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GAM di Torino, aperto il concorso per riqualificare e ripensare il museo
Architettura
di redazione
La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino si prepara a un profondo intervento di restauro: è stato pubblicato sulla piattaforma concorsiarchibo.eu dell’Ordine degli Architetti di Bologna, il Concorso Internazionale di Progettazione per la riqualificazione dell’edificio che ospita il museo, risalente alla fine degli anni ’50. Promosso dalla Fondazione Torino Musei, in collaborazione con la Città di Torino, la Fondazione Compagnia di San Paolo e con il supporto tecnico della Fondazione per l’architettura / Torino, il concorso mira a ridefinire il ruolo e l’identità della GAM, con una forte attenzione ai temi della sostenibilità ambientale, dell’innovazione tecnologica e dell’inclusività sociale.
«Per la GAM, che ha un ruolo strategico nel panorama culturale torinese, si è aperta una stagione di rilancio che si propone di rafforzarne il prestigio a livello internazionale», ha dichiarato il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, citando anche il lavoro svolto in questo senso dalla nuova direttrice, Chiara Bertola.
La storia della GAM di Torino
Inaugurata negli anni ’50, la GAM occupa uno degli edifici simbolo della modernità torinese, esito di un concorso nazionale bandito nel 1951 e vinto dagli allora giovanissimi architetti Carlo Bassi e Goffredo Boschetti. Il progetto fu premiato per la sua capacità di tradurre in forme architettoniche il concetto di museo del futuro: uno spazio espositivo pensato ad hoc, armonico nel fluire delle sale, aperto alla luce e al dialogo con l’ambiente circostante.

Il corpo principale si articola in tre sezioni: l’ala dedicata alla collezione permanente, quella destinata alle mostre temporanee e un blocco autonomo che accoglie la caffetteria, la sala conferenze, la Biblioteca d’Arte e l’Archivio Fotografico. Bassi e Boschetti infransero la griglia ortogonale tradizionale, orientando diagonalmente l’edificio lungo l’asse eliotermico per sfruttare al meglio la luce naturale, inserendo nel progetto un giardino punteggiato da sculture contemporanee, tra cui spiccano opere di Fausto Melotti e Giulio Paolini.

Alcuni tratti originari vennero modificati durante la ristrutturazione del 1993 ma il nuovo progetto di restauro mira proprio a recuperare l’impianto architettonico iniziale, riconducendolo alla sua forza espressiva originaria. L’edificio, sottoposto a vincolo dal 2018 per il suo valore storico e innovativo, oggi mostra i segni del tempo con alcune aree chiuse al pubblico e necessità impellenti di manutenzione straordinaria.

Un primo intervento – il cosiddetto “Lotto Zero” – è stato completato nell’ottobre scorso: ha riaperto al pubblico il secondo piano (1200 mq) e restituito agli spazi luminosità e coerenza grazie a un’operazione di stripping che ha rivelato i soffitti originali e le aperture verso l’esterno. Rinnovati anche gli spazi del foyer, compresi il Dipartimento Educazione, la biglietteria e il guardaroba, in un’ottica di maggiore accessibilità e accoglienza. Il completamento del restauro riporterà l’edificio alla sua eleganza architettonica, valorizzandone identità e innovazione.

Il museo e le collezioni
La GAM di Torino custodisce una delle raccolte pubbliche più importanti del Paese, testimone delle trasformazioni dell’arte degli ultimi due secoli. Oltre 50mila opere compongono la sua collezione, tra dipinti, sculture, installazioni, fotografie e una straordinaria raccolta di disegni e stampe, oltre alla videoteca. Il patrimonio include i grandi maestri dell’Ottocento e del Novecento, come Canova, Fontanesi, Fattori, Rosso, Pellizza da Volpedo, Balla, Boccioni, Casorati, Modigliani, De Chirico, Martini, Morandi, de Pisis, Fontana.

Nutrita anche la presenza internazionale, con opere di Klee, Picabia, Picasso, Ernst, Dix, Calder. Rilevante la raccolta di Arte Povera, con Boetti, Merz, Paolini, Zorio, Pistoletto, Anselmo e Penone. Importanti anche le acquisizioni recenti – da Warhol a Twombly, fino a Kiefer – grazie all’impegno della Fondazione per l’Arte CRT e della Fondazione De Fornaris.
Tra avanguardia storica e transizione green
L’intervento attuale mira a coniugare la conservazione del patrimonio architettonico originale con un aggiornamento radicale in chiave ecologica e tecnologica. L’obiettivo è trasformare il museo in uno spazio urbano aperto, una “piazza culturale” accessibile e attrattiva, capace di dialogare con il tessuto cittadino e con un pubblico eterogeneo.
L’approccio progettuale richiesto pone al centro l’adozione di protocolli green certificati e soluzioni energetiche innovative, oltre all’impiego di materiali a basso impatto ambientale. La nuova GAM dovrà essere un esempio virtuoso di architettura museale sostenibile, capace di unire efficienza e bellezza, tutela del patrimonio e slancio verso il futuro.

Il concorso: tempi, premi e partecipazione
Il concorso si sviluppa in due fasi: una prima, palese, di selezione per titoli, e una seconda, anonima, in cui i cinque finalisti elaboreranno i progetti veri e propri. Il quadro economico prevede 27,5 milioni di euro, di cui 18 destinati ai lavori. Il vincitore riceverà un premio di 100mila euro come acconto sull’onorario, mentre i successivi quattro classificati otterranno rimborsi spese scalari da 50mila a 20mila euro.
Al 5 giugno 2025 è fissato il termine per la presentazione delle candidature. Il 18 luglio 202 saranno annunciati i finalisti. Il 16 ottobre 2025 si terrà la consegna dei progetti e, infine, il 27 novembre 2025: sarà proclamato il vincitore.
Due commissioni giudicatrici – una preselettiva e una concorsuale – valuteranno le proposte, privilegiando quelle in grado di restituire alla GAM il suo spirito originario di avanguardia, con uno sguardo concreto ma visionario sul futuro.

Un museo bifronte: radici e visione
«Sono particolarmente lieto di annunciare questo primo importante atto del progetto di riqualificazione e rigenerazione della GAM», ha dichiarato il Presidente della Fondazione Torino Musei, Massimo Broccio, che ha messo in evidenza l’obiettivo di «Perseguire il riposizionamento del museo a livello internazionale, ponendo alla base della riqualificazione concetti di innovazione architettonica, tecnologica e di sostenibilità ambientale quali fattori abilitanti anche per l’attuazione di nuovi modelli di fruizione museale». Per Broccio, inclusione e attenzione al ruolo sociale sono i cardini intorno ai quali far girare la nuova concezione di museo.
Una filosofia che la direttrice Chiara Bertola ha già iniziato ad applicare sul piano curatoriale, ripensando collezioni e percorsi espositivi per renderli più dinamici, accessibili e in dialogo con le urgenze del presente. A supporto del progetto, la Fondazione Compagnia di San Paolo finanzierà la progettazione del restauro, parte dei lavori e affiancherà il percorso con strumenti propri della “filantropia evoluta”, attraverso la partecipata PR.I.S.MA S.c.r.l. e la collaborazione con il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale. Il dialogo già avviato con il Ministero della Cultura punta al riconoscimento nazionale dell’importanza strategica dell’intervento.