30 maggio 2022

L’ignoto da immaginare: la 23ma Esposizione della Triennale di Milano

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Presentata alla Farnesina, a Roma, la 23ma Esposizione Internazionale della Triennale di Milano promette di aprire uno sguardo sull'ignoto, con circa 600 opere e progetti di 400 artisti, designer e architetti

BIG + Icon Build + NASA Project Olympus, 2020 Design for the first permanent settlement on the lunar surface; multi-material model Courtesy of ICON + BIG – Bjarke Ingels Group

Per la 23ma edizione della sua Esposizione Internazionale, la Triennale di Milano parte da un assunto imprescindibile, paradossale e iconico della filosofia classica, attribuito a Socrate attraverso Platone, declinato al futuro e alle sue ipotesi: quello che sappiamo di non sapere. “Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries”, questo il titolo dell’Esposizione dedicata al design e all’architettura, promossa da Triennale in collaborazione con il BIE – Bureau International des Expositions e il MAECI – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che si terrà dal 15 luglio all’11 dicembre 2022, presentata oggi, 30 maggio, presso la Sala Conferenze Internazionali della Farnesina a Roma.

La conferenza è stata aperta da Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri, con interventi di Dimitri S. Kerkentzes, Segretario Generale del BIE, Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, Carla Morogallo, Direttrice Generale di Triennale Milano, Ersilia Vaudo e Francis Kéré, Main Curators della 23ma Esposizione Internazionale. Presenti anche personalità del mondo culturale e accademico internazionale, rappresentanti delle Ambasciate e altri interlocutori del settore privato.

Allora, il tema è quello dell’ignoto sul quale bisogna avere il coraggio di aprire gli occhi, indagando ma anche immaginando, dall’universo più lontano alla materia oscura, dal fondo degli oceani all’origine della nostra coscienza. E dunque, cosa vedremo? Come spesso accade, i (grandi) numeri aiutano a rendere l’idea di questo fantomatico ignoto: l’Esposizione si presenterà come una «Costellazione di mostre e progetti», riunendo 400 artisti, designer, architetti, provenienti da più di 40 Paesi, per oltre 600 opere. 22 le partecipazioni internazionali, con una forte presenza del continente africano, rappresentato da 6 padiglioni nazionali: Burkina Faso, Ghana, Kenya, Lesotho, Repubblica Democratica del Congo e Ruanda.

Tomàs Saraceno Printed matter(s), W7029D2, 2018 Courtesy the artist and neugerriemschneider, Berlin © Tomàs Saraceno Ph. Studio Tomàs Saraceno

La mostra tematica – curata da Ersilia Vaudo, astrofisica e Chief Diversity Officer all’Agenzia Spaziale Europea – prevedrà un percorso scandito da più di 100 tra opere, progetti e installazioni. Tanti i temi affrontati, dalla gravità, considerata “il più grande designer” o un artigiano che modella instancabilmente l’universo, alle sempre affascinanti mappe, fino alle nuove sfide dell’architettura e allo spazio extraterrestre. Quattro le special commission, che Triennale ha affidato al designer giapponese Yuri Suzuki, alla designer italiana Irene Stracuzzi, al collettivo di architetti statunitensi SOM, e all’artista turco-americano Refik Anadol. Oltre alle opere commissionate, la mostra includerà una serie di installazioni site specific, tra cui quelle realizzate da Andrea Galvani, Tomás Saraceno, Bosco Sodi, Protey Temen, Julijonas Urbonase Marie Velardi.

Anish Kapoor Clear/Magenta, 2019 Courtesy the artist and Galleria Massimo Minini, Brescia

Francis Kéré – premiato con il Pritzker Architecture Prize 2022 – curerà gli allestimenti negli spazi comuni di Triennale e due installazioni dedicate alle voci del continente africano, come una torre alta 12 metri all’ingresso di Triennale, che riunisce immagini e materiali, e l’installazione Yesterday’s Tomorrow, che interroga l’architettura vernacolare del Burkina Faso.

Oltre alla mostra tematica, la 23ma Esposizione Internazionale della Triennale di Milano ospiterà altre due mostre. “Mondo Reale”, ideata da Hervé Chandès, Direttore Artistico Generale della Fondation Cartier pour l’art contemporain, con opere di Jean-Michel Alberola, Alex Cerveny, Jaider Esbell, Fabrice Hyber, Yann Kebbi, Guillermo Kuitca, Hu Liu, David Lynch, Ron Mueck, Virgil Ortiz, Artavazd Pelechian, Sho Shibuya, Alev Ebüzziya Siesbye, Patti Smith, Sarah Sze, Andrei Ujica, Jessica Wynne. E poi “La Tradizione del Nuovo”, curata da Marco Sammicheli, Direttore del Museo del Design Italiano di Triennale, con autori come Liisi Beckmann, Claudio Salocchi, Roberto Sambonet, ExhibitionDesign Group, Fiorucci Dxing, Alberto Meda, Clino Trini Castelli.

Ci saranno anche una serie di installazioni e progetti speciali che vedranno coinvolti gli storici dell’arte Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, il musicista e scrittore Francesco Bianconi, il filosofo Emanuele Coccia, la ricercatrice e docente del Dipartimento ABC del Politecnico di Milano Ingrid Paoletti, l’artista e Grand Invité di Triennale 2021-2024 Romeo Castellucci, il maestro dell’architettura e del design Andrea Branzi.

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