08 dicembre 2022

Da ex ospedale a polo culturale: presentato a Modena il progetto di Carlo Ratti e Italo Rota

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Innovazione, sperimentazione e polifunzionalità sono le parole chiave di AGO Modena Fabbriche culturali, intervento di riqualificazione da 23 milioni di euro che riunirà le diverse realtà culturali e di ricerca della città. Ecco come sarà

AGO Modena Fabbriche culturali, manica lunga

AGO Modena Fabbriche culturali è un progetto ad ampio spettro che connette le maggiori istituzioni culturali della città emiliana, affacciate su Largo Sant’Agostino, a pochi passi dal centro storico: il Palazzo dei Musei, l’ex Ospedale Estense, la Chiesa di Sant’Agostino e l’ex Ospedale Sant’Agostino. Il complesso della struttura del Grande Spedale degli Infermi, nato alla fine del Settecento dal Duca Francesco d’Este III, è oggi interessato a un progetto di riqualificazione urbana su larga scala che si inserisce all’interno di un percorso più ampio avviato nel 2005, con l’acquisto della struttura da parte della Cassa di Risparmio di Modena. Il programma di restauro urbanistico, quindi, intende recuperare la monumentalità dell’Ex Ospedale di Sant’Agostino e rifunzionalizzare gli spazi in vista di un polo culturale dedicato all’innovazione, alla sperimentazione e alla comunità.

AGO Modena Fabbriche culturali, Credits CRA-Carlo Ratti Associati

Il progetto di AGO Modena Fabbriche culturali

Il progetto, realizzato da una collaborazione tra lo studio di design e innovazione CRA -Carlo Ratti Associati, l’architetto Italo Rota e Francesco Doglioni, già docente di restauro architettonico a Venezia, Ferrara e Trento, e la Società Politecnica, segue una logica di rigenerazione e riqualificazione: l’ex Ospedale Sant’Agostino che, oltre al Teatro Anatomico e al relativo museo, ospiterà la Fondazione Modena Arti Visive, i Musei Universitari, il Museo della Figurina, una parte delle collezioni librarie della Biblioteca Estense e un potenziamento degli istituti già presenti nel Palazzo dei Musei.

Nel complesso, si tratta di un cantiere culturale che misura 22mila metri quadrati, frutto di un percorso partecipato tra Comune di Modena, Gallerie Estensi, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e Fondazione di Modena. «L’obiettivo principale della progettazione è stato quello di attuare un meccanismo di mantenimento, ricucitura e coerenza, con lo scopo di creare un’unica piattaforma culturale», afferma Carlo Ratti. La definizione di una coerenza progettuale si stabilisce attraverso degli interventi chiave che tendono a creare una sinergia nel grande mosaico di funzioni che troverà posto all’interno del complesso, semplificando così la gestione dello spazio e l’esperienza collettiva.

L’intervento architettonico firmato da Carlo Ratti, Italo Rota e Francesco Doglioni

Elemento chiave del progetto – che ha visto l’investimento di 23 milioni di euro – è il foyer di accoglienza a raccordo delle realtà presenti nella struttura, che consentirà un unico ingresso, faciliterà il percorso e l’integrazione con il centro storico. AGO Modena Fabbriche culturali vedrà anche l’inserimento di numerose sale lettura e di attività commerciali che agevoleranno la permanenza dei visitatori, così come verrà aperto lo spazio della terrazza, da cui si potrà ammirare la città dall’alto e tutto il complesso di Sant’Agostino.

Ma il cuore del piano di recupero “segue le orme” degli interventi proposti dell’architetto Gae Aulenti, che nel 2012 ne ricevette l’incarico. Il Gran Cortile triangolare verrà coperto da un’innovativa struttura cinetica che potrà essere aperta e chiusa a seconda delle funzioni previste. Così come l’Auditorium, che diverrà uno spazio polivalente e di passaggio verso il sistema museale, non più votato esclusivamente ad eventi ma usufruibile in maniera permanente. Un’attenzione particolare è stata rivolta all’inserimento e all’integrazione degli spazi verdi, così come all’abbattimento di tutte le barriere architettoniche, rendendo la struttura inclusiva ed efficiente. Il futuro AGO Modena Fabbriche culturali sarà “un’infrastruttura sociale”, come la descrive Paolo Cavicchiolo, Presidente della Fondazione Modena. Un luogo polifunzionale gestito nell’interesse del bene comune, in cui la cultura sarà motore di opportunità di crescita sociale e civile.

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