09 gennaio 2023

Dopo 40 anni è stato ritrovato nei fondali del parco sommerso di Baia il celebre mosaico a onde nere

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Scomparso per le variazioni del fondale si temeva fosse irrimediabilmente perduto

Foto di Pasquale Vassallo

La prima scoperta del 2023? Un mosaico con cornice ad onde, in tessere nere e rosa su fondo bianco, è stato rinvenuto nelle acque del sito sommerso di Baia a Bacoli, nel Parco archeologico dei Campi Flegrei.

Rinvenuto per la prima volta quasi 40 anni fa dagli archeologi subacquei della Soprintendenza, il mosaico divenne presto uno dei simboli del sito, riproposto su fotografie e brochure. Poi le variazioni del fondale, con la scomparsa della posidonia e l’aumento dei livelli di sabbia, ne hanno fatto pian piano perdere le tracce, diventando una leggenda.

«Le ricerche condotte da ormai un biennio su questo straordinario sito», spiegano dal Parco, «non solo ci hanno portato a riscoprirlo, ma ci stanno mostrando una sequenza di ambienti finora ignota di cui stiamo cercando di comprendere forma e funzione. Siamo di fronte alle prime costruzioni volute da Agrippa? Approfondire la ricerca e accompagnarvi tra questi spazi è il nostro obiettivo per il 2023».

L’opera musiva decorava una stanza nel Portus Julius, l’imponente complesso portuale costruito nel 37 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa per volere di Ottaviano e che ebbe la funzione di base militare navale nel corso della guerra civile contro Sesto Pompeo.

I Campi Flegrei, la storia:

Il Parco Sommerso di Baia è una realtà archeologica eccezionale dove il mare si fonde con l’archeologia.

Ci troviamo nei Campi Flegrei (dal greco terra ardente), in una zona di origine vulcanica caratterizzata dal fenomeno del bradisismo, un innalzamento (bradisismo positivo) o abbassamento del livello del suolo (bradisismo negativo) dovuto a variazioni di volume di una camera magmatica vicina alla superficie, o anche a variazioni di calore che influiscono sul volume dell’acqua contenuta nel sottosuolo molto poroso. A causa del fenomeno del bradisismo l’antica fascia costiera ha subito uno sprofondamento con la conseguente sommersione di tutti gli edifici che vi erano costruiti. Quello che il mare ha coperto è una larga fascia di costa antica che bisogna immaginare in continuità con le strutture a terra che costituiscono il Parco Archeologico delle Terme: siti romani come PozzuoliBaia e Miseno sono oggi sommersi. I primi ritrovamenti di reperti archeologici avvennero negli anni Venti dove in occasione dell’ampliamento della banchina del porto venero portati alla luce importantissimi reperti.

Negli anni ’40 attraverso delle foto aeree effettuate dal pilota Raimondo Baucher venne evidenziato nello specchio antistante il lago Lucrino l’area archeologica sommersa del Portus Julius. Ma solo negli anni ’60 si avvio nelle acque di Baia la prima campagna di rilevamento archeologico subacqueo.

L’insenatura era già in età repubblicana occupata da ville marittime. Tra i principali edifici sommersi visibili vi è il ninfeo di età claudia, posto a -7 m sul fondali marini antistanti Punta Epitaffio, mentre, a est del ninfeo vi è una villa attribuita alla famiglia dei Pisoni per i boli impressi su una conduttura idrica di piombo. Altre ville e terme occupavano l’ampio settore attorno al lacus oggi sommerso: tra queste, per i suoi noti pavimenti a mosaico va sicuramente citata la villa c.d. con ingresso a protiro, una delle più visitate da sub e snorkelisti.

I ritrovamenti

Il 1969 segnò due tappe importanti per l’archeologia subacquea e la tutela dell’area di Baia: La prima il ritrovamento, causale, davanti Punta Epitaffio, a seguito di una mareggiata, di due sculture di grande qualità che furono riconosciute come “Ulisse e compagno con l’otre”. La seconda tappa fu l’accordo tra il soprintendente di Napoli Alfonso De Francis ed il Direttore dell’Orfanotrofio militare, ospitato nel Castello di Baia, di destinare parte di questo complesso a sede del museo archeologico dei Campi Flegrei. Nel 1980 viene avviato il primo scavo subacqueo effettuato direttamente da archeologi, che portò all’identificazione del Ninfeo dell’imperatore Claudio e del suo straordinario complesso scultorio.

Nel 1984 finalmente viene consegnato alla soprintendenza il Castello di Baia ed avviato un progetto di restauro per interventi funzionali.
Nello stesso periodo riprendeva il rilevamento della città sommersa di Baia, cominciato da Nino Lamboglia, a cura di Di Fraia, Scognamiglio e Lombardi.
Risale a loro l’edizione della carta archeologica di Baia sommersa con il posizionamento degli edifici emergenti dal fondale, situati sulla sponda settentrionale, meglio conservati in quanto meno battuti dalle rotte commerciali: un complesso termale a 40 metri ad est di Punta Epitaffio, la villa dei Pisoni, una villa con ingresso a protiro e splendide decorazioni pavimentali, prospiciente un tratto di strada, affiancato a tabernae, resti di peschiere e moli. Sulla sponda meridionale, a causa del devastante effetto del traffico portuale, si conservano solo scarsi resti di edifici, mentre procedendo verso il mare imponenti tratti un molo di banchina in calcestruzzo, perpendicolare al grande molo romano, protetto da alcune pilae, con resti di fondazioni in casseforme con tratti lignei eccezionalmente conservati. A sud della punta del Castello di Baia, che si trova al di fuori dell’area portuale, grazie anche alla maggiore profondità vi sono i resti di spettacolari peschiere per l’allevamento di pesci e molluschi.

Il Parco Archeologico Sommerso di Baia

Il 7 agosto 2002 viene istituito il Parco Archeologico Sommerso di Baia equiparato ad area marina protetta. Il 30 gennaio 2007 viene firmata una convenzione tra la soprintendenza per i beni archeologici delle province di Napoli e Caserta e l’associazione temporanea di imprese Assodiving Flegreum rappresentata dal Centro Sub Campi Flegrei per la concessione e relativa regolamentazione delle visite subacquee nel Parco Archeologico Sommerso di Baia. Il 7 Agosto 2007 l’associazione Assodiving Flegreum diventa Consorzio Campano Assodiving Flegreum. Successivamente i Campi Flegrei diventano Soprintendenza Speciale denominata “Parco Archeologico dei Campi Flegrei” alla quale viene affidata la gestione definitiva del Parco Archeologico Sommerso di Baia. Le Visite subacquee e di superficie sono affidate ai diving center ed altri operatori turistici, agevolate dal mare calmo per circa 250 giorni l’anno e una temperatura dell’acqua che va dai 15 ° C nei mesi più freddi ai 27 °C nei mesi più caldi.

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