07 settembre 2001

Cinema & Architettura La città dei ricordi – Proto da minha infância di Manoel de Oliveira Venezia – 58 mostra internazionale d’arte cinematografica

 
Un omaggio alla città di Porto, Capitale della Cultura europea del 2001, ma anche all’Europa unita...

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Grazie ai ricordi il cerchio si chiude: il primo film che il regista dedica alla sua città, Porto, era Douro, datato 1931; ora, dopo settant’anni, egli torna a parlare della sua città natale, su commissione del produttore Paulo Branco e al fine di documentare quella che è stata proclamata la città della Cultura Europea del 2001.
Il film si apre e si chiude con la stessa immagine, fissa, che fa da sfondo ad una canzone locale piena di nostalgia e di struggimento. Si parla di passato e si continuano a vedere i ruderi della casa dove Manoel è nato, dove è cresciuto, dove ha montato manualmente le sue prime riprese ( se ne vede un brandello), dove è morto il padre.Manuel De Oliveira Ora questa casa è diventata un rudere, ne resta solo lo scheletro, come un fantasma. Il documentario, della durata di un’ora, è una somma di ricordi raccontati attraverso le immagini di una città trasformata, attraverso il confronto di ciò che c’era e non c’è più, di caffè trasformati in negozi di abiti alla moda, in librerie, del viale da passeggio che portava al Palazzo di Cristallo (usato per le due esposizioni annuali di Porto dedicate rispettivamente alle automobili e ai fiori) e delle ville che su di esso si affacciavano, sostituite oggi da anonimi palazzi. Il bianco e nero, colore dei ricordi, dei filmati storici ( tra cui il primo film portoghese, del 1896, che ritrae le sartine che escono dalla fabbrica), delle fotografie d’epoca, si alterna alle immagini a colori in cui il regista ritrae sé stesso da giovane e la Oporto odierna. Il regista racconta, nel senso letterale della parola ( la sua voce fuori campo ci accompagna per tutta la proiezione), i luoghi che gli erano cari, il teatro e la pasticceria preferita, i “soliti posti” dove si incontrava con gli amici: poeti, scrittori, che egli definisce un gruppo “più visionario che politico” e che, a causa del regime, si smembrò, perdette molti dei suoi componenti. Il Cafè Majestic, opera degli anni’20 dell’architetto Quieroz Joao, il cinema High –life, il primo di Porto, sostituito poi da un edificio “di regime” ora sede del municipio, sono tra gli edifici che hanno scandito la vita di De Oliveira, che lo hanno ospitato, i luoghi dove è diventato adulto. Questo film è un omaggio alla città, ma anche a chi la vissuta e a chi la ama come il regista che le dedica un documentario, che la incornicia in una pellicola accompagnata da una splendida musica e dalle parola della poesia “Europa” ( non ricordo il nome del poeta), che,oltre ad essere un omaggio alla Porto Capitale della Cultura europea del 2001, si addice perfettamente all’Europa unita che fa parte ormai del nostro presente.

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Francesca Pagnoncelli




Venezia – 58 mostra internazionale d’arte cinematografica
Lido di Venezia, 29 agosto – 8 settembre 2001


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