27 febbraio 2006

fino al 7.V.2006 Le immagini affamate Aosta, Museo Archeologico Regionale

 
Il multiforme legame tra donna e cibo. Indagato, seppur in modo frammentario, attraverso 5 secoli di storia dell’arte. Il risultato: un percorso raffazzonato, a tratti addirittura sconnesso...

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Esistono nutrimenti per il corpo e carburanti per l’anima. Mixati tra loro secondo equazioni del tutto personali. Il tema del rapporto tra psicologia ed alimentazione, difatti, è decisamente ampio e controverso, soprattutto in relazione alla condizione femminile. Così come nella vita reale, anche dal punto di vista culturale ed iconografico, questo ambito vanta una grande varietà di simbologie e significati. Dagli episodi tratti dalla Genesi ai disordini alimentari delle adolescenti contemporanee, la traversata è lunga ed accidentata.
Divisa in settori organizzati secondo un criterio cronologico, la mostra è appunto rivolta all’analisi dell’interazione tra donne e cibo, filtrata attraverso i colori dell’arte.
L’allestimento si apre con una sezione dedicata alle nature morte eseguite dalle maggiori artiste del XVII secolo, e prosegue con una raccolta di opere di genere prodotte da autori uomini e incentrate sulla raffigurazione di spaccati della quotidianità popolare. Si ritorna alla produzione femminile tramite un accenno alle avanguardie storiche e al primo ventennio del Novecento, nonché all’odierno panorama internazionale.
Talvolta, anche i cibi più semplici possono scatenare tentazioni irrefrenabili: in particolar modo anticamente, resistervi poteva costituire un’opportunità per nobilitarsi o dimostrare la propria forza d’animo. Proprio per questo soggetti quali i turgidi e rilucenti frutti di Fede Galizia (Pesche in un cesto di ceramica; Alzata d’argento con ciliegie, XVII sec.) celano in sé una qualità seduttiva che oggi è più facile intuire che legittimare.
Incisiva, provocatoria e per certi versi rumorosa, I mangiaricotta (1585 ca) di Vincenzo Campi è una tela dal notevole potere evocativo: la donna sorridente che partecipa al festino, spiega Martina Corgnati, “sembra essere […] una trasparente metafora della lussuria, dell’indecenza, della sfrenatezza che assedia la natura caduta nel peccato”. Justus Suttermans, Madonna Domenica delle cascine, 1634
Nutrono l’allestimento, inoltre, diversi lasciti dell’apprezzabile divisionismo italiano, a volte cupo e malinconico (Angelo Morbelli, Mi ricordo quand’ero fanciulla, 1903 ca), talora vibrante e luminosissimo (Arturo Noci, Le arance, 1914).
Il concetto dell’erotismo che si intreccia alla necessità fisiologica di alimentarsi è alquanto caro alle interpreti surrealiste. Meret Oppenheim ad esempio, vi indugia e vi riflette su di frequente, in modo sempre diverso. Qui, un omaggio al suo lavoro è dato da Souvenir della colazione in pelliccia (1970, multiplo n. 50), legato all’aspetto più selvatico e spontaneo della sessualità e del desiderio.
Senza contare l’altissimo numero di capolavori riconducibili all’argomento, considerando che è la prima volta, in Italia, che una collettiva organizzata da un’istituzione museale si propone di analizzarne le sfaccettature, l’evento non può che risultare deludente. Neppure l’ombra, difatti, del personaggio di Eva (ammaliatrice di Adamo mediante una mela, emblema zuccherino della trasgressione), di rimandi a dipinti di epoca medievale, illustranti perlopiù scene relative alla preparazione delle vivande e alla cura del focolare, e nemmeno di effigi di madri dispensatrici di nutrimento, oppure di presunte streghe artefici di intrugli e pozioni.
Svariati pezzi, come se non bastasse, si rivelano superflui o inseriti a fatica. Su tutti, le terrifiche riproduzioni su pannelli delle illustrazioni del manoscritto Opere manuali che si eseguono nei monasteri di monache esistenti a Bologna (XVIII sec.).

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sonia gallesio
mostra visitata il 12 febbraio 2006


Le immagini affamate. Donne e cibo nell’arte. Dalla natura morta ai disordini alimentari – dal 1° dicembre 2005 al 7 maggio 2006
Aosta, Museo Archeologico Nazionale, piazza Pietro Leonardo Roncas, 1 (11100) tel. + 39 016531572 – fax 0165230537
orari: tutti i giorni, festivi compresi, dalle h 09.00 alle h 19.00 (variabili, meglio verificare telefonicamente)
ingresso: intero € 3.00, ridotto € 2.00
per info: u-mostre@regione.vda.it
http://www.regione.vda.it
a cura di: Martina Corgnati
catalogo: Musumeci Editore, 2005


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