15 aprile 2002

Fino al 21.IV.02 Interni d’autore in piazza Milano, Sedi varie

 
La rivista Interni propone sette “microarchitetture” d’autore installate nelle piazze storiche di Milano, l’occasione d’architettura come riflessione, manifesto, messaggio concettuale, sette interrogativi sul significato della contemporaneità...

di

La rivista “Interni”, con la regia di Alessandro Mendini, ha realizzato a Milano una mostra-percorso composta da 7 “microarchitetture” collocate in alcune piazze storiche di Milano. Simbolo e manifesto della mostra è il golem realizzato dallo stesso Mendini, una costruzione alta sedici metri con un corpo “geometrico” di traliccio metallico entro cui si muovono “cuori” colorati realizzati in dischi di plastica.Interni d’autore in piazza, Klein e Dytham Nelle intenzioni dell’autore, si tratta di un monumento alla figura dell’Architetto visto come “eterea e gigantesca figura” in grado di imporsi sul paesaggio fisico e mentale milanese unendo “memoria locale” e “sperimentazione sulla figuratività contemporanea”; una riconsiderazione, dunque, del monumento, in una civiltà che, priva di uomini e fatti da celebrare, celebra se stessa mediante una idea “virtuale” e collettiva. Ogni installazione è affiancata da un “cuore virtuale” e da un “cervello zen”, di fatto un elemento verticale, disegnato da Alessandro e Francesco Mendini, che sostiene due monitor ultrapiatti utilizzati per trasmettere programmi appositamente realizzati da Design Channel Tv, un programma televisivo realizzato da Interni in occasione dell’evento. Le altre istallazioni sono firmate da Peter Eisenman, Massimiliano e Doriana Fuksas, Astrid Klein e Mark Dytham, Leon Krier, Bernard Tschumi, Oscar Tusquets, ognuna concretizzazione di un diverso tema che la collocazione esplicita o inquadra programmaticamente. In Largo Croce Rossa troviamo “Il bagno morbido “ di Klein e Dytham: lavandino, vasca da bagno e doccia sono una “camera morbida”che avvolge e circonda il corpo, le pareti sono una “seconda pelle” realizzata in un morbido materiale plastico denominato Techogel. L’utilizzo delle proprietà elastiche dei materiali per creare una ”seconda pelle virtuale”, una pelle “altra” al corpo umano è anche alla base della sperimentazione sull’”involucro attivo “, messa in opera a San Lorenzo da Bernard Tschumi. L’architetto svizzero continua la sua ricerca sugli spazi interstiziali proponendo una microarchitettura come superficie-contenitore: utilizzabile come infopoint multimediale, luogo per appuntamenti, riparo.Interni d’autore in piazza, Eisenman Il tipo tradizionale della pensilina viene riletta come luogo più che come arredo urbano, un contenitore-pelle urbana in pareti sandwich, composta internamente da pannelli di legno modulari ed esternamente da lame d’acciaio, che riflettono con le luci, anche l’immagine della città con cui la microarchitettura si trova a dialogare; fonti luminose, video e proiettori sono collocati all’interno delle pareti come frammenti di un testo che descrive una “attrezzatura possibile” per una “architettura della discontinuità”. Massimiliano e Doriana Fuksas realizzano accanto al Palazzo della Triennale non tanto un oggetto di architettura quanto una “costruzione simbolica, un messaggio concettuale”, una riflessione sui bisogni primari di cibo e acqua: muri e copertura in cristallo contengono sacchetti di cibo liofilizzato con le scritte Water e Food, mentre due manichini vestiti da astronauti, ipotetici spettatori, osservano dall’interno il processo di distruzione delle risorse in un futuro “probabile”. Dalla “capsula abitabile” dei Fuksas si passa alla “casa ideale” di Oscar Tusquets Blanca, collocata in Piazza degli Affari: un edificio costruito in blocchi di Gasbeton, rilettura di temi compositivi del novecento, dal Raumplan loosiano all’infisso courtain-wall. Una scala-scultura, spazi aperti, arredo fisso per una sintesi architettonico-abitativa . Anche Leon Krier, con lo “studio del Pianista” posto in piazza San Carlo, progetta uno spazio “riconoscibile”, fisico e non concettuale; una costruzione rettangolare scandita da una grammatica classica in confronto diretto con la cornice anch’essa classica della piazza. Come Krier, anche Eisenman, con il suo Il tunnel nel cortile del Palazzo Reale, utilizza il progetto quale chiave di lettura dello spazio circostante, e se il primo invita a una lettura della “memoria collettiva”, il secondo interpreta la cornice creando un contrappunto scultoreo, quasi una grotta artificiale al centro di Milano, uno spazio nello spazio, un tunnel di vetro e telai tesi, che pare essere quasi il manifesto delle qualità circostanti, in un dialogo talmente serrato da far si che la cancellazione di ogni grammatica di fatto spieghi e riattualizzi la grammatica classica del luogo.

Emanuela Sorbo

link correlati
www.internimagazine.it


A Milano
9- 21 Aprile 2002
7 interni d’autore in piazza
Alessandro e Francesco Mendini con Nolostand , Piazza Duomo ( via Marconi)
Peter Eisenman con Barrisol, cortile del palazzo Reale
Massimiliano e Doriana Fuksas con Ranger Group, Alenia Spazio, Sunglass, spiazzo fronte Triennale, via Alemegna
Astrid Klein e Mark Dytham con Technogel Italia, Waazwiz, Largo Croce Rossa
Leon Krier con Sivim, Giorgetti, Monti di Rovello in Piazza San Carlo
Bernard Tschumi con PMA/Arcelor, Bticino, My Home, Colonne di San Lorenzo
Oscar Tusquets Blanca con RDB, Driade, Piazza degli Affari.


[exibart]

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui