, San Girolamo scrivente, Medusa. E la magia si verifica sin dalla prima sala in cui lo spettatore si trova già posizionato e riflesso nello specchio del Bacchino, presunto autoritratto dell’artista, realizzato probabilmente con l’ausilio di uno specchio (nel 1605 tra i beni sequestrati nello studio di Caravaggio, per il mancato pagamento di quattro mesi d’affitto, viene menzionato uno “specchio grande” ed “un scudo a specchio”). Al Canestro è riservata, per la proiezione del soggetto su tela, una grande camera oscura, basata sul foro stenopeico, in tre modalità: con lente, diaframma e, per il ribaltamento dell’immagine, a specchio concavo. Nella stanza del San Girolamo si propone un metodo di simulazione per illuminare il modello a partire da una fonte di luce collocata in un angolo in alto del soffitto che, colpendo uno specchio, si riflette contemporaneamente sul soggetto e sulla tela, che il maestro incideva prima di adoperare le preparazioni brune. La riproduzione della testa di Medusa resta la più inquietante e accompagna lo spettatore nell’ultima sala dove è collocata la riproduzione sparsa degli oggetti presenti in bottega ed elencati nell’inventario dei beni confiscati all’artista. Un piccolo gioco finale per solleticare la vista: ad un occhio ben attento, non sfuggirà il ricordo di alcuni oggetti dipinti dal maestro, in altre opere non presenti in mostra, come gli orecchini indossati dalla modella della Giuditta, che sono gli stessi adoperati per la Maddalena Penitente. A dimostrazione che per allestire in bottega il set più opportuno per creare un vero capolavoro, al Genio non era necessario il denaro, quanto aguzzare l’ingegno. 

gemma pranzitelli 

mostra visitata il 2 marzo

dal 22 dicembre al 29 maggio 2011

Caravaggio: La Bottega del Genio

da un’idea di Rossella Vodret

a cura di Claudio Falcucci

Palazzo Venezia- Sale Quattrocentesche

Via del Plebiscito, 118 (zona Chiaia) – 00165 Roma

Orario: da martedì a domenica ore 10-20

Ingresso: intero € 6,00 ridotto € 4,00 scuole € 3,00

Catalogo Munus “L’Erma” di Bretschneider, a cura di Claudio Falcucci


Info: email sspsae-rm.uffstampa@beniculturali.it

 

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