13 marzo 2014

Fino al 30.III.2014 Arturo Martini, Armonie. Figure tra mito e realtà Museo internazionale delle Ceramiche, Faenza

 
Dopo la conclusione di “Creature. Il sogno della terracotta”, al MIC si continua a celebrare Arturo Martini con una mostra che si rinnova, grazie ai capolavori provenienti da Palazzo Fava -

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Capita nella vita reale e capita pure nello spietato mondo dell’arte. E così, dopo l’idillio iniziale, la Madre Folle è costretta ad abbandonare il Palazzo per l’arrivo della più “giovane” Ragazza con l’orecchino di perla, avvenuto in sordina mentre la città festeggiava ArteFiera. Infatti, la mostra dedicata ad Arturo Martini, “Creature. Il sogno della terracotta”, ha chiuso con ben tre mesi d’anticipo rispetto alla sua prima calendarizzazione per permettere a Marco Goldin il più ampio margine di manovra per la preparazione della mostra “evento dell’anno”. 
Arturo Martini - Attesa (La veglia) 1931-32
Nello splendido salone liberty in cui dimorava il capolavoro martiniano (assieme ad altri splendidi capolavori dei più grandi maestri dell’arte italiana del XX secolo, tra cui Fontana, Sironi, De Pisis, Casorati e De Chirico), adesso ci sarà un nuovo bookshop e un capiente guardaroba pronti per accogliere “degnamente” le centinaia di migliaia di visitatori previsti. L’occasione era ghiotta, e non si può colpevolizzare Genus Bononiae per non essersela fatta sfuggire. 
E il MIC di Faenza, a sua volta, non si è lasciato sfuggire la possibilità di ospitare nei suoi spazi anche alcune delle opere presenti a Bologna e ampliare la già ben nutrita mostra dedicata ad Arturo Martini, “Armonie. Figure tra mito e realtà”, che continua fino al 30 marzo. Divengono così più di 55 le opere esposte, grazie all’arrivo, oltre che della già citata Madre Folle, anche di altre due grandi terrecotte presenti a Palazzo Fava e realizzate da Martini tra il 1929 e il 1932, L’Aviatore e l’Attesa (La Veglia)
Con questa mostra, Faenza celebra il maestro trevigiano riscoprendo i segni del suo passaggio in città. Desideroso di una pausa di riflessione lontano dai frastuoni dell’avanguardia romana e dal clamore parigino, sul finire del 1917, Arturo Martini trascorre un periodo di circa sette mesi nella cittadina romagnola. Tracce del suo passaggio a Faenza sono visibili nel battistero della chiesa di Rivalta e in un bassorilievo della chiesa di Sant’Ippolito raffigurante Il battesimo di Cristo, oltreché nelle tre opere a cui lavora in questo periodo, appartenenti a collezioni private ed esposte in mostra per l’occasione: La Lussuriosa, il Cavallino Innamorato, La Fiaba. “Se si analizzano le opere conosciute realizzate in questo brevissimo lasso di tempo – osserva la curatrice della mostra Claudia Casali, direttrice del MIC – si colgono momenti stilistici e creativi assai distanti che giustificano un travaglio interiore, necessario, in un momento di forte cambiamento. Dopo Faenza, ricordiamo, ci sarà il periodo “classico” di “Valori Plastici” che porterà alla riflessione sui volumi, sullo spazio, sull’assoluto della sua migliore creazione”. Tra capolavori e opere inedite, appare chiara l’evoluzione stilistica del maestro, dalle prime prove intrise di verismo del Davide moderno, fino alle forme di chiara ascendenza cubista della Nuotatrice che esce dall’acqua, passando per l’enfasi espressionista della Fanciulla piena d’amore. In mostra si ha anche l’occasione di vedere una delle rare sculture lignee di Martini, la Testa di Medusa appartenente alle Collezioni dei Musei Civici di Venezia. 
Leonardo Regano
Mostra visitata il 18 gennaio 2014
Dal 13 ottobre 2013 al 30 marzo 2014
Arturo Martini, Armonie. Figure tra mito e realtà
mostra a cura di Claudia Casali
Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza 
viale Baccarini, 19 48018 Faenza (RA)
Orari: dal martedì al venerdì 10,00-13,30 sabato, domenica e festivi 10,00-17,30
Info: +39 (0)546 697311- info@micfaenza.org

1 commento

  1. Il grande “poeta” della terracotta Arturo Martini che suggerisce emozioni profonde, attraverso forme d’ombra e luce vibranti ma tenui e pacate. Attraverso lo sguardo ricevere sensazioni tattili ed emozionarsi lentamente in un processo analitico e psicologico senza fine. Un unico rimpianto. Non poter essere a Faenza in questi giorni… e purtroppo nemmeno nei prossimi

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