30 ottobre 2001

Exibargomento Costruire Inferni di Cristallo di Marco Felici

 
La tragedia delle Twin Towers ha messo in discussione il tipo ‘Edificio a Torre’, mortificando l’aspirazione dell’uomo a spingersi verso l’alto.Una riflessione...

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L’uomo è una creatura eretta, tende ad innalzarsi sulle gambe ed a cercare di confrontarsi, dalla terra, con la calotta celeste. Tale aspirazione, accentuata nell’ultimo secolo dagli argonauti dell’ingegneria, viene ora frustrata dal riaffiorare di paure ancestrali, dopo la tragedia del 11 Settembre. E tale frustrazione è doppia poiché colpisce due modelli della società attuale, due strumenti ultra-capitalistici: il grattacielo, e l’aereo.
Va sottolineato infatti come nel rogo delle Twins fossero drammaticamente coinvolte due entità: non solo le torri, ma anche gli aeroplani.
Gli effetti della paura si stanno ora ripercotendo su entrambe i modelli, ma in modo diverso. Per gli aerei c’è una crisi economica data dal crollo del numero di passeggeri, problema che sicuramente si risolverà con il cessare della guerra in corso. Per i grattacieli è invece polemica: si discute ormai in tutte le sedi sull’opportunità di abbandonare il tipo costruttivo a torre.Costruire Inferni di Cristallo
Perché questa disparità di effetto? Va considerato che l’aereo ha avuto, dalla nascita, una notevole evoluzione tecnica che lo ha portato, e lo porta tutt’ora, verso sempre nuove soluzioni qualitative. Il grattacielo invece no, se non a livello estetico. L’edificio a torre rimane infatti poco più che una misera interpretazione pionieristica della possibilità di moltiplicare il numero di piani di una “palazzina per uffici”. Un tipo costruttivo in definitiva alquanto banale, ed adatto a speculazioni tutt’altro che qualitative.
Se la ricerca architettonica avesse potuto intaccare il processo edilizio, probabilmente oggi le avanguardie radicali degli anni sessanta avrebbero realizzato città sviluppate sì in verticale, come le torri, ma anche iperconnesse in una maglia strutturale e funzionale tale da non essere unidirezionale. Avremmo forse delle città macrostrutturali, sul genere ipotizzato dai Metabolist, o a cellule intercambiabili tipo Archigram, o stratificate come nei suggestivi disegni di Yona Friedman … Meglio ancora, potremmo avere delle città complessamente miniaturizzate “ad immagine d’uomo”, come nel modello di Arcology di Paolo Soleri.Paolo Soleri,ARCOLOGY
E probabilmente la dimensione di questa tragedia sarebbe stata ben ridotta. Come ci spiega Paolo Soleri: se Manhattan, invece di essere costruita monodirezionalemente, sulla verticale, fosse costruita tridimensionalmente, tante vittime dell’attacco talebano alle Twins sarebbero potuto sfuggire spostandosi in tutte le altre direzioni disponibili, al contorno del rogo. Purtroppo le persone colpite dall’aereo non si sarebbero salvate, ma per tutti gli altri le Twins non sarebbero diventate un inferno di cristallo.


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Sottoscrizione delle gallerie d’arte per le vittime delle Twins
Per approfondire le ipotesi di Paolo Soleri

Marco Felici



Scheda:
Marco Felici, laureatosi in Ingegneria Edile a Roma La Sapienza, dove collabora per la didattica in Composizione Architettonica; svolge un Dottorato di Ricerca in Sviluppo Urbano Sostenibile presso la Facoltà di Architettura di Roma Tre. Dirige la rubrica di Architettura in Exibart.com e collabora liberamente con riviste specialistiche.




[exibart]

7 Commenti

  1. é nella natura dell’uomo spingersi oltre.
    Anche quando Icaro nella sua rotta verso il Sole vide svanire il suo tentativo, e sciogliere le sue ali di cera, ci furono altri che continuarono a tentare di imparare a volare.
    Se bastasse questo tipo di evento, nonostante la sua tragicità, per frenare il progresso, in questo momento staremmo ancora usando penna e calamaio e non navigando in internet.
    Semmai se è vero che le tragedie aprono gli occhi, abbiamo capito che è il caso di andare oltre e sperimentare ancora per fare in modo di progettare strutture che siano più resistenti, anche ad attacchi di questo tipo.
    Penso che prima o poi ci sarà qualcuno che riuscirà a raggiungere quel famoso “Miglio”, e magari sarà un miglio inattaccabile, con uno schermo protettivo o che sò, vedremo……….

  2. “raggiungere quel famoso miglio”? ma ha senso? è sufficente spingersi in alto … o si dovrebbe fa r evolvere il concetto?

  3. La Tragedia non può influire sul modo di costruire, l’architettura vera non è politica ne moda, non è spionaggio o guerra di religione ne psicosi collettiva.

  4. probabilmente basterebbe progettare grattacieli capaci di resistere a urti provocati dai più moderni aeroplani…le Twin erano state progettate, credo, negli anno ’70, capaci, quindi, di sostenere urti di aerei in uso trent’anni fà. Magari qualche restauro e qualche controllo in più sul fabbricato, di tanto in tanto, non guasterebbe….Soprattutto se si tratta di prigioni così alte….

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