04 dicembre 2000

Fino all’8.IV.2001 Sacre Passioni. Scultura lignea a Pisa dal XII al XV secolo Pisa, Museo Nazionale di San Matteo

 
Ottanta statue lignee policrome popolano in questi giorni le sale del Museo Nazionale di San Matteo: raccontano, o meglio interpretano, le vicende e i momenti più intensi della storia sacra…

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Questi corpi dipinti spesso di grande forza espressiva, a volte snodabili come dei veri e propri burattini, interpretano la passione di Cristo sulla croce, la sua Deposizione a cui partecipano la Madonna e San Giovanni, il dolce colloquio tra Gesù bambino e la Madre, l’Annuncio dell’Angelo alla Madonna trepidante. Attorno una folla di santi. Realizzate a grandezza naturale, queste statue lignee furono veramente i protagonisti di quelle sacre rappresentazioni, che costituivano un momento essenziale della spiritualità e della religiosità medievali e che, ancora oggi, non mancano di emozionare lo spettatore moderno. In epoca medievale, durante le sacre rappresentazioni, era previsto infatti l’utilizzo di statue semoventi che venivano spostate e agitate da aiuti di scena e “doppiate” da voci fuori campo: si trattava di veri e propri attori, che interpretavano i vari atti della storia sacra.
Le opere in mostra costituiscono quindi una ricca e suggestiva testimonianza su un aspetto così suggestivo della religiosità medievale, ma al tempo stesso ci narrano qualcosa di nuovo e di più sulla grande stagione della scultura toscana ed in particolar modo pisana. Realizzate tra il XII e il XV secolo le statue raccolte nella mostra pisana, in tutto circa settanta gruppi scultorei emersi dalle cattedrali e dalle pievi di Pisa e del suo territorio, da San Miniato a Volterra e fin nel sud della provincia pisana, sono per il 40% inedite. Inoltre molte altre opere risultano di fatto inedite, perché soltanto adesso hanno svelato i loro caratteri originali, in seguito agli accurati restauri che hanno preceduto la mostra.
Così se è noto che la Toscana fu nel Medioevo terra oltremodo feconda nella scultura, non lo fu soltanto nelle realizzazioni in marmo che popolarono i grandi cantieri di questi secoli, ma anche in questa produzione scultorea che si conferma, ancora una volta, assolutamente non secondaria. Grandi e noti maestri, come la dinastia dei Pisano, Nicola e Giovanni, Andrea e Nino, o come il senese Francesco di Valdambrino o il fiorentino Andrea Guardi non disdegnarono quindi questo materiale più povero e destinato, per sua natura, a minor vita e minor gloria rispetto al marmo. Tutti questi artisti lasciarono anzi, nella ricca produzione lignea, un’ulteriore testimonianza della loro sublime arte.
In un allestimento giocato su una luce soffusa e sull’alternarsi di tenui colori, che accompagna il visitatore attraverso luoghi della memoria ancora oggi di grande suggestione, la mostra pisana si pone così come un’occasione unica per vedere riunite opere di scultura pisana provenienti oltre che dal territorio, da musei e monumenti italiani ed europei. Sono tornate per l’occasione sculture pisane oggi conservate a Parigi al Museé du Louvre e al Museé de l’Hôtel du Moyen Age, al Museo del Bargello a Firenze, nel Duomo di Oristano e a Sassari.
La mostra è stata realizzata dalla Soprintendenza di Pisa, Livorno, Lucca, Massa Carrara, dal Comune e dalla Provincia di Pisa e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa.

Matilde Meucci



Biglietto intero £ 12.000, ridotto £ 8.000, scolaresche £ 5.000
Orario 9-20, chiuso il lunedì
Per informazioni e prenotazioni: tel. 050/926548 fax 050/500099 e-mail: sculturalignea@yahoo.it




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8 Commenti

  1. Vale di sicuro una visita, forse anche un viaggio! Molte delle sculture, vedendole da vicino e ben restaurate sono molto impressionanti, hanno un forte magnetismo.
    * Avrei gradito qualche commento, aiuto didattico in più.
    ** Per un non addetto ai lavori, il loro grande numero confonde un poco, alcune sembrano solo repliche.
    Ma ripeto, ce ne fossero di mostre originali e con materiale antico e poco conosciuto come questa.

  2. Molto suggestiva e interessante, già come la mostra di Lucca, anche per vedere la catastrofica situazione dei restauri di sculture lignee, soprattutto quelli eseguiti in occasione della mostra. Manca un criterio unitario, manca la ricerca filologica.

  3. I really enjoyed this exhibit, it’s surprising and powerful. I like to thank the people who worked on it.

  4. Manca supporto didattico: senza visita guidata la mostra è un’altra cosa. Non capisco perchè non è possibile acquistare un biglietto unico per mostra e museo; il museo, poi, è uno dei peggiori musei che abbia mai visitato: senza illuminazione, senza valorizzazione dei tanti capolavori. La direttrice del museo è la stessa signora che ha curato la mostra? Perchè questa discrepanza, allora?

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