04 dicembre 2006

architettura Giro di boa a Palermo

 
BOA: Biennale O Altrove. Guida all’uso consapevole della città. Ovvero, quando la città parla attraverso gli spazi inconsueti e l’unico linguaggio è quello della gente comune. A Palermo c’è un’alternativa alla Biennale di Architettura...

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BOA – Biennale O Altrove è un’alternativa rispetto alla contemporanea Biennale di Architettura Venezia/Palermo, contenitore in cui si animano molteplici sguardi su Palermo, sulle sue potenzialità, sulle sue contraddizioni.
Il gruppo di lavoro di BOA si riunisce in un basso ubicato nel cuore della Kalsa a due passi da Palazzo Forcella de Seta, uno dei luoghi della biennale ufficiale. Li è evidente la profusione di importanti economie, nel basso BOA si discute invece su come trovare i finanziamenti affinché possa partire la seconda fase della manifestazione. Perché la prima si è conclusa il 22 ottobre, negli stessi giorni della vernice internazionale di Città-Porto.
Una parte della città sotto i riflettori, mentre un nastro adesivo griffato BOA segnava le strade di Palermo suggerendo percorsi alternativi, proponendo un fittissimo calendario di appuntamenti culturali, installazioni urbane, mostre fotografiche dai temi inerenti la città, i suoi volti, le sue percezioni. Anne-Clémence de Grolle presenta l’installazione fotografica Lungomare e l’azione-installazione Mobile city, un’indagine sull’abusivismo edilizio delle violentate coste dell’isola. Nemico interno è il titolo dell’audiopercorso secondo input sonori casuali nella città di CaneCapovolto, mentre la mostra Interni, riunisce le fotografie di Filippo Messina e Cristina Ferrara, immagini che sbirciano dentro le dimore palermitane, le case comuni, i ricordi, i particolari e le stranezze.
Spazio inchiesta è un immaginario archivio in cui chiunque può portare un progetto per la città, una foto, un disegno, dove ogni suggerimento trova la sua dimensione. La serie Ritratti di Città di Riccardo Scibetta raccoglie istantanee in cui si coglie “con ironia e poesia l’anima romantica e fatiscente dei quartieri storici palermitani”. E ancora, il Consultorio di architettura, a cura di Antonio Provenzani, Costanza La Mantia, Francesca Arici, Stefania Campo, è uno spaBOA - Biennale O Altrove, Palermo zio aperto al pubblico con la specifica finalità di fornire un punto di vista tecnico per quanti abbiano bisogno di suggerimenti intorno all’architettura: “un ricongiungimento simbolico tra architettura e società, valido per testare la necessità sociale della disciplina dell’architettura. Il consultorio vuole simbolicamente indagare, attraverso la prestazione gratuita, una zona poco battuta della disciplina, dove l’architettura non è intesa come bene di lusso per pochi, ma come una necessità e un diritto del cittadino”.
Con fondi appena sufficienti a produrre i materiali grafici, BOA ha ottenuto riscontri importanti sui media, ha aperto la maglia della creatività intelligente applicata al quotidiano, ha dimostrato che è possibile restituire all’architettura la misura della sua stessa essenza, che è quella di essere a vantaggio dell’uomo.
La seconda fase di BOA, e poi la terza (sino a gennaio), promettono altri momenti di dialogo e partecipazione. Anticipiamo alcuni momenti: Visions, un concorso per la realizzazione di architetture effimere, in cui la città diventa cantiere aperto a opere visibili e condivise da architetti e cittadini; e la riflessione su un Piano regolatore per Palermo, pensato “dal basso”, realizzato come proposta concreta a quello vigente, elaborato dagli architetti con il contributo e l’ascolto dei comitati di quartiere, polso delle realtà specifiche e della gente comune.

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agata polizzi


BOA – Biennale O Altrove
Palermo, sedi varie. info: www.boapalermo.org


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5 Commenti

  1. provinciale! cose orrende da liceo artistico ma un modo intelligente per smaltire soldi!
    ma poi chi sono gli artisti invitati?
    tranne qualche architetto il resto e’ noia .

  2. non so: parlate così perché l’avete vista?
    perché vi pare che se non leggete nomi stra famosi allora un progetto non vale niente?
    forse perché non conoscete le misere condizioni sia pecuniarie sia strutturali della Palermo di oggi, che stenta ancora adesso a ricostruire gli antichi palazzi ancora SEPOLTI sotto le macerie della guerra mondiale di mezzo secolo fa (in questo momento sono in ripresa alcuni cantieri e sembra che il centro storico stia lentamente e audacemente riemergendo dalla polvere e dalla malasanità)
    parlate così perché non sapete che a Palermo ogni iniziativa parte generalmente con il benestare del groviglio mafioso ancora totalmente inestricato?
    che ogni iniziativa parte INDIPENDENTE e a latere delle istituzioni (perché l’amministrazione non si impegna in progetti a cavallo delle legislature, perché i soldi per la cultura meno che mai in Sicilia ci sono)?
    che ogni iniziativa in Sicilia, e a Palermo, parte unicamente DAL BASSO?
    che fare cultura a Palermo è un’opera di grande difficoltà perché non ci sono i mezzi né economici né a livello di strutture, perché investire in cultura è un rischio sia per il portafoglio che per la “dignità” sociale?
    perché i ragazzi da Palermo, invece di rimanere e creare appunto le strutture mentali atte a ricevere cultura se ne vanno in “continente”?
    perché Palermo è un cantiere aperto.
    e coraggio, e complimenti al coraggio, di chi si sporca le mani con questa terra.

  3. tutto il progetto è stato realizzato con una spesa di 2000 euro. non abbiamo smaltito soldi pubblici. il giudizio sul valore degli artisti è soggettivo e rispetto quello di tutti, gli artisti che hanno partecipato hanno altrove ricevuto riconoscimenti che li gratificano. al di là della qualità dell’evento realizzato ci piacerebbe si apprezzasse il valore in sè del tentativo di “fare rete” tra operatori culturali a Palermo ponendo al centro dell’attenzione “il discorso urbano”. chiunque sia interessato a tutto questo può arricchire il nostro percorso in maniera costruttiva partecipando e proponendo piuttosto che distruggendo.

  4. Meraviglioso tentativo di creare alternative, instaurare relazioni e far vivere una città dove le uniche cose che si fanno sono veicolate dalle amministrazioni per smaltire soldi.
    Qualcuno non ha saputo capire perchè non tutti hanno le capacità di farlo, spesso ci si ferma solo alle apparenze e si crede quello che si vuole credere per invidia o non so che altro…

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