05 gennaio 2023

La Torre di Pisa pende sempre di meno ma non si vede: uno studio lo rivela

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Gli sforzi di stabilizzazione hanno corretto l'inclinazione della Torre di Pisa, che nell'agosto 2023 festeggerà 850 anni e che oggi pende 43 centimetri in meno (ma le fotografie vengono bene lo stesso)

Martin Parr – The Leaning Tower of Pisa (Pisa, Italia – 1990) © Martin Parr | Magnum Photos

Il 9 agosto 2023, la Torre di Pisa festeggerà 850 anni. Grazie alla sottoescavazione del 1999, con la quale sono state tolte piccole quantità di terreno al di sotto del basamento, oggi la torre è “in buona salute”. Pende 43 centimetri in meno, quindi è più dritta e sicura. Considerando che il monumento simbolo della città ha più volte rischiato il crollo, non si tratta di un traguardo scontato.

Dopo che un progetto di stabilizzazione, iniziato nel 1990, ha ridotto la pericolosa inclinazione di ben 38 centimetri, il monumento si è raddrizzato di altri 4 centimetri dal 2001. Tuttavia, i risultati del controllo annuale, disponibili dal 30 novembre, hanno rivelato un’oscillazione continua, anche se minima, ogni anno.

Perché la torre pende?

Una base fragile causò la prima, famigerata inclinazione: infatti, durante la costruzione delle fondamenta non si riuscì a tenere conto del terreno irregolare e soffice. La base, più morbida sul lato meridionale, determinava l’omonima pendenza, quindi i costruttori cercarono di compensarla durante la costruzione degli otto piani verso l’alto. Quando il monumento fu completato, nel 1350, la sua inclinazione misurava solo la metà di quella attuale. Tuttavia lo stesso difetto ha anche salvato la Torre più volte: il terreno soffice ha aiutato ad assorbire gli shock di quattro grandi terremoti che hanno colpito l’area da quando è iniziata la sua costruzione, nel 1174.

Gli interventi

Nel 1990, la Torre venne chiusa al pubblico perché l’inclinazione in costante peggioramento fece pensare che fosse sull’orlo del crollo e, nel 1993, l’ingegnere civile Michele Jamiolkowski convocò un comitato internazionale per coordinarne il salvataggio. Alla fine, i soccorritori tecnici testarono un metodo di estrazione del terreno del costo di 53 miliardi di lire, che consistette nello scavare la terra dal lato non affondante delle fondamenta, il nord, e l’utilizzo di cavi d’acciaio per tirarla verso l’alto. 

In pratica, gli ingegneri si resero conto che l’edificio si inclinava maggiormente durante le piogge invernali, poiché la falda freatica sotto il lato nord era più alta. Dovettero quindi anche scavare canali di scolo per drenare l’acqua e stabilizzare le fondamenta.

Cerimonia al termine degli sforzi correttivi nel giugno 2001. Foto: Eric Vandeville / Gamma-Rapho tramite Getty Images.

Dopo l’intervento, la Torre è stata riaperta al pubblico nel dicembre 2001. L’OPA – Opera Primaziale Pisana affermò che lo stato del monumento era addirittura migliore di quanto previsto dal comitato di Jamiolkowski.

La sua prima autocorrezione invece è stata registrata nel 2018. Alcuni funzionari italiani guardano con ottimismo ai progressi, sostenendo che, un giorno, la Torre potrebbe addirittura stare in piedi da sola. È bene sottolineare che la minore pendenza della Torre è del tutto impercettibile a osservatori esterni. “Il suo aspetto dunque non cambia, ma la sicurezza sì. È il monumento più controllato al mondo”. Ha dichiarato Roberto Cela, direttore tecnico dell’OPA.

La Torre di Pisa, infatti, in accordo con il Ministero della Cultura, dispone di un sistema di monitoraggio satellitare volto alla sua salvaguardia. Questo “piano straordinario” consente di analizzare e tenere sotto controllo sia i movimenti della primaziale pisana che i livelli di rischio.

 

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