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Fino all’11 settembre 1999 A Volterra in mostra vestiti e gioielli del medioevo Palazzo dei Priori
altrecittà
Troppo spesso (…) lo studio del costume è stato considerato quasi un frivolo passatempo per chi come lavoro aveva qualcosa di più serio: così Sara Piccolo Paci, curatrice della mostra, nella guida che ne illustra I contenuti.
In effetti, tra le varie discipline che si occupano di ricostriure le vicende dei secoli passati, la storia del costume ha rappresentato per lungo tempo una sorta di «cenerentola».
Oggi, fortunatamente, si è portati a pensare che, questo aspetto della vita materiale va considerato alla stessa stregua delle altre forme di documentazione.
La mostra che possiamo visitare a Volterra si basa sulla ricostruzione fedele della gioielleria, della cesellatura di materiali preziosi e dell'abbigliamento nei secoli compresi tra il XIII ed il XV.
In effetti, tra le varie discipline che si occupano di ricostriure le vicende dei secoli passati, la storia del costume ha rappresentato per lungo tempo una sorta di «cenerentola».
Oggi, fortunatamente, si è portati a pensare che, questo aspetto della vita materiale va considerato alla stessa stregua delle altre forme di documentazione.
La mostra che possiamo visitare a Volterra si basa sulla ricostruzione fedele della gioielleria, della cesellatura di materiali preziosi e dell'abbigliamento nei secoli compresi tra il XIII ed il XV.
di redazione
Ovvero dei secoli per I quali, grazie alla messe di testimonianze iconografiche e diplomatiche a nostra disposizione, è possibile operare ricostruzioni non immaginifiche, ma fondate sulle testimonianze dirette cui è possibile in vario modo accedere.
Si passa così dalla moda ispirata a fogge straniere diffusasi nel Trecento fiorentino (con la diffusione per gli uomini del «gonnellino» corto da mercante e di finiture militaresche, a forme allungate, in esaltazione della verticalità, per le donne), alle varie cotte, farsetti, gonnelle, giornee, guarnacche, proprie del ‘400; per finire con il verdugado cinquecentesco, ovvero l’antenato di tutte le forme campanate con armature rigide diffusesi nei secoli successivi.
Una grande varietà di modelli e di colori, articolati intorno a delle forme che si ripetono di periodo in periodo.
Ma per chi aveva maggiori ricchezze da spendere, abbigliamento ed oreficeria rappresentavano sicuramente due delle maggiori (e più ambite) voci di spesa.
Anche perché, mai come nei decenni del medioevo, l’abito «faceva» davvero il monaco. Nel senso che attraverso le fogge dell’abbigliamento e la ricchezza della stoffa, grazie ai colori, agli stemmi era possibile distingure classi e ceti.
Ed all’interno della stessa classe, differenziare famiglie, corporazioni, appartenenze di vario tipo.
Collegati agli abiti, I gioielli di secoli che seppero dar vita a finissime cesellature, mirabilmente lavorate dalla botteghe artigiane urbane.
Gioielli che spesso nella loro preziosa meticolosità riproducono I cambimanti del gusto architettonico ed estetico in genere. Quegli stessi che poi ritroviamo pari pari nelle costruzioni, nelle pitture, nelle scuture contemporanee.
Domenico Guarino
[exibart]