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L’architetta Lina Ghotmeh firma il restyling del British Museum di Londra
Architettura
di redazione
Lina Ghotmeh Architecture (LGA) ha vinto il concorso internazionale per il restyling delle Western Range Galleries del British Museum, un intervento che segna un passo decisivo nel più ampio piano di trasformazione dell’iconico museo londinese. Il progetto, uno dei più imponenti rinnovamenti museali degli ultimi anni, si candida a diventare un caso di studio per ripensare l’esperienza museale nel XXI secolo.
Il British Museum entra nel futuro
Le Western Range Galleries del British Museum di Londra costituiscono una parte significativa dell’istituzione, comprendendo circa un terzo delle sue gallerie. Situate a ovest della Great Court, queste gallerie ospitano alcune delle collezioni più prestigiose, tra cui sculture egizie, i Marmi del Partenone – sempre al centro dell’annosa disputa sulla restituzione alla Grecia – e i leoni assiri.

Il concorso, avviato a maggio 2024 e concluso a dicembre dello stesso anno, ha visto la partecipazione di oltre 60 studi di architettura da tutto il mondo. Il processo di selezione si è sviluppato in due fasi: nella seconda, cinque team selezionati hanno presentato le loro proposte, tra cui ha prevalso all’unanimità quella di LGA. La giuria, presieduta dal presidente del British Museum George Osborne e composta da esperti del settore, ha premiato la visione di Ghotmeh per la sua sensibilità nei confronti della storia dell’edificio e per l’approccio «Archeologico» al design.

Il nuovo design delle Western Range Galleries del British Museum verrà svelato solo nel 2026. Lina Ghotmeh e il suo team, che include consulenti di rilievo come l’artista Ali Cherri, affronteranno questa sfida con un approccio corale e interdisciplinare, con l’obiettivo di trasformare e modernizzare gli spazi espositivi, migliorando l’esperienza dei visitatori e la conservazione delle opere.

«Io e il mio team siamo entusiasti di intraprendere questo progetto per la ristrutturazione del Western Range del British Museum. Siamo onorati di contribuire a questa trasformazione totalizzante e coinvolgente per il pubblico, che darà forma al futuro del museo negli anni a venire», ha dichiarato Ghotmeh. «Questo concorso è stato un processo entusiasmante, caratterizzato dal dialogo e dalla pluralità di voci. Non vedo l’ora di continuare questo processo ricco e collaborativo mentre lavoriamo per trasformare questa sezione del museo in uno spazio straordinario, un luogo di connessioni per il mondo e del mondo».

Lina Ghotmeh: un’architettura che scava nel tempo
Nata in Libano e formatasi tra Beirut e Parigi, città dove attualmente vive e lavora, Lina Ghotmeh è una delle figure più rilevanti dell’architettura contemporanea. La sua ricerca si distingue per un’attenzione profonda ai materiali naturali, all’ambiente e alla memoria storica. La sua filosofia progettuale, definita Archaeology of the Future, combina il rispetto per la tradizione con soluzioni innovative e sostenibili.
Tra i suoi progetti più celebri spiccano lo Stone Garden di Beirut, premiato con il Dezeen Award nel 2021, il Serpentine Pavilion di Londra nel 2023 e gli Ateliers Hermès in Francia, primo edificio low-carbon e a energia positiva – cioè in grado di generare un surplus di energia rinnovabile rispetto al loro fabbisogno – del Paese. Ha inoltre co-progettato il Museo Nazionale Estone a Tartu, vincitore del Grand Prix Afex nel 2016. Attualmente, il suo studio sta lavorando al Museo di Arte Contemporanea di AlUla in Arabia Saudita e al Padiglione del Bahrein per Expo 2025.

Ghotmeh ha inoltre insegnato a Yale, ad Harvard e all’Università di Toronto e ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui il Great Arab Minds Award (2023) e il Premio Dejean dell’Accademia Francese di Architettura (2016).