08 novembre 2022

Il sensazionale ritrovamento dei bronzi antichi a San Casciano dei Bagni, in Toscana

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Oltre 24 statue di bronzo di epoca romana sono state ritrovate negli scavi di un deposito votivo a San Casciano dei Bagni, in Toscana. Per gli archeologi è una scoperta che riscriverà la storia

Oltre 24 statue di bronzo di epoca romana sono affiorate dagli scavi di un deposito votivo a San Casciano dei Bagni, in Toscana. Dopo 2300 anni, dal fango e dall’acqua bollente delle vasche, sono riemersi busti e figure intere, di cui cinque alte quasi un metro, raffiguranti divinità, imperatori, donne e bambini. Tutte integre e perfettamente conservate.

Secondo il Ministero della Cultura, il ritrovamento, avvenuto grazie al lavoro dell’archeologo Jacopo Tabolli, giovane docente dell’università per Stranieri di Siena, potrebbe riscrivere la storia della statuaria etrusca e romana dopo la scoperta dei bronzi di Riace, avvenuta 50 anni fa.

“Una scoperta che riscriverà la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo”, ha dichiarato l’etruscologo Tabolli. Quello del sito toscano è il più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana mai scoperto nell’Italia antica e uno dei più significativi di tutto il Mediterraneo: senza eguali soprattutto perché, finora, di questa epoca si conoscevano prevalentemente statue in terracotta.

I bronzi di San Casciano raffigurano le divinità collegate alla medicina e venerate nel luogo sacro, assieme agli organi e alle parti anatomiche per le quali si chiedeva l’intervento curativo della divinità attraverso le acque termali: effigi di Igea e di Apollo, oltre a un bronzo che richiama il celebre Arringatore, scoperto a Perugia e nelle collezioni storiche del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, realizzate con tutta probabilità da artigiani locali, databili tra il II secolo a.C. e il I d.C.

L’eccezionale stato di conservazione delle statue all’interno dell’acqua calda della sorgente ha permesso anche di preservare meravigliose iscrizioni in etrusco e latino che furono incise prima della loro realizzazione. Nelle iscrizioni si leggono nomi di potenti famiglie etrusche del territorio dell’Etruria interna, dai Velimna di Perugia ai Marcni noti nell’agro senese. Accanto a onomastica e forme dedicatorie in etrusco troviamo iscrizioni in latino, che menzionano anche le aquae calidae, le fonti calde del Bagno Grande, dove le statue furono collocate. Sono stati ritrovati anche diversi oggetti votivi e non, tra cui cinquemila monete in oro, argento e bronzo.

“Un ritrovamento eccezionale, che conferma una volta di più che l’Italia è un paese di tesori immensi e unici. La stratificazione di diverse civiltà è un unicum della cultura italiana”, dichiara il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano che, proprio ieri, in occasione di una delle sue prime visite fuori Roma è stato a Grosseto al laboratorio dell’Istituto Centrale del Restauro, dove sono in corso le attività di studio e i primi interventi sui bronzi.

Massimo Osanna, Direttore generale Musei del MiC, ha appena approvato l’acquisto del palazzo cinquecentesco che ospiterà nel borgo di San Casciano le meraviglie restituite dal Bagno Grande, un museo al quale si aggiungerà in futuro un vero e proprio parco archeologico.

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