17 ottobre 2005

architettura_resoconti Progetti per la Modena del futuro

 
Si fa presto a dire metropoli. Un progetto, articolato tra convegni, giornate di studio e laboratori, racconta l’altra faccia dello spazio urbano. Quello dell’aurea mediocritas. Ovvero cosa succede nelle città medie. Partendo da Modena…

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Scriveva Italo Calvino nel 1973, che “…di una città non godi le sette o le sessantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”. Nell’abitare la città contemporanea, oggi possiamo cercare le risposte alle nostre domande sul territorio, spostandoci con i mezzi a noi congeniali in un “vicinato allargato”, che può non coincidere propriamente con quello in cui risiediamo.
Stimolati dalla diffusione dell’informazione e liberati dalle occasioni di mobilità, possiamo infatti scegliere soluzioni alle problematiche del quotidiano “su misura”, secondo un modello di città à la carte, che, come ha notato il professor Amendola dell’Università di Firenze, consente oggi di non subire le risposte obbligate di un vicinato originario, magari affatto ricco di quelle meraviglie evocate da Calvino.
Allora, di fronte alla velocità con cui il mindscape stesso di una città si trasforma, in uno scenario in cui le risorse languono, mentre le esigenze del vivere contemporaneo si moltiplicano, le città medie -tutto sommato ad un passo dalla felicità- s’interrogano.
Nei giorni scorsi è andato in scena l’atto secondo dell’iniziativa promossa dall’Assessorato alla Pianificazione e Gestione del Territorio Progetti per la Modena del futuro, nodo intermodale della stazione, planivolumetrico di progetto del Comune di Modena denominata Città media felix. L’evento, inaugurato con un convegno il 21 giugno, non è che una tappa del percorso di riflessione sulle trasformazioni urbane, intrapreso ormai da qualche anno dalla municipalità, sotto la sigla del programma Urbanità.
E’ la volta questa in cui la domanda sul futuro della città viene rivolta al mondo dell’università, rappresentato dai sei atenei italiani: Bologna, Firenze, Genova, Parma, Torino e Venezia. I quesiti posti, riguardano alcuni sistemi della città emiliana: i “centri” in periferia; i parchi ed aree verdi; il villaggio artigiano e Madonnina; la “città nella città” di Modena est; la via Emilia ed i suoi ingressi alla città ed infine il nodo intermodale della stazione con il recupero delle aree dell’ex-scalo ferroviario.
L’occasione per questa ricognizione è stata offerta nell’ambito del secondo atto dell’iniziativa, le cosiddette: Prove di laboratorio. Queste sessioni di lavoro aperte al pubblico hanno avuto luogo presso il Foro Boario, catturando l’attenzione di semplici cittadini e addetti ai lavori, che a centinaia hanno visitato l’atelier durante i lavori svoltisi dal 12 al 15 settembre scorso. Qui i sette gruppi di progettisti, agendo come in una vetrina fino a sera inoltrata, hanno incontrato il pubblico, raccogliendo suggerimenti e critiche costruttive ed illustrando le proprie idee progettuali.
Lavorando in squadra con tecnici della municipalità, i progettisti hanno pertanto elaborato simulazioni che ipotizzano risposte progettuali per le sette aree di studio, delineando scenari condivisi, secondo la nuova concezione che ha fatto uscire la pianificazione dal perimetro autoreferenziale delle strutture tecnico-amministrative.
Progetti per la Modena del futuro, nodo intermodale della stazione
Per chi, nell’abitare la città media, è alla ricerca di risposte, l’appuntamento è per l’inizio del 2006, quando gli elaborati progettuali per la forse felice, ma senz’altro vivibile e prospera realtà emiliana, verranno raccolti in una pubblicazione a cura del Ufficio Progetti Urbani.

link correlati
www.urbanita.it

eleonora modde

[exibart]

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