20 luglio 2000

libri* Pier Angiolo Cetica. Estetica del traffico Costa & Nolan, Roma, 2000

 
Il primo consiglio spassionato per chi si appresta alla lettura di questo libro dal titolo così enigmatico e accattivante è questo: iniziate dagli ultimi due capitoli! Forse così sarà più facile cogliere il senso della breve ma anche strabordante mole di parole con cui l’autore, docente di progettazione ambientale all’università di Firenze e direttore della rivista Abita, costruisce e sostiene la sua tesi.

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L’argomento principe è, come rivela il titolo, il traffico urbano e la sua capacità di modificare non solo la qualità della vita di tutti noi, ma la stessa conformazione e configurazione della città. Secondo Cetica infatti, che distingue due modelli di città, quello europeo e quello ”all’americana”, il problema del traffico oggi esiste perché si continua a considerare la mobilità individuale su automobile come una piaga, come un dramma cui è impossibile sottrarsi, limitandosi così a subirne gli effetti senza tentare di dare un ordine e di imporre una logica al fenomeno, per altro in continuo aumento. Purtroppo il discorso di Cetica, in cui inutilmente si inseriscono commenti sulle responsabilità politiche e culturali che non consentirebbero la formazione di una coscienza estetica sul traffico, resta, come accennato,vago e superficiale sino alla fine. Sono infatti gli ultimi due capitoli in cui noi comuni mortali iniziamo a capire di cosa si sta parlando, a focalizzare il problema estetico che nelle pagine precedenti sembra essere solo una pura elucubrazione mentale. Per problema estetico del traffico Cetica non intende solo l’aspetto legato all’arredo urbano, ma in generale un “assetto (urbano) che assuma la mobilità come elemento ineludibile” [per il quale]studiare le connessioni fisiche con le architetture della città”. Ciò che l’autore si augura in pratica è che il traffico e la rete su cui si muove e si sviluppa inizino ad essere considerati come parte dello scenario urbano e quindi in qualche modo progettate e curate anche nella loro estetica. Riconoscere infine che “gli spazi della mobilità sono spazi urbani e partecipano- devono partecipare- alla continuità urbana”, senza che tra i due termini, città e traffico, si crei una reciproca ostilità. Se la costruzione del libro di Cetica, pur con i suoi spunti e suggerimenti interessanti che sottolineano la necessità di andare oltre l’attuale concezione del problema traffico, appare debole e si perde spesso in pagine non necessarie, anche la conclusione che vede la soluzione nell’”eliminazione dei vuoti urbani dovuti al traffico e il design degli elementi urbani della mobilità” non può che risultare riduttiva ed eccessivamente semplificatrice di un dilemma su cui forse bastava scrivere un saggio e non un intero libro.

Francesca Pagnoncelli

[exibart]

Cetica





5 Commenti

  1. non le é proprio piaciuto il mio libretto, che poi e’ poco piu’ di un articolo, e non e’trppo strabordante ?!
    cordali saluti
    pa cetica

  2. Ma è bella sta cosa che l’autore del libro possa rispondervi !
    Io volevo comperare il libro di cetica dopo aver letto la recensione, mi piacciono le problematiche urbane e del traffico, ma perché non scrivete le pagine e il costo del volume?

  3. Non é certo un fatto personale,
    anzi é bello che ognuno scriva ciò che sente, ma rende pubbliche le proprie riflessioni porta inevitabilmente a raccogliere pareri positivi e negativi!
    Aspetto il suo prossimo libro, cordialmente

  4. A me questo libro sembra davvero interessante, e l’ho già ordinato in libreria. lo stimolo? Proprio questa recensione…

  5. mi fa davvero molto piacere
    che il mio commento al libro di Cetica abbia invogliato a comprarlo !!!
    Come si dice di solito l’importante é che si parli di qualcosa, bene o male, basta che se ne parli !

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